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Antipsicotici di seconda generazione: più sono efficaci più aumenta il rischio di alterazioni metaboliche e aumento di peso

La ricerca condotta dall’Università di Pisa con Università degli Studi dell'Aquila e il Max Delbrück Center for Molecular Medicine di Berlino è stata pubblicata sulla rivista Pharmaceuticals

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Prof. Scarselli carliPiù sono efficaci maggiore è il rischio di alterazioni metaboliche in termini di aumento di peso, diabete di tipo 2 e ipertensione. La notizia arriva da uno studio che ha analizzato gli effetti degli antipsicotici di seconda generazione detti atipici (AAP), una classe di farmaci comunemente prescritti per trattare la schizofrenia, i disturbi bipolari e altri disturbi psicotici. La ricerca condotta dall’Università di Pisa in collaborazione con l’Università degli Studi dell'Aquila e il Max Delbrück Center for Molecular Medicine di Berlino è stata pubblicata sulla rivista Pharmaceuticals.

“L'aumento di peso è il segno distintivo dell'uso dei AAP - spiega Marco Scarselli, professore di Farmacologia dell’Università di Pisa - che infatti interferiscono con l'omeostasi del glucosio e dei lipidi agendo principalmente su ipotalamo, fegato, cellule beta pancreatiche, tessuto adiposo e muscolo scheletrico”.

Fra tutti i principi attivi, secondo lo studio quello più a rischio è la clozapina che risulta anche il più efficace, mentre sono più tollerati sul profilo metabolico i nuovi AAP come ziprasidone, lurasidone e l agonista parziale aripiprazolo.

“Tuttavia, numerosi studi clinici hanno dimostrato come la psicoeducazione, l’esercizio fisico e la dieta sono efficaci nel prevenire o ridurre la presenza di questi effetti avversi – conclude Scarselli - Quando questi programmi sono insoddisfacenti, fortunatamente, sono disponibili anche diverse opzioni farmacologiche, come per esempio la Metformina, che però finora sono state sottoutilizzate in pazienti psichiatrici che hanno sviluppato un aumento di peso o alterazioni metaboliche”.

Nella foto, da sinistra il professor Marco Scarselli e il dottor Marco Carli, specializzando in Farmacologia e Tossicologia clinica che ha collaborato alla ricerca.

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  • 26 marzo 2021

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