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Il cibo della saluteAl via il terzo appuntamento del ciclo "Pisa verso EXPO 2015. Il cibo tra scienza e conoscenza". Venerdì 6 febbraio dalle 9,15 al Polo didattico delle Piagge dell'Università di Pisa in via Matteotti si svolge il convegno "Il cibo della salute. Nutraceutica e alimenti funzionali", organizzato dal Centro Interdipartimentale Nutrafood-Nutraceutica e Alimentazione per la Salute diretto dalla professoressa Manuela Giovannetti.

Dopo i saluti istituzionali di Massimo Augello, Rettore Università di Pisa, Carlo Tomassini, Direttore generale Aoup e Luigi Marroni, Assessore al Diritto alla Salute della Regione Toscana, la prima sessione del convegno, "La ricerca e l'innovazione all'Università di Pisa", sarà animata dalla giornalista Sylvie Coyaud, Science Reporter del quotidiano Il Sole 24 Ore, che intervisterà esperti e scienziati dell'Ateneo sul tema cibo e salute. Seguiranno quindi alcuni interventi sempre su questo tema declinato su singoli alimenti, come ad esempio il formaggio o il riso, o su specifiche patologie, quali il diabete, l'obesità.

Nel pomeriggio, si svolgerà poi la tavola rotonda "Alimenti funzionali: le innovazioni nel comparto agro-alimentare dalla terra alla tavola. Scienziati e mondo produttivo a confronto", a cui parteciperanno rappresentanti delle principali catene della grande distribuzione, delle associazioni dell'industria alimentare, dei consumatori, dei commercianti e delle organizzazioni degli agricoltori fra cui: Cinzia Coduti (Area Ambiente e Territorio Coldiretti, Roma), Rossella Rocchi (Controllo qualità Unicoop Firenze), Cristina Del Moro (Responsabile Educazione al consumo consapevole Unicoop Tirreno), Andrea Righini (Direttore Consorzio di Tutela del Pecorino Toscano DOP), Carlo Santarelli (Presidente Caseificio di Manciano), Fabiola Giannerini (Responsabile Controllo qualità, Caseificio di Manciano), Massimo Marchesin (Presidente Consorzio di tutela e promozione della filiera AMICOMEGA), Guido Franchi (Presidente Ordine Agronomi e Forestali - Pisa Lucca Massa Carrara), Lara Ciardelli (Controllo qualità, Caseificio Busti), Anna Silvia Citernesi (Oliveti di Toscana) Francesco Peccianti (Antico Frantoio Toscano), Lucia Paoletti (Responsabile Produzione L'Ortofruttifero) e Maurizio Figuccia (Vice Presidente Associazione Italiana Panificatori ASSIPAN).

La fotogallery dell'evento sulla pagina Facebook dell'Università di Pisa

Ne hanno parlato:
La Nazione
QuotidianoSanità.it
MeetTheLifeScience.it
GoNews.it
AgricolturaOggi.it
StampToscana.it
PisaInformaFlash.it
ControCampus.it

liliana dell'ossoStudiare la psichiatria attraverso il cinema d'autore. Sono cinque i film che la professoressa Liliana Dell'Osso (foto), direttore della Scuola di specializzazione in psichiatria dell'Università di Pisa, ha selezionato insieme al dottor Riccardo Dalle Luche per fare lezione ai propri studenti. Il corso rappresenta uno degli strumenti che la clinica psichiatrica di Pisa utilizza per allargare la sensibilità clinica rispetto a condizioni ampiamente sottovalutate o mal diagnosticate nella pratica corrente. Il tema affrontato in questo nuovo percorso didattico sono i disturbi dello spettro autistico dell'adulto.

"I meccanismi della narrazione cinematografica – spiega Liliana Dell'Osso - consentono una partecipazione emotiva e favoriscono, laddove le vicende o i personaggi richiamano con verosimiglianza comportamenti e sintomi di pertinenza psichiatrica, una comprensione immediata e gradevole, secondo il fenomeno del cosiddetto 'godimento comprendente'".

Adele HLe proiezioni, aperte anche al pubblico, si svolgeranno al cinema Arsenale in vicolo Scaramucci a Pisa alle 16,30. Il programma parte il 5 febbraio con "Adele H." di François Truffaut (1975), a seguire il 19 febbraio "La solitudine dei numeri primi" di Saverio Costanzo (2010), quindi il 5 marzo "Inseparabili" di David Cronenberg (1988), e il 26 marzo "La conversazione" di Francis Ford Coppola (1974) per finire il 16 aprile con "L'amore bugiardo di David Fincher" (2014).

