Contenuto principale della pagina Menu di navigazione Modulo di ricerca su uniPi

«Genere e salute tra prevenzione e cura»

L'introduzione al nuovo numero della rivista "Salute e società" a cura di Rita Biancheri

  • Condividi l'articolo su Facebook
  • Condividi su Twitter

Il miglioramento del benessere e del livello di equità in sanità è un obiettivo ampiamente condiviso, tuttavia la sua attuazione è tuttora problematica. Le difficoltà sono evidenti e pongono numerosi interrogativi che riguardano sia l'appropriatezza delle categorie conoscitive impiegate, sia l'efficacia delle risposte di welfare. Di conseguenza appare importante, per non cadere in equivoci, fare chiarezza a partire dall'utilizzo dei termini; in particolare, è più rilevante parlare di medicina di genere oppure utilizzare la categoria di salute nella sua accezione multidimensionale?

È su tale domanda che si confrontano i contributi raccolti sulla rivista "Salute e società" (Franco Angeli), nel numero "Genere e salute tra prevenzione e cura" curato da Rita Biancheri, docente del dipartimento di Scienze politiche dell'Università di Pisa, di cui riportiamo qui di seguito l'introduzione.


***************** 

Salute e SocietàPartendo dalla multidimensionalità del concetto di salute, il volume ne assume pienamente le implicazioni teoriche e pratiche, cercando di superare le barriere disciplinari attraverso la condivisione di paradigmi e metodi di ricerca. La trattazione, infatti, si articola in vari contributi che vanno dalla medicina alla sociologia, con l'obiettivo di rendere permeabili i confini derivanti da costrutti "dottrinali" rigidi, a favore di proficue contaminazioni che superino le opacità, anche terminologiche, di un dibattito reso sterile dalla contrapposizione natura/cultura.

Come risulterà evidente anche dalla lettura dei saggi qui pubblicati, il percorso deve ancora essere compiuto e, sicuramente, saranno necessarie nuove chiavi di lettura in grado di offrire una cornice che comprenda i diversi aspetti e renda trasparenti tutti i potenziali esplicativi di una categoria, quale quella del genere, che non può essere utilizzata come sinonimo di differenze sessuali.

Certamente con la medicina di genere è stato compiuto un consistente passo avanti superando il riduzionismo, basato sul maschile neutro; ma tale importante svolta non è sufficiente se non teniamo conto delle implicazioni che derivano dalla costruzione sociale del maschile e del femminile. Di conseguenza, occorre allargare l'ambito di riflessione e avviare un confronto, come quello qui proposto, in uno spazio aperto dove al centro non c'è più il paziente ma la persona.

Stili di vita e condizioni di salute sono il risultato di un ampio spettro di fattori che, come per la luce, devono essere visti attraverso un prisma che ne scomponga le diverse caratteristiche confutando la visione scientista omologante, senza però perdere il bagaglio di conoscenze acquisite.

L'obiettivo è quello di superare le strettoie in cui è imprigionata molta della produzione delle scienze mediche e umane, in quanto finora si è proceduto parallelamente su binari separati, mentre invece è necessario intensificare gli scambi: incrociando gruppi di lavoro e innovando sul piano epistemologico. Si tratta di un contesto tuttora poco frequentato e dove è prevalsa una metodologia di analisi quantitativa, con una limitata capacità esplicativa degli indicatori di salute per comprendere la reale entità degli effetti delle variabili socio-economiche.

La questione di una peggiore salute percepita dalle donne e le diverse teorie, che hanno fornito possibili elementi di significatività nella causazione di questo fenomeno, sottolineano la necessità di approfondimenti che operino attraverso strumenti qualitativi. Ne deriva che la capacità esplicativa perde ulteriore consistenza alla luce del nodo concettuale che pone il problema di come i diversi livelli (micro, meso e macro) possono essere tenuti insieme. La risposta può essere data dalla multidisciplinarietà, di cui questo libro intende avvalersi per individuare validi apporti conoscitivi e nuove direzioni di ricerca, come ampiamente esplicitato nel mio saggio iniziale.

La sistematizzazione di un diverso paradigma interpretativo dove non prevalga l'aspetto biologico, oppure economicistico, quando si parla di sanità non è un obiettivo tuttora raggiunto. Le difficoltà definitorie che hanno riguardato il termine genere e ancora di più, la sua traduzione operativa, sia nelle attività di prevenzione e cura che nell'applicazione normativa, sono gli aspetti più evidenti e compaiono negli articoli dedicati alle patologie, da quelle oncologiche alle più diffuse in psichiatria.

Fra le diverse malattie, come dimostra l'ampia bibliografia, quella cardiovascolare è stata la prima a richiamare l'attenzione con la denuncia nel 1991, da parte di Bernardyne Healy, del mancato riconoscimento dei sintomi e il ritardo nelle cure, da cui parte l'articolo di Riccardo Zucchi dedicato anche alla formazione medica e ai cambiamenti che possono derivare dalla femminilizzazione di questa professione.

Il filo rosso del volume è dunque rintracciabile nel dipanarsi di un concetto, che dopo un suo ampio utilizzo nelle scienze umane sta diventando patrimonio di altri ambiti disciplinari. Molte leggi, fra cui quella sulla cittadinanza di genere della Regione Toscana, di cui si discute nella sezione confronti, ne assumono le implicazioni euristiche ma tardano a declinarle negli aspetti operativi. Un esempio è la parte dedicata, con i diversi interventi, alle esperienze e riguarda l'applicazione della legge con decreto legislativo sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

Chiude la riflessione il dibattito su un documento europeo che traccia una possibile strategia, che però non può essere correttamente applicata se non si ridisegnano i quadri teorici di riferimento. È in questo continuo processo dialettico che si colloca l'intento di questo numero monografico della rivista, fornendo un terreno, libero da stereotipi, dove i diversi sguardi incontrandosi, non lascino il proprio punto di osservazione ma convergano per illuminare meglio quello che è al centro di un interesse comune: il benessere della persona.

Rita Biancheri 

  •  
  • 22 aprile 2014

Questo sito utilizza solo cookie tecnici, propri e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Se vuoi saperne di più, consulta l'informativa