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Si è formato all'Università di Pisa Christian Greco, il nuovo direttore del Museo Egizio di Torino

Nell'Ateneo pisano ha svolto il dottorato, lavorando con la professoressa Betrò a una tesi su testi religiosi dell’antico Egitto e prendendo parte alle sue missioni archeologiche

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Si è formato anche all'Università di Pisa Christian Greco, il giovane egittologo che negli scorsi giorni è stato nominato direttore del Museo Egizio di Torino, secondo per ampiezza e qualità delle collezioni solo a quello del Cairo.

Nato nel 1975 ad Arzignano, in provincia di Vicenza, il dottor Greco si è laureato in Archeologia del Vicino Oriente all'Università di Pavia, prima di approdare a Leiden per l'Erasmus. Nella città olandese ha iniziato a collaborare con il locale museo egizio e ha preso una seconda laurea in Egittologia. All'Università di Pisa ha conseguito il dottorato in Egittologia, lavorando sotto la supervisione della professoressa Marilina Betrò a una tesi sui testi della Tomba Tebana di Ramose (TT 132), tesoriere del re Taharqa (690-664 a.C.). Con la professoressa Betrò ha inoltre collaborato in Egitto alla missione archeologica pisana nella necropoli dell'antica Tebe.

Dopo aver collaborato con il museo di Chicago, come epigrafista in Egitto, Christian Greco è diventato curatore di una delle collezioni egizie più importanti d'Europa, quella del Museo delle Antichità di Leiden. Dal 2012 ha tenuto inoltre i corsi di Archeologia egiziana e nubiana all'Università di Leiden, il migliore centro di egittologia dei Paesi Bassi.

Pochi giorni fa, a coronamento di una carriera breve, ma senza dubbio già prestigiosa, il dottor Greco è stato scelto come direttore del Museo Egizio di Torino dal Consiglio di amministrazione della Fondazione dell'ente, vincendo un bando di selezione a cui hanno partecipato 101 candidati nazionali e internazionali, molti dei quali di eccellente livello scientifico.

"Ho sempre creduto nella bravura e nel talento di Christian Greco e sono molto felice, non solo per lui, ma anche per il futuro del Museo di Torino, che ne riceverà un impulso straordinario - dice la professoressa Betrò - La Fondazione ha indicato con questa scelta una via da perseguire: abbiamo tantissimi giovani di grande talento e preparazione, che meritano spazio. Bisogna darglielo e darlo anche a coloro che non trovandolo in Italia hanno dovuto cercarlo all'estero".

24-02-2014

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