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Nota dell'Ateneo su indennità di carica e gettoni di presenza

La lettera inviata dal rettore al personale e agli studenti con la richiesta di rettifica per la stampa

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Ai docenti,
al personale amministrativo, tecnico e bibliotecario,
agli studenti,

negli ultimi giorni, su diversi giornali e su internet è circolata con insistenza la notizia di un presunto raddoppio delle indennità di carica del rettore, dei prorettori e dei direttori dei nuovi dipartimenti deciso dal CdA dell'Ateneo nella sua ultima seduta. Tale notizia si è basata su false affermazioni contenute nel comunicato di un'organizzazione sindacale di base e riportate, senza alcuna preventiva verifica, da diversi mass media.

Vi inoltro il documento di smentita che l'Ufficio Stampa ha inviato alle redazioni, che contiene l'indicazione dei reali contenuti di quanto deciso dal CdA, anche perché non tutti i giornali l'hanno pubblicata in modo integrale e continuano inoltre a essere diffusi da parte delle organizzazioni sindacali documenti contenenti cifre inesatte.

Il Rettore,
Massimo Augello

 

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Rettifica dell'Università di Pisa

palazzo Alla GiornataIn questi giorni, su alcuni organi di stampa sono continuate a circolare notizie false e cifre fantasiose circa un presunto raddoppio delle indennità di carica del rettore, dei prorettori e dei direttori dei nuovi dipartimenti, che avrebbe comportato un aumento delle spese a carico del Bilancio di Ateneo. Tutto questo nonostante una tempestiva e categorica smentita del rettore rilasciata lo stesso giorno della seduta del CdA a un importante quotidiano nazionale, l'unico che aveva sentito il dovere di verificare la fondatezza delle affermazioni riportate nel comunicato di un'organizzazione sindacale di base.

Nel constatare con rammarico che analogo comportamento non sia stato tenuto da altri organi di stampa – anche da chi solitamente è pronto a sollecitare commenti del rettore sulle più minute questioni –, al fine di rappresentare all'opinione pubblica in modo puntuale e corretto le decisioni assunte dal CdA dell'Ateneo, si precisa quanto segue.

La decisione di rimodulare alcune indennità di carica e gettoni (in particolare i gettoni di presenza dei componenti del CdA e l'indennità dei direttori di dipartimento, che costituisce il parametro per le altre) risponde all'esigenza di tener conto delle novità introdotte dalla legge di riforma dell'Università e dal nuovo Statuto, che modificano radicalmente compiti e funzioni dei singoli e degli organi, e concentrano in un numero limitato di figure e di strutture attività e responsabilità in precedenza distribuite in modo molto più ampio.

In quest'ottica, tuttavia, l'obiettivo che il CdA si è posto è stato quello di ridurre in modo sensibile la spesa complessiva prevista in Bilancio. È stato proprio il rettore che ha voluto che tale risparmio fosse di almeno il 20%, ancorché non vi fosse alcun obbligo di legge in tal senso.

Venendo, in concreto, alle cifre contenute nella delibera del CdA, si segnala che l'unico aumento percentualmente (ma non realmente) significativo è quello che riguarda i futuri consiglieri, il cui gettone di presenza passa da 162 a circa 320 euro lordo dipendente, per un compenso netto stimato (sulla base di una previsione di 15 sedute annue) in meno di 2.700 euro all'anno, a fronte di un impegno a tutto tondo per la complessiva gestione dell'Università!

Per quanto riguarda i direttori delle nuove strutture - che sono diminuiti da 60 a 20, con un significativo incremento non soltanto quantitativo dei loro compiti, visto che assumono anche la responsabilità delle attività didattiche e formative, che erano prima di competenza dei presidi – la loro indennità (alla quale è parificata quella dei prorettori), passerà da 5.050 euro lordo dipendente a circa 7.000 euro lordo dipendente all'anno (il che porta a un importo netto annuo di 3.500 euro rispetto ai 2.500 del passato).

Infine, l'indennità del rettore, ben lungi dal risultare "raddoppiata", passa, sempre su base annua, da 50.523 euro lordo dipendente a circa 56.000 euro lordo dipendente, mentre quella del prorettore vicario passa da 20.210 euro a circa 23.000 euro lordo dipendente, anche a seguito dell'autoriduzione, che entrambi hanno spontaneamente deciso, della propria indennità risultante dall'applicazione dei parametri tradizionali dell'Ateneo (Il che significa una indennità netta annua rispettivamente di circa 28.000 e 11.500 euro).

Una volta ristabilita la corretta entità degli aumenti (gli importi esatti saranno pubblicati sul sito dell'Ateneo non appena gli uffici competenti avranno finito di esaminare tutti gli aspetti tecnici della delibera del CdA) - come si vede ben lontani da quelli sbandierati con grande leggerezza - è difficile spiegare il balletto delle cifre e i titoloni dei giornali se non con la malafede di chi ha fornito false informazioni, le cui responsabilità l'Ateneo intende accertare, e con l'incapacità, a dire il vero inammissibile, di chi non ha saputo distinguere tra cifre "lordo dipendente" e "lordo amministrazione" (queste ultime più alte perché comprensive di contributi e altri oneri); e ha confrontato, dunque, importi attuali e futuri disomogenei e non confrontabili fra di loro, desumendone poi errate percentuali d'incremento ed esprimendo su questa base giudizi diffamatori. Eppure, sarebbe bastata una semplice e diretta verifica con l'Amministrazione per evitare tutto ciò!

Se il dissenso è normale e le critiche sono sempre possibili e persino auspicabili, specie quando si tratta di materie particolarmente delicate e di scelte che, come ricordava un editoriale di qualche giorno fa del caporedattore pisano de "Il Tirreno", possono apparire fuori sintonia con il clima che si respira nel Paese, tutt'altro che normale è presentare cifre false e formulare analisi fondate su un macroscopico travisamento dei fatti.

Del resto, sono proprio i fatti più recenti a dimostrare come l'Università di Pisa, il suo attuale vertice e i suoi organi collegiali – cui nello specifico spetta la responsabilità di riconoscere e valorizzare sempre e comunque le funzioni e i ruoli di tutti e di ciascuno, senza indulgere in atteggiamenti demagogici – siano particolarmente attenti e sensibili a quel che succede nel nostro Paese. Negli ultimi due anni, infatti, il nostro Ateneo – forse unico in Italia - ha realizzato una corposa manovra di assunzione di personale, che ha permesso ad alcune centinaia di ricercatori, amministrativi e tecnici, di uscire da una condizione di disoccupazione o di precariato; ha messo in atto una significativa riduzione delle tasse degli studenti, che ha mirato a salvaguardare soprattutto le fasce più deboli; ha continuato a praticare, pur fra tante difficoltà, una politica dei servizi agli studenti che non è seconda a nessuna in Italia per quantità e qualità e di forte sostegno alle loro istanze e alle loro esigenze.

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  • 5 novembre 2012

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