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Medioevo volgare germanico

Un volume del professor Battaglia sulle traduzioni linguistiche del Medioevo germanico

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Si svolgerà sabato 8 novembre, alle ore 11 al Palazzo dei Congressi, l'incontro "Scribe et impera: voci di re, eroi e chierici dalle pagine del Medioevo". L'iniziativa, organizzata dalla Pisa University Press nell'ambito del "Pisa Book Festival", vedrà la partecipazione dei professori Marco Battaglia e Luca Crescenzi, dell'Università di Pisa, e della professoressa Monika Pelz, della Scuola Superiore per Mediatori Linguistici.
L'incontro sarà anche l'occasione per presentare il libro del professor Marco Battaglia su Medioevo volgare germanico, un saggio che raccoglie e introduce i principali documenti e i relativi generi letterari delle singole tradizioni linguistiche del Medioevo germanico, a partire dalla più antica traduzione biblica fino agli esempi più raffinati del patrimonio letterario poetico e prosastico.
Pubblichiamo di seguito un estratto dell'Introduzione al volume scritta dal docente di Filologia germanica.

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copertina1L'epoca che intercorre tra la crisi del ruolo ordinatore e universalistico di Roma cantato da Virgilio e Orazio (ancora latamente presente nella benedizione papale «Urbi et orbi»), fino alla cosiddetta Rinascenza carolingia, è stata a lungo interpretata come il periodo di massima crisi della cultura europea (i 'secoli bui', secondo un giudizio derogatorio dell'Umanesimo italiano). Questa interpretazione, legittima quanto parziale, evidentemente non percepiva o negava che la crisi di quella cultura (soprattutto nella sua forma scritta) era il risultato di un lento ma epocale processo di trasformazione, in senso centrifugo, di nuove energie propulsive e istanze economiche, politiche e sociali. Tale trasformazione interessò da vicino anche la sfera religiosa e quella culturale, unificandone certi ambiti specifici e introducendo le premesse per l'egemonia secolare della prima sulla seconda.

Questo preambolo aiuta a comprendere che lo sviluppo di uno statuto letterario germanico durante l'Alto Medioevo rappresentò una conquista culturale mediata, come in altri casi, dalla cristianizzazione e dalle relative necessità liturgiche, dottrinarie ed esegetiche. Considerato che la conversione degli agglomerati germanici ebbe luogo lungo un processo durato quasi un millennio, non stupisce che il diverso grado di maturazione e integrazione delle élite barbariche nell'universo dottrinario e culturale della Chiesa - erede di molti valori della cultura greco-romana - si tradusse in una altrettanto lenta percezione della dignità dei propri volgari in funzione di lingua scritta, la cui forma richiedeva l'acquisizione di una coscienza 'alfabetica' e di forme 'scrittorie' locali ancora inedite.

'Scrivere' significò per secoli scrivere 'in latino', coerentemente con la natura dei primi testi liturgici e dottrinari in circolazione e come confermato dalla storia di questo verbo in tutte le lingue germaniche tranne l'inglese. Ma anche nel caso di opere a carattere storico-leggendario, imperniate sulla rievocazione di antiche gesta dei vari agglomerati germanici e sulla legittimazione ex-post delle relative monarchie (le cosiddette Historiae), la lingua restò il latino - ancora fino ai Gesta Danorum del diacono danese Saxo 'Grammaticus' (inizi sec. XIII).

La nascita di fenomeni letterari con un livello minimo di frequenza restò a lungo confinata ad ambiti istituzionali, giuridici, notarili e religiosi, tra i quali i volgari iniziarono a far breccia sotto forma di strumenti interpretativi d'immediata utilità, come le glosse esplicative di concetti o termini non immediatamente comprensibili...

È dunque comprensibile come il concetto di 'letterature' germaniche contempli un processo di riorganizzazione culturale a più livelli, un fenomeno lungamente dominato dalla casualità e da un carattere periferico dipendenti dalla maggiore o minore contiguità con centri di formazione spirituale. Si trattava in questo caso di agglomerati monastici e di sezioni didattiche o scuole episcopali, luoghi deputati alla formazione e all'istruzione teologica e liturgica di un personale ecclesiastico, nei quali si crearono le condizioni per una consapevole riflessione linguistica sui volgari come strumento letterario e come veicolo di ricezione e rielaborazione di una cultura memoriale in profonda evoluzione, alla luce dei nuovi ideali religiosi.

...I capitoli che seguono offrono una sintesi generale dei principali e più antichi documenti letterari vergati in una lingua germanica, da quella attestata per prima, il gotico, fino a quelle più tarde, il frisone e il norreno. In questo senso vengono raccolti e presentati, con commenti talora succinti, i frutti dell'integrazione delle antiche culture memoriali germaniche con la tradizione letteraria in latino – sia essa classica, biblica o medioevale – allo scopo di fornire agli studenti un panorama di riferimento immediato e nella speranza di suscitare il desiderio di ulteriori approfondimenti.

Marco Battaglia
docente di Filologia germanica

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  • 5 novembre 2014

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