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Intervento di protesi del ginocchio in 3D

La tecnica permette la progettazione personalizzata delle maschere di taglio, in modo da garantire l'impianto della protesi in maniera anatomica

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protesi di ginocchio ricostruita in 3DIl 20 gennaio scorso, nell’Unità operativa di Ortopedia 1° universitaria di Cisanello diretta dal professor Michele Lisanti, è stato eseguito uno dei primi impianti in Italia di protesi totale di ginocchio usando una nuova tecnica chirurgica che prevede l'utilizzo di maschere di taglio femorale e tibiale fatte su misura (custom made) per il ginocchio del paziente.

La protesi di ginocchio, vista la sua complessità articolare, è da anni al centro di una continua evoluzione sia nel disegno protesico che nella tecnica chirurgica, e attualmente un chirurgo ortopedico che si vuole avvicinare a questo tipo di chirurgia deve confrontarsi con tecniche operatorie altamente avanzate, che prevedono l'utilizzo di computer intraoperatorio per il corretto posizionamento protesico. Il professor Lisanti, insieme alla sua equipe ed al gruppo di Endocas, da anni svolge ricerca nell’ambito della chirurgia computer assistita e delle tecniche ricostruttive tridimensionali. Questa nuova tecnica è il sistema Visionaire (Smith/Nephew) che permette, mediante l'elaborazione dei dati acquisiti da una risonanza magnetica del ginocchio del paziente, la progettazione personalizzata delle maschere di taglio così da essere perfettamente sicuri di poter impiantare la protesi in maniera anatomica. Le maschere vengono quindi stampate in 3D nei laboratori della Smith/Nephew di Memphis (USA) e quindi spedite al reparto di Ortopedia pisano, pronte per essere utilizzate.

protesi di ginocchio ricostruita in 3DQuesta tecnica chirurgica è un'evoluzione ulteriore dei sistemi di navigazione computerizzata che attualmente vengono usati per il posizionamento protesico. Il miglioramento sta nel fatto che con questo sistema lo studio morfometrico del ginocchio del paziente viene eseguito nelle settimane che precedono l’intervento, arrivando, così, in sala operatoria con un planning già definito e con una protesi fatta su misura per il paziente, riducendo al minimo i tempi chirurgici. La sensazione è che per la prima volta ci si trova di fronte ad un sistema di impianto protesico che possa garantire dei risultati ottimali per il chirurgo, ma anche e soprattutto per il paziente.

(Ufficio stampa Aoup)

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  • 31 gennaio 2011

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