Contenuto principale della pagina Menu di navigazione Modulo di ricerca su uniPi

Danni alla tiroide provocati dal coronavirus, studio documenta il primo caso al mondo

La ricerca degli endocrinologi dell’Università di Pisa dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana pubblicata Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism

  • Condividi l'articolo su Facebook
  • Condividi su Twitter
  • Condividi su Google Plus

Uno studio degli endocrinologi dell’Università di Pisa dell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana ha documentato il primo caso al mondo di tiroidite subacuta provocato dal coronavirus.

 Il lavoro pubblicato sul Journal of Clinical Endocrinology and Metabolism, rivista della Società americana di endocrinologia ha come primo autore Alessandro Brancatella, medico specialista in endocrinologia e dottorando di ricerca, insieme alla biologa Debora Ricci, agli specializzandi Nicola Viola e Daniele Sgrò, a Ferruccio Santini, professore associato di endocrinologia e direttore dell’unità operativa Endocrinologia 1, e a Francesco Latrofa, professore associato di endocrinologia.

Il caso riguarda una giovane donna che ha avuto un attacco di tiroidite subacuta, una patologia infiammatoria della tiroide, subito dopo essere guarita spontaneamente dal coronavirus. Nello specifico la donna aveva fatto dei controlli alla tiroide un mese prima di ammalarsi di Covid-19 e la sua tiroide era risultata perfettamente funzionante.

“Ci sono molte prove sono a sostengo dell’eziologia virale o post virale della tiroidite subacuta – spiega Francesco Latrofa – negli anni, diversi virus sono stati associati a questa malattia, anche se ad oggi non era mai stato descritto nessun caso provocata da coronavirus”.

La tiroidite subacuta è caratterizzata da dolore al collo molto intenso, febbre e malessere e sintomi legati all’eccesso di ormoni tiroidei circolanti, come sudorazione, tachicardia ed insonnia. Per quanto riguarda la paziente in questione la malattia è stata trattata con successo con i glucocorticoidi.

“Abbiamo ritenuto importante condividere con la comunità scientifica il caso di questa paziente – conclude Francesco Latrofa - con oltre 5 milioni di pazienti infettati in tutto il mondo è molto probabile che altri casi di tiroidite subacuta da coronavirus vengano alla luce”.

 

3-6-2020

Questo sito utilizza solo cookie tecnici, propri e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Se vuoi saperne di più, consulta l'informativa