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Il Giardino del Cibo al Museo di Storia Naturale

Lo spazio verde appena realizzato sarà usato anche per scopi didattici

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giardino ciboQuesta estate, in omaggio a EXPO 2015, il Museo di Storia Naturale dell'Università di Pisa a Calci si è arricchito del "Giardino del Cibo", una nuova installazione permanente nata con l'intento di far conoscere non solo le bontà dell'orto ma anche la loro bellezza. Lo spazio verde, che sarà anche luogo di attività didattiche, è stato allestito di fianco alla Galleria Storica del Museo, in uno dei cortili interni della Certosa. La sua realizzazione è stata curata dal dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell'Università di Pisa, su progetto di Claudia Canigiani, ex-allieva del dipartimento e oggi affermata professionista come agronomo-paesaggista.
Le piante del "Giardino del Cibo", gentilmente donate dall'Azienda Agricola "L'Ortofruttifero" di San Giuliano Terme, comprendono varie specie stagionali (pomodori, peperoni, melanzane, peperoncini, lattughe, fagioli, zucchine, zucche, meloni, cocomeri), tra le quali ci sono anche varietà locali, come il pomodoro canestrino di Lucca o la lattuga pesciatina, ed il recente frutto della ricerca italiana, il pomodoro nero "Sun Black", realizzato grazie al fondamentale contributo dell'Università di Pisa. Le piante ortive sono disposte nelle quattro aiuole centrali, mentre quelle aromatiche (rosmarino, nepitella, mentuccia, erba cipollina, lavanda) si trovano in quelle lungo le pareti. L'allestimento è stato completato con il recupero della vasca centrale, in cui sono stati inseriti esemplari di ninfee a fiori bianchi, gialli e rosa, fornite da "Menyanthes", azienda agricola Michelazzi di Massaciuccoli, e specie ossigenanti, sia sommerse che galleggianti, come la lenticchia d'acqua, che conferiscono anche un aspetto più naturale al laghetto.
"Le piante – spiegano dal Museo di Storia Naturale - sono state disposte secondo un armonico disegno geometrico perfettamente integrato nel contesto architettonico, seguendo criteri sia estetici che di sostenibilità. Tra le file sono stati lasciati dei vialetti per consentire ai visitatori di avvicinarsi per osservare, toccare e annusare. Il terreno è stato poi 'pacciamato' e quindi coperto con pietra pomice, il che da un lato consente di risparmiare negli interventi irrigui, limitando l'evaporazione, dall'altro ostacola lo sviluppo di piante infestanti. Ai piedi delle piante è stata infine stesa della corteccia di pino per aumentare i benefici della pacciamatura e per esaltare, con un elegante contrasto cromatico, il disegno progettuale".

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  • 27 luglio 2015

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