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Il valore della differenza

Uscito il nuovo libro curato dalle professoresse Biancheri e Spatari

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bincheri volume cover"La situazione italiana a un quarto di secolo dalla Conferenza Mondiale sulle Donne di Pechino. Il gap di genere tra ostacoli nel mondo del lavoro e stereotipi culturali" (Ets, 2018) è il titolo del nuovo libro curato da Rita Biancheri docente del Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Pisa, e da Giovanna Spatari, docente di Medicina del Lavoro dell’Università di Messina.

Pubblichiamo di seguito un estratto dal volume a firma di Rita Biancheri.

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Il tema delle pari opportunità e dell’equità di genere si ripresenta periodicamente all’attenzione della stampa in seguito alla ripresa di un dibattito, spesso mal posto e sensazionalistico, sulle difficoltà di fare carriera e sugli stereotipi che perdurano nelle radici sessiste della nostra cultura. Gli argomenti che da più parti vengono sollevati sembrano non tener conto dei numerosi studi, progetti europei e conoscenze che su questo tema hanno alimentato un confronto euristico significativo, evidenziando con chiarezza quali sono gli ostacoli e le barriere che nell’accademia e nei luoghi di lavoro discriminano le donne, escludendole dai ruoli apicali e rendendo la loro presenza debole nella sfera pubblica. Una rivoluzione incompiuta, sostiene Esping-Anderesen, una democratizzazione della nostra società che si ferma sulla soglia della sfera privata, dove gli eventi di cronaca quotidiani ci pongono di fronte a drammi esistenziali e a difficoltà che rendono non effettivo il principio della sostanzialità dei diritti per tutte le donne.

Ripercorrere le tematiche, che hanno caratterizzato l’ampia articolazione degli interventi e delle proposte politiche, della Conferenza mondiale delle donne di Pechino del 1995 ha un duplice scopo: da una parte far emergere, a più di vent’anni dall’incontro, la lentezza e vischiosità dei cambiamenti per una scarsa volontà di perseguirne gli obiettivi, dall’altra sostenere la ricerca individuando nuovi contributi per andare avanti, senza scoraggiarsi e con determinazione, per realizzare una società più giusta in grado di promuovere le capacità femminili, mettendo al centro il valore della differenza.

Il volume si propone non solo di mantenere viva l’attenzione su temi cruciali che riguardano tutti/e, dalla sfera familiare all’ambito occupazionale ed educativo, ma anche di fare chiarezza in uno scenario che sembra dimenticare troppo spesso gli esiti di importanti ricerche, come se in quest’ambito studiose e studiosi non abbiano pubblicato libri, disseminato risultati, tenuto convegni trasversalmente in tutte le discipline. Proprio per questo il rischio è quello di ripartite sempre da capo e ritrovarsi a sostenerne l’importanza, fiaccando però le energie più vitali proprio per l’insostenibile leggerezza che non raramente accompagna le argomentazioni e i luoghi comuni, ma soprattutto non permettendo agli studi di genere di essere inseriti a pieno titolo nella formazione universitaria e, quindi, non consentendo un’adeguata diffusione delle ra-dici storiche, sociali e di potere che invece dovrebbero essere i nodi da sciogliere e su cui concentrare le “azioni positive”.

Occorre, dunque, modificare l’organizzazione tuttora improntata unilateralmente sul neutro maschile, per contrastare quel fenomeno di “endogamia sociale” per cui si premiano le affinità. In altri termini, altrimenti si continua a rinforzare quel fenomeno, chiamato effetto Matilda, opposto all’effetto San Matteo, che produce per gli uomini un circuito cumulativo, premiando esponenzialmente coloro che già si trovano in un contesto privilegiato. La posizione europea è chiara occorre avviare un approccio comprensivo e sostenibile per trasformare strutturalmente le istituzioni, capitalizzare e valorizzare i talenti aumentando la presenza delle donne in tutti i settori.

Il progetto europeo TRIGGER (Transforming Institutions by Gendering contents and Gaining Equality in Research) della nostra Università - e presentato in questo libro - ha dato pienamente conto dei diversi elementi che formano il soffitto di cristallo: dai percorsi di socializzazione e familiari alle dinamiche segregative e valutative. Di conseguenza le ricette sono note, è necessario sostenerle con convinzione se c’è l’intenzione di rendere operative molte delle misure di contrasto diagnosticate anche in questo lavoro.


Rita Biancheri

 

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  • 20 novembre 2018

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