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Per Luciano Modica

Il saluto al collega e amico scritto dalla professoressa Margherita Galbiati

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Pubblichiamo di seguito il ricordo del professor Luciano Modica scritto dalla collega e amica Margherita Galbiati, che con lui ha collaborato per molti anni, prima al Dipartimento di Matematica e poi nella gestione dell'Ateneo come membro del Senato Accademico e quindi come prorettrice alla Ricerca di base.

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Per Luciano Modica

modica galbiatiNon so se riuscirò a rappresentare qui, sia pur confusamente, quanto sarebbe doveroso per ripercorrere la vita di Luciano Modica, che è terminata così improvvisamente ieri mattina. Doveroso, certo, ma non è l’aggettivo giusto, tanto è l’affetto, la stima, l’amicizia, il sostegno reciproco che nel corso di più di 40 anni di collaborazione continua ho avuto il dono di avere.

Molti che forse leggeranno queste righe non hanno vissuto l’atmosfera dell’università in quel periodo, dagli anni ‘80 in poi. Riassumerla è difficile, tanto il mondo e l’università sono cambiati nel frattempo. Ma, questo sì è doveroso, ricordare quegli anni e quanto Luciano ha fatto vuole essere in qualche senso stabilire l’eredità che Luciano ha lasciato, e passare il testimone a chi vive ora questa università.

Luciano Modica era direttore del Dipartimento di Matematica da già un mandato nel 1987, quando sono diventata suo vicedirettore. La ristrutturazione del Dipartimento, voluta da Luciano, era in corso: dalla rete dipartimentale, la prima in ateneo, alla cura dell’estetica dei locali (sono sue, per esempio, le fotografie di grandi matematici nel corridoi principale di dipartimento) e all’attenzione all’accoglienza agli studenti (con le sale studio e le aule informatiche). La difesa puntigliosa dell’autonomia dipartimentale e in generale dell’ateneo era poi uno di punti chiave della visione di Luciano in quegli anni. L’attenzione a tutto ciò si è tradotta in un forte sentimento di appartenenza al dipartimento, di orgoglio, direi, da parte di tutti, dagli studenti al personale ai docenti, appartenenza che Luciano voleva estesa all’ateneo.

Appartenenza ed orgoglio che hanno sostenuto le tante iniziative di allora. Non si può non ricordare ad esempio la ristrutturazione dell’area ex Marzotto, con la riunione dei tre Dipartimenti (Matematica, Fisica e Informatica), che ha influito sulla città oltre a formare un centro culturale e scientifico, con la biblioteca interdipartimentale e la concentrazione anche dell’INFN nella stessa area. Idee (questa e tantissime altre) di Luciano da direttore del Dipartimento di Matematica e preside della Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, e che ha poi completamente realizzato da rettore, carica alla quale è stato eletto nel 1993. Una visione che ha modificato la nostra università e tramite la CRUI, della quale è stato presidente, forse anche il sistema universitario. La sua presenza non è mancata negli anni successivi grazie all'impegno, a volte anche faticoso, in politica.

Chi ha vissuto quell’epoca piena di idee, entusiasmo, energia, speranza, ricorderà forse altri aspetti dell’enorme mole di rinnovamento che si è sviluppato allora. Ma l’aspetto che vorrei ricordare qui, ed è forse l’eredità maggiore che ha lasciato a me e a chi ha avuto modo di collaborare con lui, è che quanto ha fatto, quanto deve essere fatto, è per il bene comune, al di là dei personalismi, degli individualismi, dei corporativismi. Un’idea che ha permesso di sviluppare progetti e di realizzarli pensando liberamente, di partecipare alla costruzione, ognuno a suo modo, di un ambiente scientifico, di studio, di amministrazione, di ricerca, con una solida sintonia di intenti, basato su un’etica profonda e libera.

Grazie Luciano!

Margherita Galbiati

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  • 5 maggio 2021

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