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lupetti mario 2 copiaÈ morto a Pisa il giorno 2 aprile 2019 il professor Mario Lupetti, studioso di Istologia e per lungo tempo docente di discipline morfologiche presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Pisa. Pubblichiamo qui di seguito un ricordo del professor Lupetti a firma di Amelio Dolfi, professore di Istologia e Embriologia all'Università di Pisa. 

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Nato a Castelnuovo Garfagnana nel 1931, il professor Mario Lupetti si è laureato in Medicina e Chirurgia a Pisa e dopo la laurea, negli anni ‘60 ha intrapreso la carriera universitaria dedicandosi alla ricerca in campo istologico presso l’Istituto Nazionale delle Ricerche e successivamente assumendo il ruolo di assistente universitario presso l’Università di Pisa. Ha assunto diversi incarichi di docenza, in particolare insegnando Anatomia Umana nel corso di laurea in Farmacia e successivamente Istologia ed Embriologia nel corso di laurea in Medicina e Chirurgia. Ha conseguito il ruolo di Professore associato nel 1982 e di Professore ordinario di Istologia nel 1986, ruolo che ha ricoperto fino al suo collocamento a riposo.

La sua attività di ricerca ha portato importanti contributi alle conoscenze sulla morfologia e sullo sviluppo embriologico di diversi organi e apparati in varie specie animali compreso l’uomo. In particolare sono significativi i risultati ottenuti sulla linfopoiesi e sulla organogenesi renale. La maggior parte degli studi sono stati oggetto di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali.

Il Prof. Lupetti ha dato un valido contributo alla nascita della scuola di Istologia dell’Università di Pisa che grazie al suo impegno e alla sua dedizione nel formare i giovani che hanno seguito le sue orme, ha assunto oggi rilevanza nazionale e internazionale. La sua lunga e intensa attività didattica ha consentito la formazione di generazioni di medici che lo ricordano con stima ed affetto.

Personalmente non posso esimermi dal ricordare con grande commozione il professor Mario Lupetti, Collega, ma soprattutto fraterna presenza, negli anni in cui, entrambi più giovani, ci aiutavamo per migliorare noi stessi, il nostro lavoro e il mondo che ci stava intorno.

Amelio Dolfi
Professore di Istologia e Embriologia

Pisa si prepara a tremare di paura. Dal 7 aprile al 1° settembre 2019, il Museo della Grafica (Comune di Pisa, Università di Pisa) presenta una mostra che indaga la figura del regista del brivido Alfred Hitchcock (1899-1980). Curata da Gianni Canova e prodotta e organizzata da ViDi, "Alfred Hitchcock nei film della Universal Pictures", presenta 70 fotografie e contenuti speciali provenienti dagli archivi della Major americana che conducono il pubblico nel backstage dei principali film di Hitchcock, facendo scoprire particolari curiosi sulla realizzazione delle scene più celebri, sull’impiego dei primi effetti speciali, sugli attori e sulla vita privata del regista inglese.

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Celebrato come uno dei principali e più influenti innovatori della storia del cinema, Hitchcock è famoso per il suo ingegno, le trame avvincenti, la gestione delle camere da presa, l’originale stile di montaggio, l’abilità nel tener viva la tensione in ogni singolo fotogramma. “Hitchcock, come hanno detto i critici della nouvelle vague – afferma Gianni Canova - è stato uno dei più grandi creatori di forme di tutto il Novecento. I suoi film, per quante volte li si riveda, sono ogni volta una sorpresa, ogni volta aprono nuove prospettive attraverso cui osservare il mondo e guardare la vita”.

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Il percorso espositivo analizza i principali capolavori di Hitchcock, prodotti dalla Universal Pictures. Primo fra tutti Psyco (1960), una delle sue opere più controverse che riuscì a battere tutti i record di incassi e fece fuggire il pubblico dalle sale in preda al panico. Un’occasione per vedere il dietro le quinte del metafisico Motel Bates, conoscere il personaggio inquietante di Norman, la doppia personalità di Marion e la celebre scena della doccia.

Una sala del Museo della Grafica è dedicata a Gli Uccelli (1963), pellicola in cui introdusse numerose novità nel campo del suono e degli effetti speciali; con ben 370 trucchi di ripresa, il film richiese quasi tre anni di preparativi a causa della sua complessità tecnica.