"I film d'autore che abbiamo scelto – ha concluso la professoressa Dell'Osso - spaziano dagli anni '70 al giorno d'oggi e raccontano vicende che possono esemplifcare come lo sviluppo di ben definiti quadri psicopatologici come ad esempio i disturbi deliranti, i disturbi gravi della condotta alimentare, le depressioni psicotiche o gravi disturbi di personalità mascherati da condotte iperadattative possano svilupparsi da nuclei sintomatici dello spettro autistico dell'adulto".

 


Ne hanno parlato:
La Repubblica Firenze
Il Tirreno Pisa
La Nazione Pisa
Tirreno.it
GoNews.it
Controcampus.it
StampToscana.it
PisaInformaFlash.it
Healthdesk.it
Asapress.it
Cameralook.it

ricerca internoL'Università di Pisa investe nel settore della ricerca, con la pubblicazione di due bandi che mirano a finanziare progetti di ricerca di Ateneo e l'acquisto di grandi attrezzature.
Con il finanziamento di Progetti di Ricerca di Ateneo (PRA), l'Università intende promuovere, in tutte le Aree CUN, la realizzazione di ricerche presentate da gruppi di ricercatori dell'Ateneo. Il finanziamento a disposizione per l'anno 2015 - che si aggiunge a quello di pari importo stanziato per la ricerca individuale - è di 3 milioni di euro e la scadenza per la presentazione delle proposte è fissata per le ore 17 di mercoledì 28 gennaio 2015.
Il testo del bando e la relativa modulistica sono disponibili sul sito dell'Ateneo, all'indirizzo: www.unipi.it/index.php/finanziamenti/item/5363-bando-per-il-finanziamento-di-progetti-di-ricerca-di-ateneo-pra-2015.
Con il secondo bando, l'Università vuole cofinanziare l'acquisto di attrezzature scientifiche di costo superiore a 100 mila euro (IVA compresa), che studiosi dell'Ateneo potranno utilizzare per svolgere attività di ricerca.
Il finanziamento complessivo per il 2015 è pari a 1 milione e mezzo di euro e la scadenza per l'invio delle proposte è fissata per le ore 17 di giovedì 22 gennaio 2015.
Il testo del bando e la relativa modulistica sono disponibili sul sito dell'Ateneo, all'indirizzo: www.unipi.it/index.php/finanziamenti/item/5365-bando-per-il-cofinanziamento-di-grandi-attrezzature-scientifiche.

foto_chirurgiaUna storia a lieto fine, una storia di buona sanità pionieristica, innovativa, una storia di lavoro di squadra. E' quanto è avvenuto a Pisa, al centro trapianti di rene dell'Aoup il 26 marzo scorso, quando è stato effettuato con successo un trapianto di rene in un bambino di 8 anni, di conformazione minuta, da donatore adulto incompatibile sia per gruppo di sangue che per la presenza di anticorpi (i cosiddetti anticorpi donatore-specifici). Il rene è stato donato dalla madre. A distanza di 8 mesi sia il bambino che la madre stanno bene ed hanno funzione renale completamente normale e oggi a Pisa hanno voluto partecipare alla conferenza stampa di presentazione. Questo eccezionale trapianto si inquadra in un'attività sistematica di trapianto renale da donatore incompatibile sviluppata a Pisa, che apre nuove frontiere a pazienti di difficile trapiantabilità. Questi pazienti fino ad oggi erano destinati ad attese lunghe rischiando, talvolta, perfino di non essere mai trapiantati, nonostante le grandi energie profuse e l'applicazione di strategie organizzative nazionali d'avanguardia.

La storia

G. nasce il 9 gennaio 2006. Pochi mesi dopo si manifesta una malattia renale che lo condurrà rapidamente alla dialisi, necessaria già ad un anno di vita. Il trapianto appare da subito la strada da intraprendere. Il 27 agosto 2010 G. viene trapiantato da donatore cadavere pediatrico in un grosso centro di trapianto pediatrico. Il trapianto purtroppo fallisce per trombosi (cioè per la coagulazione del sangue all'interno dei vasi), un'eventualità frequente nei trapianti eseguiti nei bambini piccoli, soprattutto se il donatore è un coetaneo o è comunque un bambino piccolo.

G. si riprende dal trapianto fallito, ma nel suo sangue ne restano le tracce. In particolare il bambino si "immunizza" ad alto titolo (> 90%). In altri termini, il sistema immunitario di G. produce anticorpi in grado di reagire con gli antigeni (le proteine che determinano la compatibilità immunologica) del 90% dei possibili donatori. Considerata la piccola taglia del bambino ed il numero, fortunatamente, piccolo di donatori cadaveri della stessa età, la possibilità per G. di ricevere un secondo trapianto da donatore cadavere era diventata molto bassa.

