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“La CEP prima della CEP”: una mostra e un convegno raccontano il percorso che portò al primo computer italiano

I ricercatori dell’Ateneo pisano hanno ricostruito le Macchine Ridotte del ’56 e ’57

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Rivivere i problemi, le scelte e le emozioni di chi, negli anni Cinquanta, apriva la strada all'informatica italiana, raccontarne le storie umane e le sfide tecnologiche usando le ricostruzioni dei prototipi che portarono alla realizzazione della Calcolatrice Elettronica Pisana.

Il dipartimento di Informatica dell'Università di Pisa ha promosso da alcuni anni un progetto scientifico e didattico - "Hackerando la Macchina Ridotta" (HMR), a cura di Fabio Gadducci e Giovanni A. Cignoni - che rappresenta il primo caso in Italia di archeologia sperimentale applicata all'informatica.

A cinquanta anni esatti dall'inaugurazione della CEP da parte del presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, le storie e le tecnologie riscoperte da HMR saranno proposte al grande pubblico in una mostra realizzata grazie al contributo delle Fondazioni Cassa di Risparmio di Pisa e Cassa di Risparmio di Lucca.

Le celebrazioni si avvalgono della collaborazione di numerosi partner: il Comune di Pisa, l'Istituto nazionale di fisica nucleare, l'Istituto di informatica e telematica e l'Istituto di scienza e tecnologie
 dell'informazione - i due istituti del CNR che hanno dato un apporto scientifico e di ricerca fondamentali per la nascita e lo sviluppo dell'informatica pisana -, i dipartimenti di Fisica e di Ingegneria dell'informazione, la Fondazione "Galilei" di Pisa, la Fondazione "Museo del Computer" di Novara, l'associazione "La Limonaia", la Confederazione nazionale dell'artigianato.

Le iniziative, intitolate "La CEP prima della CEP: storia dell'informatica", sono state presentate venerdì 4 novembre al rettorato dal prorettore vicario Nicoletta De Francesco, dal sindaco Marco Filippeschi, dal consigliere della Fondazione CariPi, Maurizio Sbrana, dal direttore dell'INFN, Giovanni Batignani, dal direttore ISTI del CNR, Claudio Montani, e dal direttore del dipartimento di Informatica, Franco Turini. Nell'occasione erano inoltre presenti i rappresentanti degli enti che hanno dato un contributo al programma delle celebrazioni.

Le iniziative

Domenica 13 novembre, al Museo degli strumenti per il calcolo, si inaugurerà la mostra, che rimarrà aperta fino alla fine di marzo 2012 e proporrà al pubblico il fascino delle macchine di ieri come strumento divulgativo per apprezzare e comprendere le tecnologie hardware e software di oggi. Fino a giugno saranno inoltre offerti alle scuole medie e superiori laboratori didattici basati sulle ricostruzioni delle macchine storiche, che spiegheranno i principî e i meccanismi con cui funzionano tutti i calcolatori, compresi quelli moderni. Il cinquantenario della CEP sarà ricordato anche da un annullo filatelico che sarà apposto in occasione dell'inaugurazione della mostra.

L'11 e 12 novembre, nella sede della Limonaia, la mostra sarà preceduta da un convegno scientifico focalizzato su tre temi principali: la storia dell'informatica pisana e italiana con la partecipazione di diversi protagonisti del tempo, le ricadute dell'esperienza CEP come opportunità per Pisa e per il suo territorio, la conservazione e la ricostruzione delle macchine del passato e il loro uso come strumenti didattici e divulgativi.

Fino a giugno 2012, un calendario di eventi manterrà vivo l'interesse proponendo l'informatica come aspetto caratterizzante della città. Saranno organizzati seminari di approfondimento, incontri con i protagonisti, tavole rotonde e visite ai centri di ricerca.

Il progetto HMR

Il progetto HMR è dedicato al recupero della storia e della tecnologia dei primi calcolatori costruiti in Italia ed è attivo dal 2006 al dipartimento di Informatica dell'Università di Pisa.

HMR affronta la ricerca storica approfondendone anche gli aspetti tecnologici, indispensabili sia per comprendere in pieno i fatti e le loro dinamiche, sia per poter ricostruire a scopo divulgativo e didattico le macchine del passato.