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L’itinerario nell’universo hitchcockiano prosegue con La Finestra sul cortile (1954), con James Stewart che interpreta il fotoreporter ‘Jeff’ Jeffries, costretto su una sedia a rotelle per una frattura alla gamba e che, per vincere la noia, spia le vite dei vicini dal proprio appartamento, fino a convincersi che in un appartamento si sia consumato un delitto. Il film fu un grande successo; uscito nell’agosto 1954, nel maggio 1956 aveva già incassato 10 milioni di dollari.

E ancora, La donna che visse due volte (1958), capolavoro divenuto oggetto di venerazione, che racconta una delle storie d’amore più angoscianti del cinema, narrata attraverso un numero infinito di angolazioni e riprese straordinarie nei luoghi più famosi di San Francisco.

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Il materiale fotografico getta inoltre uno sguardo su altri celebri film come Sabotatori (1942), L’ombra del dubbio (1943), Nodo alla gola (1948), La congiura degli innocenti (1955), L’uomo che sapeva troppo (1956), Marnie (1964), Il sipario strappato (1966), Topaz (1969), Frenzy (1972) e Complotto di famiglia (1976).

Lungo tutto il perimetro della mostra, il visitatore è accompagnato da una serie di approfondimenti video di Gianni Canova.

Una sezione è inoltre dedicata alla musica che ha connotato alcuni dei suoi film, tra cui quella di Bernard Herrmann, compositore statunitense che ha scritto, tra le altre, le celebri colonne sonore per La donna che visse due volte e Psyco, che furono parte integrante e fondamentale per la costruzione del senso di attesa hitchcockiano. Chiude idealmente l’esposizione il montaggio con le celebri e fugaci apparizioni di Hitchcock sulla scena. Nati come simpatiche gag, i cammei divennero col tempo una vera e propria superstizione. Il pubblico iniziò ad attenderli con impazienza e per evitare che lo spettatore si distraesse troppo durante il film, il regista decise di anticiparli ai primissimi minuti dell’inizio.

Il catalogo della mostra è curato da Skira.

Dal 7 aprile al 1° settembre 2019, il Museo della Grafica (Università di Pisa, Comune di Pisa) presenta una mostra che indaga la figura del regista del brivido Alfred Hitchcock (1899-1980). Curata da Gianni Canova e prodotta e organizzata da ViDi, "Alfred Hitchcock nei film della Universal Pictures", presenta 70 fotografie e contenuti speciali provenienti dagli archivi della Major americana che conducono il pubblico nel backstage dei principali film di Hitchcock, facendo scoprire particolari curiosi sulla realizzazione delle scene più celebri, sull’impiego dei primi effetti speciali, sugli attori e sulla vita privata del regista inglese.

La preview riservata alla stampa si terrà:
SABATO 6 APRILE 2019, ORE 11.00
Pisa, Museo della Grafica – Palazzo Lanfranchi (Lungarno Galileo Galilei, 9)

Interverranno:
Virginia MANCINI, Presidente Museo della Grafica
Alessandro TOSI, Direttore Scientifico Museo della Grafica
Fabio SANVITO, Managing Director ViDi
Gianni CANOVA, Curatore della mostra

 

Giovedì, 04 Aprile 2019 08:43

A Pisa è di scena la Russia

Dall’8 al 10 aprile a Pisa è di scena la Russia con una serie di iniziative ad ingresso gratuito in tutta la città organizzate dal Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell’Ateneo, il Consolato onorario della Federazione russa e la Pisa University Press. La prima edizione di “Prospettiva Russia” si inaugura lunedì 8 aprile alle 12 al Centro Russo a Palazzo Curini (via S. Maria 80), quindi alle 16 alle Officine Garibaldi interviene il Console onorario della Federazione Russa a Pisa Francesco Giani. Martedì 9 aprile dalle 10,30 sono previste presentazioni di libri e proiezioni di film nell’auditorium Le Benedettine (Piazza S. Paolo a Ripa d’Arno 16). Nella mattinata di mercoledì 10 aprile la rassegna si sposta a Palazzo Boilleau (via S. Maria 85) per poi concludersi a Palazzo Curini nel pomeriggio. Fra i protagonisti della tre giorni Gian Piero Piretto dell’Università di Milano, autore di un libro che sta riscuotendo molto interesse, "Quando c'era l'URSS", la giornalista de "La Stampa" Anna Zafesova, il professore Renato Risaliti, gli scrittori russi Alexandra Petrova e Igor' Vishnevetsky, oltre agli organizzatori della gruppo di russistica di Pisa, Marco Sabbatini, Cinzia Cadamagnani e Stefano Garzonio.

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