La famiglia si rivolge quindi ad alcuni centri di trapianto, ottenendo da tutti la stessa risposta: è necessario inserire G. in lista di attesa e "sperare" in un donatore cadavere compatibile. Questo consiglio è motivato anche dal fatto che i possibili donatori viventi (madre e padre) sono entrambi incompatibili rispetto al bambino sia per gruppo di sangue che per la presenza di anticorpi donatore specifici. Non resta che attendere. Nel frattempo i segni della lunga permanenza in dialisi diventano sempre più visibili sia sul piano fisico (evidente ritardo di crescita) che su quello sociale (difficoltà di inserimento scolastico e di partecipazione alle attività ludico-ricreative).

La famiglia viene a conoscenza del fatto che a Pisa, un centro particolarmente attivo nel trapianto renale da donatore vivente, sono già stati trapiantati bambini piccoli con reni di donatori adulti e che è stato anche sviluppato un programma di trapianto da donatore incompatibile. G. viene quindi valutato a Pisa dal gruppo medico multidisciplinare che si esprime favorevolmente rispetto al trapianto, sebbene in Italia non sia mai stato eseguito prima questo tipo di trapianto: cioè la combinazione di un trapianto da un donatore adulto in un bambino piccolo con duplice incompatibilità. Il bambino dovrà essere "condizionato" per ricevere il trapianto sia rispetto al'incompatibilità di gruppo sanguigno che degli anticorpi rivolti contro gli antigeni dei genitori. Come donatore viene scelta la madre.

Il trapianto viene eseguito il 26 marzo 2014. L'organo viene prelevato dalla madre con tecnica mini-invasiva laparoscopica e trapiantato con tecnica tradizionale. Il decorso post-trapianto è regolare sia per il bambino che per la madre. Il rene funziona a pieno fin da subito. Nei mesi successivi al trapianto G. e la mamma stanno bene. G. riprende a crescere – a causa della patologia era rimasto di piccola taglia - sperimenta alcune attività che prima gli erano sconosciute (ad esempio va in spiaggia e fa il bagno in mare) e, a settembre, inizia la scuola. La mamma torna alle sue attività, senza differenze rispetto a prima.

Attualmente G. ha una funzione renale normale e vive come ogni bambino della sua età.

Cosa rende questo trapianto eccezionale

Questo trapianto è reso eccezionale da due elementi:

1. Trapiantare in un bambino di piccola taglia (16 Kg) il rene di un adulto.

2. Trapiantare un organo doppiamente incompatibile, per gruppo e per la presenza di anticorpi, evitandone il rigetto. Anche questo è reso più difficile dalla piccola taglia del paziente.

Riguardo al punto 1 (discrepanza di taglia donatore-ricevente) la principale difficoltà consiste nel fatto che il volume di sangue del piccolo paziente (cosiddetta volemia) è insufficiente a perfondere il rene "grande". In termini pratici, il rene di un adulto richiede 1200-1500 mL di sangue al minuto (il rene è un filtro e, in quanto tale, è l'organo più vascolarizzato in assoluto). La volemia di G. era calcolata essere pari a circa 800 mL complessivi. Inoltre i bambini hanno una pressione sanguigna bassa mentre un rene di un adulto, per funzionare, richiede una pressione "normale". La pressione normale per un adulto è alta per un bambino. Esistono inoltre altre differenze emodinamiche (relative a come il sangue circola e perfonde gli organi) in un bambino rispetto all'adulto e per ognuna di esse è necessario trovare un compromesso.

La prima grande difficoltà è stata quindi quella di aumentare rapidamente il volume di sangue del bambino (durante l'anestesia, prima che fosse trapiantato il rene) in modo che l'organo fosse ben perfuso fin da subito e che ciò non avvenisse a spese di un "furto" di sangue rispetto agli altri distretti corporei. Espandere rapidamente il volume circolante è molto difficile perché si devono rispettare molti delicati equilibri fisiologici. Il rischio principale è che l'eccesso di liquido si accumuli nei polmoni (edema polmonare) e/o che il cuore abbia difficoltà a gestire l'improvviso lavoro aggiuntivo. Al contempo vengono somministrati al bambino farmaci molto importanti perché deputati ad impedire il rigetto dell'organo. Questi farmaci, o meglio alcune reazioni che seguono alla loro infusione, possono comportare ulteriori difficoltà respiratorie e/o di circolazione. Tutto ciò richiede quindi un team di anestesia molto esperto sia in chirurgia pediatrica che in chirurgia dei trapianti.

