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La Cardiochirurgia universitaria pisana macina numeri e successi nell'alta specialità

Il professor Andrea Colli, arrivato lo scorso settembre, traccia un quadro della situazione

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Andrea Colli rUn aumento del 60% dell’attività chirurgica trattando tutti i tipi di patologie cardiache, sia programmate sia in emergenza-urgenza, una percentuale di riparazioni della valvola mitrale che ora si attesta sul 96% mentre sulla riparazione della valvola aortica il programma ha ripreso slancio con una percentuale del 90% nei casi programmati. La rivascolarizzazione miocardica con bypass con doppia arteria mammaria è ulteriormente cresciuta rispetto allo storico arrivando al 70% dei casi programmati. Sono solo alcuni dei numeri che snocciola il nuovo direttore della Sezione dipartimentale di Cardiochirurgia universitaria dell’Aoup, il professor Andrea Colli (nella foto), 44 anni, di Reggio Emilia, che si è insediato a Pisa in Aoup a settembre ed è professore associato presso il Dipartimento di Patologia Chirurgica, Medica, Molecolare e dell'Area Critica dell'Uniersità di Pisa.

Laureato a Modena, specializzato in Chirurgia cardiaca a Parma, si è formato professionalmente all’estero, in particolare a Barcellona (Hospital Clinic e Hospital Germans Trias i Pujol, dove ha lavorato per molti anni). Ha completato poi la sua formazione con la fellowship clinica all’Herzzentrum di Lipsia e al Mount-Sinai Hospital di New York. È rientrato a fine 2011 in Italia stabilendosi all’Università di Padova dove si è occupato di chirurgia valvolare riparativa mitralica transcatetere e micro-invasiva a cuore battente, di chirurgia transcatetere della valvola tricuspide e chirurgia dell’aorta toracica e del supporto meccanico cardiocircolatorio nei pazienti con insufficienza cardiaca (ECMO).

“Non appena sono arrivato a Pisa – dichiara Andrea Colli – insieme al personale medico, infermieristico e della Direzione ci siamo messi subito al lavoro per ristrutturare, riorganizzare e rilanciare la cardiochirurgia ma non perché avesse bisogno di correzioni dal punto di vista professionale. Era però necessario ristabilire un giusto clima interno specie per la demotivazione diffusa nel personale dopo anni di attacchi che avevano generato un non appropriato riconoscimento del valore della struttura. A Pisa invece – prosegue – ho trovato ottimi professionisti e sono convinto che, con queste competenze, si possa rilanciare insieme la cardiochirurgia universitaria rivitalizzando una struttura di eccellenza in grado di offrire le migliori soluzioni terapeutiche per il paziente, utilizzando le più innovative tecnologie disponibili. Del resto, questi primi mesi di attività hanno dimostrato che siamo riusciti ad aumentare notevolmente i numeri. I risultati clinici inoltre parlano da soli dimostrando una buona performance globale del servizio offerto per una popolazione ad alta complessità clinica. Le nuove e forti interazioni con i colleghi delle Cardiologie 1, 2 e dell’Emodinamica hanno prodotto nuove collaborazioni cliniche che hanno permesso di offrire approcci terapeutici sempre più personalizzati e specifici per ogni paziente. Penso ad esempio alle procedure transcatetere per le valvole aortiche e mitraliche, alle estrazioni complesse di elettrocateteri o le ablazioni di aritmie atriali e ventricolari con approcci ibridi. Grazie alla rinnovata e più stretta collaborazione con i colleghi della Chirurgia vascolare e della Radiologia interventistica sono stati eseguiti numerosi interventi di chirurgia dell’aorta toracica con tecnica aperta ed endovascolare sia per le rotture aortiche in emergenza sia nei casi di aneurismi aterosclerotici cronici. Allo stesso modo, sono stati eseguiti interventi multidisciplinari per patologie oncologiche che invadevano il mediastino lavorando insieme ai colleghi della Chirurgia toracica e dell’Endocrino-chirurgia. Un altro straordinario aspetto del percorso di rilancio è stata la rinnovata e più intima collaborazione con i colleghi dell’Anestesia e rianimazione cardiotoracovascolare che ci supportano con forza per affrontare ogni nuova sfida. Un dato per me estremamente importante è l’elevata soddisfazione dei pazienti, come testimoniano i numerosi attestati di stima e ringraziamento che abbiamo ricevuto in forma privata e pubblica”.

Per il professor Colli l’eccellenza assistenziale passa attraverso la cultura della condivisione, del continuo apprendimento e dell’innovazione sia all’interno dell’Aoup sia insieme ai colleghi degli altri ospedali dell’Area vasta nord-ovest e ai medici di medicina generale, creando una stretta rete di collaborazioni.

“Sono particolarmente soddisfatto – ammette - di come abbiamo superato la fase acuta della pandemia Covid-19 grazie al supporto della Direzione aziendale e dell’Università. Durante questi mesi siamo riusciti ad offrire la stessa qualità assistenziale per tutti i malati Covid-positivi e negativi implementando dei percorsi specifici che hanno permesso di curare ogni tipo di patologia cardiovascolare. L’esito è stato straordinario, infatti non abbiamo avuto nessun nuovo contagio Covid-19 tra i nostri malati o tra gli operatori. La cosiddetta fase 2 è già iniziata da alcuni giorni in maniera cauta, come suggerito dalle autorità, implementando sia la telemedicina per la valutazione dei pazienti in lista d’attesa che il ‘tampone’ per il ricovero”.

Sul futuro ci sono molti progetti in campo: “Pensiamo sia allo sviluppo di un programma di chirurgia robotica sia a nuovi protocolli di ricerca clinica e sperimentale. Auspichiamo anche l’acquisizione di due sale operatorie ibride-multidisciplinari per le attività del nostro ospedale. Ci vogliamo preparare al meglio – conclude - per la grande opportunità che rappresenterà la costruzione del nuovo Ospedale S. Chiara a Cisanello. Il clima di lavoro è ottimo, il gruppo motivato, gli obiettivi sono significativi, i risultati di questo nuovo corso sono superiori alle attese per cui possiamo dire che i cittadini del nostro territorio possono trovare in questa Cardiochirurgia un solido e affidabile interlocutore per ogni tipo di patologia cardiaca e, naturalmente, saremo disponibili anche per l’utenza che proviene da altre zone”.

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  • 16 giugno 2020

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