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Dieci anni di Airbnb a Firenze: gli effetti sulla città dal 2009

Lo studio citato come caso studio nel nuovo regolamento urbanistico per gli affitti brevi del Comune di Firenze

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Una Firenze reale destinata ad imitare la sua proiezione virtuale su Airbnb, con il risultato alla fine di trasformare la città in uno spazio ibrido tipico della nuova società 'onlife', cioè né on né off line. Il quadro emerge da una ricerca pubblicata sulla Rivista Geografica Italiana e citata anche come caso studio nel regolamento urbanistico per gli affitti brevi del Comune di Firenze del 2023. Gli autori Antonello Romano dell’Università di Pisa e Cristina Capineri e Tiziano Bonini dell’Università di Siena, hanno analizzato 12.126 annunci georeferenziati e 651.515 recensioni lasciate dagli utenti di Airbnb dal 2010 al 2019 a Firenze.

“Le piattaforme digitali, come Airbnb, possono essere considerate come ‘orchestratori di reti’ che gestiscono i flussi di dati e di informazioni prodotti dagli utenti - spiega Romano - In questo contesto, le recensioni agiscono come una camera d’eco che plasmano la città creando una divisione sempre più marcata tra alcune parti connesse ai flussi globali dove si concentra tutto il valore e altre disconnesse con il risultato di una sempre maggiore polarizzazione e frammentazione fra centro e periferie”.

Il risultato per Firenze è che la sola area del centro storico dichiarata patrimonio dell’Unesco nel 1982, che corrisponde a circa 5 km2, è arrivata a concentrare il 62% dell’offerta, cioè degli appartamenti disponibili per gli affitti brevi, e il 70,3% delle recensioni su Airbnb nel 2019. La piattaforma ha dunque dato un valore allo spazio cittadino e lo ha fatto in gran parte in base al proprio algoritmo che favorisce la visibilità di alcuni annunci su altri, quindi secondo una logica non del tutto trasparente per gli utenti.

“L’algoritmo della piattaforma – conclude Romano – crea un processo cumulativo e accentrante che reitera se stesso e aumenta ancora di più le diseguaglianze nello spazio urbano confermando il valore di alcune zone e il disvalore di altre, un tensione ampliata anche dalla promessa di Airbnb di far "vivere come una persona del posto", il che di fatto svuota i luoghi di vita e rende i centri storici aree sempre più abitate da “popolazione non residente”.

Antonello Romano, ricercatore di Geografia Economico-politica al Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Ateneo pisano, studia da dieci anni le piattaforme e il loro rapporto con lo spazio e attualmente è coinvolto in FAIR (Future Artificial Intelligence Research), il Partenariato esteso finanziato dai fondi PNRR che mette insieme 25 partner istituzionali e privati guidati dal CNR. Oltre a Firenze le sue ricerche sono concentrate su differenti città italiane, da Roma a Venezia, Napoli, Bologna. La ricerca pubblicata sulla Rivista Geografica Italiana si inserisce nell’ambito del Progetto di ricerca di interesse nazionale 2017 'Short term city: Digital platforms and Spatial justice'.

21-11-2023

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