Altra difficoltà tecnica: inserire un rene "grande" nell'addome di un bambino piccolo. E poi riabilitare una vescica piccolissima (capacità circa 20 cc) che, sostanzialmente, non aveva mai avuto modo di funzionare e si era quindi atrofizzata. Anche questi aspetti chirurgici richiedono esperienza.

Riguardo al punto 2 (incompatibilità donatore-ricevente), in condizioni standard un rene è considerato compatibile quando donatore e ricevente hanno lo stesso gruppo di sangue, o un gruppo compatibile (es. donatore 0 e ricevente A) e quando, nel plasma del ricevente, non vi sono anticorpi diretti verso gli antigeni del donatore. Il fattore Rh, invece, non ha importanza (cioè è possibile trapiantare organi da donatori con fattori Rh diversi, senza conseguenze). Persone con gruppi di sangue incompatibili (es. A e B) hanno nel sangue anticorpi preformati o naturali (cioè presenti fin dalla nascita) che comportano un'immediata reazione immunologica nel caso in cui vengano in contatto con gli antigeni di un gruppo di sangue diverso. Le persone di gruppo 0 (non esprimendo antigeni né A né B) possono donare a chiunque (cosiddetti donatori universali). Le persone di gruppo AB (esprimendo antigeni sia A che B) possono ricevere da chiunque (cosiddetti riceventi universali).

Gli anticorpi donatore-specifici sono rivolti verso agli antigeni del sistema di istocompatibilità cioè verso delle proteine che determinano la compatibilità dei tessuti, a prescindere dal gruppo sanguigno. Alla nascita non abbiamo questi anticorpi ma li possiamo acquisire nel corso della vita a seguito di contatti con cellule di altri essere umani. Le fonti di possibile immunizzazione sono le trasfusioni di sangue, i trapianti d'organo o di tessuti (ad eccezione della cornea) e, nelle donne, le gravidanze. Questi anticorpi, se diretti verso gli antigeni del donatore (e quindi donatore-specifici), causano rigetto.

Il rigetto che consegue al trapianto di un organo incompatibile per gruppo di sangue o per presenza di anticorpi donatore-specifici è di tipo umorale (cioè innescato dagli anticorpi) e si traduce in un rigetto particolarmente aggressivo, rivolto prevalentemente contro i vasi dell'organo. Talvolta, quando questo processo si innesca non è possibile arrestarlo. Altre volte è possibile arrestarlo con trattamenti energici.

Grazie alla disponibilità di alcune nuove terapie è oggi possibile "condizionare" un potenziale ricevente ad accettare un organo altrimenti incompatibile. Il processo di condizionamento è meglio applicabile ad un trapianto da donatore vivente per il fatto che si tratta di un intervento programmabile (mentre quello da donatore cadavere ha un tempistica imprevedibile e gli effetti del condizionamento non si mantengono a lungo termine). Si tratta di terapie farmacologiche, aggiuntive rispetto ai protocolli antirigetto standard (comunque necessari), che bloccano la produzione di nuovi anticorpi e di trattamenti di rimozione degli anticorpi già presenti. Questi ultimi si basano su procedure di plasmaferesi o plasma-filtrazione con filtri specifici. Grazie a queste complesse strategie mediche è possibile abbassare il livello degli anticorpi (naturali o acquisiti) fino ad una soglia che evita il rigetto. Successivamente si instaura un fenomeno, chiamato "adattamento", per cui il ricevente si adatta alla presenza dell'organo incompatibile. Ovviamente l'organo può ancora essere rigettato in base a quei meccanismi che possono intervenire in qualsiasi trapianto. Persiste inoltre un rischio maggiore di perdita dell'organo per rigetto umorale, rispetto a chi riceve un organo compatibile.

I trapianti incompatibili a Pisa

Ugo BoggiIl Centro trapianti di Pisa, oggi diretto dal professor Ugo Boggi, ha una lunga tradizione nel trapianto di rene, iniziata il 15 febbraio 1972. Lo stesso anno fu trapiantato anche un bambino. Il Centro trapianti di Pisa è il più attivo in Italia per il trapianto renale da donatore vivente ed è particolarmente attento all'innovazione tecnologica ed al suo possibile contributo alla trapiantologia. Solo alcuni esempi: il primo prelievo di rene con tecnica laparoscopica effettuato in Italia (27 aprile 2000) è stato eseguito a Pisa, il primo trapianto di rene in modalità cross-over effettuato in Italia (15 novembre 2005) è stato eseguito a Pisa, il primo trapianto renale robotico (3 luglio 2010) effettuato in Europa è stato eseguito a Pisa, il primo trapianto di pancreas robotico (27 settembre 2010) effettuato nel mondo è stato eseguito a Pisa.