HMR è un esempio, unico nel nostro paese, di archeologia sperimentale dell'informatica. Sebbene non siano trascorsi molti anni, gran parte della documentazione è spesso andata perduta: per comprendere e ricostruire una macchina storica occorre colmare le lacune, mettersi nei panni dei protagonisti, formulare ipotesi e verificarle tramite esperimenti.

Una sfida affascinante e ricca di spunti e riflessioni per la ricerca attuale, ma che richiede quel mix di abili competenze e curiosa dedizione che caratterizza la filosofia "hacker" nata intorno agli anni Sessanta nei laboratori informatici del Massachusetts Institute of Technology.

L'uso delle ricostruzioni in mostre e laboratori permette di presentare in modo interattivo i misteri dei calcolatori, sfruttando la semplicità e il fascino delle macchine del passato e favorendo l'avvicinamento dei ragazzi al mondo dell'informatica e, in generale, allo studio delle scienze e delle tecnologie.

Le ricostruzioni

Le ricostruzioni realizzate da HMR riguardano le prime macchine del progetto CEP, interessanti sia per il loro primato cronologico, sia per le loro caratteristiche all'epoca allo stato dell'arte.

Sono state ricostruite in maniera virtuale, cioè come simulatori, la Macchina Ridotta del '56, il primo progetto che rimase solo sulla carta, e la Macchina Ridotta del '57, più complessa, che fu effettivamente realizzata e usata nel 1958 per diverse applicazioni scientifiche.

È stato ricostruito in replica hardware l'addizionatore a 6 bit del 1956, uno dei primi studi di fattibilità del progetto CEP. Alla ricostruzione hanno fattivamente collaborato la Fondazione "Museo del computer" di Novara e le officine della sezione di Pisa dell'INFN e del dipartimento di Fisica. La replica sarà esposta alla mostra e messa in funzione durante le visite guidate. Una versione componibile dell'addizionatore, realizzata con componenti elettronici moderni e sicuri, sarà utilizzata nei laboratori didattici e in seguito sarà resa disponibile come kit di montaggio.

Cenni storici sulla MR e sulla CEP

I primi calcolatori elettronici moderni risalgono alla fine degli anni Quaranta, frutto della ricerca inglese e statunitense. In Italia solo nel 1954 furono acquistati i primi due calcolatori di produzione estera: a Milano dal Politecnico e a Roma dall'Istituto nazionale per le applicazioni del calcolo. Lo stesso anno, a Pisa, iniziò l'impresa di progettare e costruire una macchina calcolatrice. La sfida fu il risultato della volontà dell'Università di Pisa, del sostanzioso contributo degli enti locali di Pisa, Livorno e Lucca e di un prezioso intervento di Enrico Fermi.

Il primo importante risultato si ebbe nel 1957 con la Macchina Ridotta (la CEP prima della CEP). Con la realizzazione della MR e il suo immediato uso per applicazioni scientifiche, il progetto dimostrò la capacità della ricerca italiana di recuperare il tempo perduto e di mettersi al passo con i più avanzati progetti esteri. La partecipazione dell'Olivetti al progetto CEP e la sua capacità di proporre nel 1959 l'Elea 9003, un prodotto commerciale competitivo sul mercato internazionale, testimoniavano un mondo industriale attento e intraprendente.

Nel 1961 fu completata la CEP: negli anni seguenti fu il laboratorio dove si formarono i ricercatori dei primi istituti del CNR dedicati al nuovo mondo dell'informatica e i futuri docenti del corso di laurea in Scienze dell'informazione, primo in Italia nel 1969. L'Università di Pisa continua a giocare un ruolo da protagonista tramite i dipartimenti, sia di Scienze che di Ingegneria, che conducono progetti di ricerca altamente innovativi, multidisciplinari, di elevata qualità scientifica e di portata internazionale in tutti i settori ICT.

Per approfondire

I referenti per le iniziative sono Fabio Gadducci e Giovanni A. Cignoni, del dipartimento di Informatica dell'Università di Pisa.

Tutte le informazioni relative alle iniziative per CEP50 e al progetto HMR sono sulle seguenti pagine web:

www.di.unipi.it/HMR

www.di.unipi.it/CEP50

www.di.unipi.it/storia

04-11-2011

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