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Il filosofo Adriano Fabris e l’ingegnere Andrea Caiti in dialogo sull’etica delle tecnologie

Il 12 febbraio alle ore 17.00 nell’Aula Magna di Palazzo Boileau la cultura scientifica incontra quella umanistica

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Mercoledì 12 febbraio alle ore 17.00 nell’Aula Magna di Palazzo Boileau, in via Santa Maria 85, si terrà l’incontro "Dietro le Tecnologie dell'Informazione. Presupposti etici, sociali e culturali”, con protagonisti due docenti dell’Università di Pisa. Adriano Fabris del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere e Andrea Caiti del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione si confronteranno sul significato della ricerca scientifica e tecnologica. A moderare il dialogo ci sarà Valeria Strambi, giornalista di Repubblica Firenze. L’intento dell’incontro è far dialogare la visione del mondo del tecnologo con quella dello studioso di scienze umane, per riflettere sulle implicazioni etiche, sociali e culturali delle nuove tecnologie. A introdurre l’incontro ci saranno il rettore Paolo Mancarella, Giuseppe Anastasi, direttore del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione, e Pierluigi Barrotta, direttore del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere.
“La scienza e la tecnologia – afferma Caiti – sono spesso considerate, anche e soprattutto da noi che le pratichiamo, attività eticamente e socialmente neutre, pure e indipendenti da ogni presupposto legato al contesto economico, sociale e valoriale in cui vengono condotte. Comprendere che non è così apre le porte a un’immagine più complessa e meno stereotipata dell’attività scientifica. Un particolare assetto economico e sociale, o un certo sistema di credenze, anche inconscio, possono indirizzare la ricerca fin nei contenuti più essenziali”.
Un dialogo tra due culture diverse, quindi, che tentano di restituire un’immagine dello scienziato come parte integrante di una società e di un sistema di valori, e non come elemento separato e indipendente. Questo significa riconoscere la sua parte di responsabilità nell’uso che poi viene fatto delle tecnologie, anche nel caso, frequente oggi, di progetti molto grandi, in cui il singolo ricercatore gioca solo una piccola parte nell’ambito dell’intero processo.
“Se le tecnologie non sono neutre – aggiunge Fabris – allora ogni ricercatore e ogni scienziato, ma anche ogni utente, è chiamato a essere responsabile, per la sua parte, delle conseguenze che sono proprie dell’agire tecnologico. In questo quadro una riflessione etica serve a fornire le competenze perché ciascuno di noi possa fare le scelte giuste”.

 

7-2-2020

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