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L’avventura della conoscenza: "amate le vostre idee al punto da lavorarci giorno e notte"

Intervista alla professoressa Cattaneo in occasione dell’incontro a Pisa per “Sguardi nel Futuro”

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Aula Magna piena di studentesse e studenti per ascoltare la professoressa e Senatrice a vita Elena Cattaneo. L’incontro si è svolto il 7 novembre al Polo Carmignani nell’ambito di “Sguardi nel futuro”.

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L'aula magna del Polo Carmignani durante l'incontro con la professoressa Elena Cattaneo

Hanno parteciapto all'iniziativa il Rettore dell'Ateneo pisano Riccardo Zucchi, il professore Dario Pisignano e lo scrittore e giornalista Piero Bianucci, entrambi curatori della rassegna insieme al Centro per l’Innovazione e la Diffusione della Cultura (CIDIC).  La conferenza pisana della professoressa Cattaneo, introdotta da un preludio misicale del maestro Manfred Giampietro, è stata anche l’occasione per farle alcune domande sulla sua personale avventura nella conoscenza.

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La professoressa Cattaneo e il Rettore Riccardo Zucchi

Professoressa Cattaneo, quali sono stati i temi che ha toccato in questo appuntamento pisano?
Principalmente ho parlato di quella che definisco 'l'avventura della conoscenza', cioè di come la scienza e la ricerca possano aiutarci ad avere maggiore fiducia nel futuro e di come il metodo scientifico, che ci aiuta a mettere alla prova idee e preconcetti e a superare i fallimenti, possa essere una efficace "bussola" che ci accompagna nella nostra esplorazione del mondo.

Cosa consiglia a chi vuole intraprendere una carriera nella scienza?
Di prepararsi ad affrontare difficoltà e fallimenti, perché nella scienza si procede per prove ed errori; di amare le proprie idee al punto da lavorarci giorno e notte per mesi, ma di essere pronti a lasciarle andare e a ricominciare da capo se prove ed esperimenti dimostrano che non sono abbastanza solide; di non mentire mai sui risultati delle proprie ricerche e di essere sempre pronti a difendere i dati e le prove da ogni tentativo di piegarli alle convenienze del momento.

Un suo ricordo personale all'inizio del suo percorso da scienziata.
Ricordo che, durante la mia tesi sperimentale in Farmacia negli anni '80, i risultati degli esperimenti che conducevo nella giornata venivano elaborati durante la notte e stampati da una grande stampante: la mattina dopo, io entravo in laboratorio letteralmente correndo, impaziente di leggere i numeri sui fogli. Se si ripetevano uguali a sei a sei, voleva dire che avevo lavorato bene e che potevo andare avanti. Ricordo ancora l’emozione dell’attesa, come davanti ai regali di Natale nell'istante prima di scartarli.
Quell’emozione non mi ha mai abbandonata. La provo tutte le volte che mi avvicino al microscopio per osservare il comportamento delle cellule o che ricevo i risultati di un esperimento o, ancora, quando in laboratorio a uno di noi viene in mente una nuova idea di cui già riusciamo a immaginare un percorso sperimentale.

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  • 8 novembre 2024

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