In base ai dati del Centro nazionale trapianti (relativi al periodo 1 gennaio 2001 – 30 giugno 2013, gli ultimi pubblicati) essi mostrano che il Centro trapianti di Pisa è il più attivo in Italia con 249 trapianti su un totale nazionale di 1877 (13.2 %). In particolare, è il primo per numero di trapianti eseguiti dai 34 Centri impegnati in questo tipo di attività in Italia. Nell'anno in corso sono stati eseguiti 33 trapianti di rene da donatore vivente, di cui 14 incompatibili: 5 esclusivamente rispetto al gruppo sanguigno, 4 esclusivamente con anticorpi donatore-specifici, e 5 con entrambi. I risultati sono buoni e tutti i reni al momento hanno funzione normale. Anche i reni trapiantati con le stesse problematiche negli anni precedenti sono funzionanti.

Prospettive future

L'innovazione ha un ruolo fondamentale per ogni Centro trapianti e certamente anima quello di Pisa. Attualmente sono in fase di valutazione alcuni protocolli che consentiranno di trapiantare pazienti con gradi ancora più elevati di incompatibilità sia attraverso l'applicazione di nuovi protocolli farmacologici ed aferetici, che attraverso l'uso di soluzioni tecniche innovative. A quest'ultimo riguardo è già pronto un protocollo operativo che potrebbe consentire di affrontare con successo i casi più complessi, senza dover ricorrere a particolari strategie farmacologiche o aferetiche. Siamo in attesa delle necessarie autorizzazioni da parte degli organismi competenti e speriamo di poter avviare a breve questa nuova attività. Resta inoltre fondamentale consolidare e sviluppare ulteriormente l'attività di trapianto da donatore vivente, particolarmente opportuna nei bambini, ma necessaria in qualsiasi fascia di età.

Il Team del trapianto

Interventi come quello che è stato descritto sono resi possibili solo da una medicina di team. Questo concetto è da sempre particolarmente sviluppato a Pisa e su questo si basano, in gran parte, i primati che sono stati collezionati nel corso degli anni. Le professionalità che sono state coinvolte in questo trapianto sono state numerose ed hanno coinvolto tutte le specialità tipicamente impegnate nei trapianti renali. In questo caso sono risultate centrali le competenze del team di anestesia e rianimazione, del team di chirurgia, del team di immunologia dei trapianti e del team di pediatria.

Per quanto riguarda il team di anestesia e rianimazione, diretto dal dottor Claudio Comite, la delicata fase intraoperatoria e gran parte di quella post-operatoria è stata gestita dai dottori Gabriella Amorese e Giovanni Consani con i quali, e grazie ai quali, sono state sviluppate negli anni molte attività di avanguardia in chirurgia pediatrica oncologica e trapiantologica. Per quanto riguarda il team di chirurgia, diretto dal professor Ugo Boggi, hanno partecipato all'intervento e alle cure pre- e post-operatorie del bambino il dottor Fabio Vistoli, la dotttoressa Chiara Croce, il dottor Stefano Signori, la dottoressa Nelide De Lio, il dottor Vittorio Perrone, il dottor Fabio Caniglia, la dottoressa Linda Barbarello. Per quanto riguarda il team di immunologia dei trapianti, diretto dal dottor Fabrizio Scatena, sono risultati particolarmente rilevanti i contributi della dottoressa Luciana Mariotti, che si è occupata delle determinazioni relative alla definizione della compatibilità/incompatibilità, e del dottor Alessandro Mazzoni, che ha gestito le procedure di rimozione degli anticorpi. Per quanto riguarda il team di pediatria, diretto dal dottor Claudio Favre, sono risultati particolarmente rilevanti i contributi della dottoressa Gabriella Casazza, della dottoressa Mariacristina Menconi e della dottoressa Laura Luti, che si sono occupate del decorso post-operatorio in collaborazione con il Team principale, della dottoressa Eleonora Dati per le problematiche endocrinologiche e di tutto il personale infermieristico guidato dalla signora Tiziana Del Carlo.

(Ufficio Stampa Aoup)

Guido Bocci, nato a Lucca nel 1969, è ricercatore di Farmacologia del dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale dell'Università di Pisa. Attualmente le sue ricerche sono rivolte fondamentalmente a tematiche relative alla chemioterapia antineoplastica, in particolare ai farmaci inibitori dell'angiogenesi, allo sviluppo farmacodinamico e farmacocinetico della chemioterapia metronomica e agli aspetti di farmacoeconomia degli antineoplastici. Il libro "Metronomic Chemotherapy. Pharmacology and Clinical Applications" pubblicato da Springer (Berlin, 2014) analizza in modo critico, per la prima volta dalla sua comparsa sulla scena della ricerca medica e della pratica clinica, tutti gli aspetti salienti della chemioterapia metronomica.

