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In ricordo di Adalberto Giazotto

Pioniere della ricerca sulle onde gravitazionali e ideatore del rivelatore Virgo, è scomparso lo scorso 16 novembre

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Adalberto Giazotto, il fisico pioniere della ricerca sulle onde gravitazionali e ideatore del rivelatore Virgo costruito a Cascina, è morto nella notte tra il 15 e il 16 novembre. Da alcuni giorni era ricoverato all'ospedale Cisanello di Pisa. Il professor Giazotto, 77 anni, aveva indicato le frequenze nelle quali andare a cercare le onde gravitazionali, orientando sia la ricerca condotta dal rivelatore Ligo sia la realizzazione di Virgo. Alla moglie Lidia e ai figli Francesco, Alessandro, Cosima e Ilaria vanno le condoglianze del rettore Paolo Mancarella e dell'Università di Pisa.
Pubblichiamo di seguito il ricordo del professor Adalberto Giazotto, scritto dal collega Francesco Fidecaro a nome dei docenti del Dipartimento di Fisica dell'Ateneo Pisano.

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In ricordo di Adalberto Giazotto

Il 17 agosto di quest’anno, poco prima delle tre di pomeriggio a Pisa, veniva registrato dall’interferometro Virgo e dai suoi omologhi statunitensi di LIGO il passaggio di una onda gravitazionale. Il segnale era ben diverso da quello registrato negli eventi a partire dal 2015. Non due buchi neri, pura energia in grado di curvare un raggio di luce fino a catturarlo, ma due stelle di neutroni, materia compressa alla massima densità possibile dalla forza di gravità. La combinazione di Virgo e LIGO permise, indicando la direzione della sorgente, ai telescopi a terra e nello spazio di osservare un nuovo oggetto astronomico. Gli scienziati delle collaborazioni LIGO e Virgo, migliaia di astronomi e astrofisici con un centinaio di telescopi hanno lavorato in maniera frenetica per osservare tutte le fasi della “kilonova”, dall’accensione al raffreddamento. I dati hanno mostrato per la prima che in questo processo si formano, a partire dalla materia neutronica, gli elementi chimici pesanti come l’oro o l’uranio, la cui abbondanza è difficile spiegare altrimenti.

Si era realizzata la visione di Adalberto Giazotto il quale, mentre si costruiva Virgo, convinse i colleghi di LIGO a parlare degli interferometri come di una “singola macchina” distribuita su tutta la superficie terrestre con una piena condivisione dei dati, e non di una somma di tre strumenti. La sua visione si estese poi agli osservatori astronomici, e ben prima che venissero registrati gli eventi, comunità diverse si erano preparate alle osservazioni, scientificamente ma anche con accordi e protocolli, che potessero riconoscere a ciascuno il proprio contributo.

virgo

Nato nel 1940 a Genova, Adalberto Giazotto si era laureato a Roma con una tesi di Fisica Teorica per poi unirsi al gruppo di fisica sperimentale diretto prima da Edoardo Amaldi e poi da Gherardo Stoppini, titolare della cattedra di Spettroscopia a Pisa. Assieme ad alcuni colleghi pisani si trasferì nei primi anni ’70 a Daresbury, nel Regno Unito, per svolgere esperimenti di fisica delle particelle presso un elettrosincrotrone tra i più potenti dell’epoca. Successivamente partecipò al CERN a Ginevra all’esperimento FRAMM per la fotoproduzione di particelle con charm, assieme a un folto gruppo di giovani fisici pisani.

Impossibilitato a compiere i lunghi viaggi a Ginevra si dedicò a partire dei primi anni ’80 allo studio della Relatività Generale, riconoscendo che la rivelazione delle onde gravitazionali doveva essere guidata per quanto possibile dalla natura delle sorgenti e che le tecniche sperimentali dovessero essere al servizio di tale scopo. Con gli strumenti disponibili si potevano rivelare sorgenti interessanti ma rarissime, deboli, che emettono onde oscillanti molto rapidamente. Invece altre sorgenti, intense perché composte da masse molto maggiori, generano onde che oscillano più lentamente. Quelle erano l’obiettivo di Giazotto ma gli strumenti venivano assordati dalle vibrazioni della crosta terrestre. Partendo dai primi studi furono necessari vent’anni di sperimentazione a Giazotto e al suo gruppo per capire come costruire uno strumento in grado di registrare quelle oscillazioni. Proprio quelle delle sorgenti rivelate nel 2015.
Dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, propose assieme al francese Alain Brillet la costruzione dell’interferometro Virgo, che venne approvata con un accordo internazionale tra l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare italiano e il Centre National de la Recherche Scientifique francese nel 1994 che si impegnavano a finanziarne la costruzione. Nel 2002 le infrastrutture di Virgo, due tunnel rettilinei di tre chilometri nella campagna di Cascina, dove far viaggiare tra due specchi la luce di un laser, venivano consegnate per la sperimentazione e allo stesso tempo nasceva l’idea della “single machine”. Ci vollero altri 15 anni per giungere alla sua concretizzazione.

 Adalberto Giazotto

Dai molteplici interessi, appassionato collezionista di cristalli, manifestava la sua meraviglia per le bellezze che potevano sorgere dall’opera della natura e del tempo, così come dall’opera dell’uomo, in particolare attraverso la musica, di per sé effimera ma fonte di emozioni durature, come gli eventi che Virgo ha registrato.
Raffinato esponente di una scienza guidata da remoti obiettivi di conoscenza, era pressoché impermeabile ai meccanismi odierni di funzionamento della ricerca scientifica, guidato dalla sola ricerca della perfezione necessaria a fare “una cosa di una difficoltà mostruosa”. Adalberto Giazotto è uno straordinario esempio di come le idee scientifiche possano essere portate avanti, senza compromessi ma accettando sempre il responso della natura, fino a raggiungere traguardi impensabili.

Adalberto Giazotto ci ha lasciati lo scorso 16 novembre, creando un vuoto incolmabile. Desideriamo inviare alla famiglia il nostro più sentito cordoglio. Possa il suo ricordo rimanere anche quale esempio per i nostri studenti, nello studio e nella vita.

Francesco Fidecaro e i colleghi del Dipartimento di Fisica dell'Università di Pisa

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  • 20 novembre 2017

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