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cover volume BocciLa chemioterapia metronomica è un nuovo approccio alla terapia antineoplastica caratterizzato sia dalla somministrazione frequente e regolare (ad esempio giornaliera) di basse dosi di chemioterapici antitumorali per periodi prolungati di tempo, che da un profilo di tossicità altamente favorevole con potenziale riduzione significativa dei costi per il Servizio Sanitario Nazionale.

I contributi a questo libro, curato congiuntamente da Guido Bocci dell'Università di Pisa e da Giulio Francia dell'Università del Texas a El Paso, provengono da differenti aree geografiche (Europa, Asia, America e Oceania) dove la ricerca preclinica e clinica sulla chemioterapia metronomica si sta velocemente sviluppando. Questo fenomeno è dovuto alle caratteristiche favorevoli di questa particolare chemioterapia soprattutto se impiegata nell'ambito delle cure palliative o di mantenimento dopo trattamenti con regimi di chemioterapia standard. In questo quadro, sono da sottolineare le esperienze (descritte in altrettanti capitoli del libro) di alcuni gruppi appartenenti all'Università di Pisa, come la Farmacologia Medica (Guido Bocci e collaboratori), l'Oncologia Medica (Alfredo Falcone e colleghi) e la clinica veterinaria (Veronica Marchetti e Mario Giorgi) che hanno permesso un contributo determinante allo sviluppo di questo nuovo approccio chemioterapico.

Dopo una sezione di apertura sulle basi farmacologiche della chemioterapia metronomica, compresi i suoi effetti antiangiogenici e l'impatto sul sistema immunitario, sono discussi in modo approfondito le basi razionali di questa terapia somministrata da sola o in associazione con farmaci antiangiogenici. Le applicazioni cliniche della chemioterapia metronomica in una vasta gamma di tumori (anche pediatrici) sono poi affrontate in dettaglio, con la descrizione dei risultati di tutti gli studi clinici pubblicati al fine di fornire un quadro preciso e critico delle esperienze sinora effettuate in vari paesi del mondo. Infine, la farmacologia clinica della chemioterapia metronomica è riportata in modo approfondito, includendo la farmacocinetica, la farmacogenetica, la farmacoeconomia, e le reazioni avverse ad oggi descritte per questa chemioterapia. Il libro si chiude con la descrizione del ruolo sempre più importante di questa terapia nell'ambito della clinica veterinaria.

Conferenza Cittadella GalileianaSono cinque i grandi progetti che saranno sviluppati nell'ambito del "Protocollo d'intesa per interventi di rilancio turistico, culturale ed economico della città di Pisa" sottoscritto sabato 15 novembre, nella nuova Sala didattica del Museo degli strumenti per il calcolo, dal presidente della Regione, Enrico Rossi, dal sindaco Marco Filippeschi e dal rettore Massimo Augello. Come ha precisato il presidente Rossi, l'investimento complessivo della Regione sarà di 13 milioni di euro, quasi per intero quanto incassato con la vendita delle azioni dell'ente nella società che gestisce l'aeroporto pisano. Oltre alla conferma degli accordi relativi alla realizzazione complessiva della Cittadella Galileiana e alla riqualificazione dell'intera area, cui saranno destinati cinque milioni di euro, allo studio di fattibilità dei piani legati alla Cittadella aeroportuale e alla Stazione Marconi a Coltano, il Protocollo introduce come novità due progetti che riguardano direttamente l'Università di Pisa.

La SapienzaIl primo si riferisce al recupero del Palazzo della Sapienza, cui saranno destinati tre milioni di euro. In questo caso, l'Ateneo predisporrà il progetto definitivo per quanto riguarda i lavori di consolidamento strutturale e di ripristino funzionale dell'edificio, per consentire quanto prima la sua riapertura. Come già approvato in via preliminare dagli Organi dell'Ateneo, il Palazzo tornerà a essere sede del dipartimento di Giurisprudenza e accoglierà un Polo didattico e la nuova Biblioteca delle scienze giuridico-sociali, oltre a continuare a ospitare la prestigiosa Biblioteca Universitaria del MIBACT.

Orto Botanico

 

 

Un contributo di un milione di euro servirà, invece, per la realizzazione del nuovo Polo museale all'Orto Botanico, che prevede la creazione di uno spazio espositivo articolato e multidisciplinare, con filo conduttore il racconto del legame storico tra Università di Pisa e scienza. L'intervento, che avrà un forte impatto turistico essendo l'Orto lungo il percorso che collegherà la Cittadella Galileiana alla Piazza dei Miracoli, porterà a riunire nell'edificio principale sette degli attuali undici musei universitari, valorizzando gli altri edifici presenti nell'Orto e recuperando in pieno gli accessi storici.

 "Il Protocollo che firmiamo oggi – ha commentato il rettore Massimo Augello – dà respiro progettuale ai piani di sviluppo dell'Università e della città di Pisa, insistendo su tre asset fondamentali quali cultura, turismo ed economia. Da un lato, esso ci permette di rendere concreto il cronoprogramma per il recupero della Sapienza, con l'approvazione nelle prossime settimane del piano definitivo degli interventi e l'avvio dei lavori nella primavera del 2015. Dall'altro, ci aiuta a valorizzare l'Orto Botanico come sede del nuovo Polo museale dell'Ateneo, con il completamento entro un anno degli interventi in programma nella palazzina centrale e nell'edificio detto "delle Conchiglie" e con la riapertura dello storico accesso di Via Roma, lungo il percorso che conduce a Piazza dei Miracoli".

Ne hanno parlato:
Corriere Fiorentino
Repubblica Firenze
Tirreno
Tirreno Pisa1
Tirreno Pisa2
Tirreno Pisa3
Nazione Pisa
PisaToday.it
PisaInformaFlash.it

La Fondazione Arpa ha donato al centro EndoCAS il simulatore più avanzato per imparare a operare col robot da Vinci. Il "dV-Trainer", dell'azienda americana Mimic, è il primo ad arrivare in Italia, dopo che in Europa ne sono stati installati in Francia, Inghilterra e Germania. La Fondazione Arpa, nata per iniziativa e presieduta dal professor Franco Mosca e che ha come presidente onorario il Maestro Andrea Bocelli, promuove la ricerca e la formaziorobot da Vincine in vari campi della sanità, in particolare la chirurgia, ed è attiva in vari progetti a scopo umanitario. EndoCAS, centro di eccellenza della chirurgia assistita al calcolatore dell'Università di Pisa, è stato fondato dal professor Franco Mosca ed è attualmente guidato dal professor Mauro Ferrari.

Il simulatore consentirà al centro EndoCAS di svolgere studi scientifici innovativi per sviluppare, ad esempio, nuovi percorsi formativi, come quello basato su uno studio condotto dall'ingegner Andrea Moglia di EndoCAS in collaborazione col professor Alfred Cuschieri per l'uso dei simulatori virtuali per selezionare gli specializzandi in chirurgia, un argomento di forte interesse negli Stati Uniti. Tale percorso è ora disponibile a tutti gli utenti della comunità online di Mimic.

EndoCAS consolida la sua leadership in Italia nella simulazione in chirurgia robotica. Infatti sempre a Pisa, nel 2011, è arrivato il primo da Vinci Skills Simulator in Italia presso l'Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana. EndoCAS è anche l'unico centro italiano accreditato dall'American College of Surgeons per la formazione in chirurgia attraverso la simulazione e unico in Italia a partecipare allo studio di validazione multicentrico "Fundamentals of Robotic Surgery" in collaborazione con Intuitive Surgical e il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti per redigere un curriculum destinato a diventare lo standard internazionale per chi inizierà ad usare il robot da Vinci.

Foto di Enzo Cei. Copyright della Fondazione Arpa (www.fondazionearpa.it)

cinesiDal 28 settembre al 17 ottobre, tredici dirigenti dell'Amministrazione per gli Alimenti e Farmaci della Regione Autonoma del Guangxi - massima autorità cinese per la sicurezza alimentare - hanno seguito un corso di alta formazione sull'organizzazione del settore della sicurezza alimentare e sulla gestione dei rischi all'Università di Pisa.

Il corso era organizzato dal Centro Sino-Italiano per la Sicurezza Alimentare (CSISA), che ha sede presso il dipartimento di Scienze Veterinarie dell'Ateneo pisano ed è coordinato dalla professoressa Alessandra Guidi. Oltre al dipartimento, sono direttamente coinvolti nell'attività del Centro la Direzione generale del diritto alla salute e delle politiche di solidarietà della Regione Toscana, l'Istituto zooprofilattico sperimentale per il Lazio e la Toscana e le Aziende Asl.

Gli ospiti cinesi, durante le tre settimane, hanno avuto l'opportunità di confrontarsi direttamente con i docenti provenienti dal mondo accademico e quello istituzionale dei controlli ufficiali e allo stesso tempo hanno potuto seguire i lavori sul campo della gestione del controllo ufficiale grazie alla collaborazione dell'ASL 10 di Firenze.

L'attività del CSISA, per la parte di sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria, si colloca all'interno di un progetto di cooperazione internazionale tra Regione Toscana e Regione Autonoma del Guangxi, cha ha tra gli obiettivi realizzare una scuola stabile tra le due Regioni sulle tematiche della sicurezza alimentare.

taiwan ranking Dopo gli ottimi risultati ottenuti nelle classifiche elaborate dall'ARWU di Shanghai e dall'Agenzia QS, l'Università di Pisa vede confermata la sua qualità elevata e diffusa dal National University Ranking di Taiwan. L'Ateneo pisano si piazza, infatti, al 201° posto nel mondo e al 7° in Italia, mentre sono complessivamente 36 le università italiane collocate tra le migliori 500, selezionate su una base di oltre 4.000 istituzioni.

L'Università di Pisa è presente nelle prime 300 posizioni mondiali in tre settori su sei: le Scienze naturali, in cui è al 111° nel mondo e al 4° posto in Italia; la Medicina clinica e l'Ingegneria, rispettivamente al 204° e al 287°. L'Ateneo è infine presente in 11 discipline sulle 14 sottoposte a valutazione, con in evidenza quello della Fisica che occupa la 74a posizione al mondo e la 4a in Italia.

Sono in crescita di oltre sei punti percentuali le immatricolazioni ai corsi di laurea triennale e a ciclo unico dell'Università di Pisa. Secondo i dati elaborati dall'Ufficio programmazione, valutazione e statistica dell'Ateneo, alla data del 15 ottobre, i nuovi iscritti all'anno accademico 2014/2015 sono 8.150 contro i 7.677 registrati alla stessa data dell'anno passato. La differenza è dunque di 473 immatricolati, pari a circa il 6,2%._DSC8865

L'aumento di immatricolazioni è pressoché generale. In termini assoluti, i maggiori incrementi si registrano ai dipartimenti di Economia e management, con 140 matricole in più rispetto allo scorso anno, pari al 13,6%, di Ingegneria dell'informazione (+78 e 12,4%) e di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali (+74 e 29,7%).

I dipartimenti con più immatricolati restano Economia e management con 1.168, Ingegneria civile e industriale (791), Ingegneria dell'informazione (705) e Filologia, letteratura e linguistica (689).

Sono in crescita di quasi 13 punti percentuali le iscrizioni al primo anno delle lauree magistrali, che passano da 1.130 a 1.273. In questo caso, i dipartimenti con più iscritti sono Economia e management (251), Filologia, letteratura e linguistica (149), Ingegneria dell'informazione (121), Ingegneria civile e industriale e Civiltà e forme del sapere, entrambi a 120.

studenti"I dati sugli immatricolati all'anno accademico 2014-2015 - ha commentato il rettore Massimo Augello - ci vedono ancora una volta in felice controtendenza rispetto all'andamento nazionale. Più volte, infatti, gli organi di stampa hanno segnalato il calo complessivo di immatricolazioni che si sta registrando in Italia, mentre l'Università di Pisa ha conosciuto una crescita quasi costante, passando dai circa 7.000 immatricolati del 2001-2002 agli oltre 8.000 dell'ultimo periodo; una quota che abbiamo già superato anche quest'anno, nonostante manchino ancora diverse settimane alla chiusura dei termini per immatricolarsi. Ancora più significativo è il fatto che tale crescita sia distribuita in modo equilibrato su tutte le aree disciplinari e sulla quasi totalità dei dipartimenti, a dimostrazione che nel nostro Ateneo non vi sono solo alcuni settori di eccellenza, ma una qualità media molto elevata e diffusa. Sono sicuro che questo risultato è anche il frutto delle politiche attuate negli ultimi anni dall'Ateneo, che hanno puntato ad accrescere la qualità e la quantità dei servizi a favore degli studenti".

Si ricorda che i termini per immatricolarsi ai corsi di laurea di primo livello e ai corsi di laurea a ciclo unico andranno avanti fino al 31 ottobre con il pagamento di una mora di 50 euro, fino al 1° dicembre con una mora di 100 euro e fino al 31 dicembre con una mora di 150 euro. Oltre il 31 dicembre 2014 non sarà più possibile immatricolarsi. Per i corsi di laurea magistrale la scadenza è fissata al 31 dicembre, senza pagamento di mora.

Ne hanno parlato:
Tirreno Pisa
Nazione Pisa
NazionePisa.it
PaginaQ.it
PisaToday.it
PisaInformaFlash.it
QuiNewsPisa.it

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