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Alla facoltà di Lettere un seminario per Francesco Orlando

All’incontro parteciperà anche Carlo Ginzburg che illustrerà alcuni suoi recenti studi danteschi nei quali ha fatto uso di chiavi di lettura orlandiane

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Il 9 giugno 2011, alle ore 15, nell’Aula multimediale di Palazzo Ricci, in via del Collegio Ricci a Pisa, si terrà un seminario dedicato al metodo critico e alla figura di Francesco Orlando, illustre docente dell'Università di Pisa scomparso il 22 giugno 2010, autore di una innovativa teoria freudiana della letteratura. All’incontro, organizzato da un gruppo di studenti e dottorandi, interverranno tre studiose che proveranno ad applicare la metodologia orlandiana: Margherita Cortopassi con la “Medea” di Euripide, Gloria Buonaguidi con la “Cognizione del dolore” di Gadda, Giulia Bullentini con “Enfance” di Nathalie Sarraute. Il seminario si concluderà con un intervento di Carlo Ginzburg, che racconterà di alcuni suoi recenti studi danteschi nei quali ha fatto uso di chiavi di lettura orlandiane. Scopo del seminario è mettere in luce l’eredità di pensiero del letterato italiano, coinvolgendo soprattutto i giovani.

Francesco Orlando ha insegnato a lungo all'Università di Pisa, prima come docente di Letteratura francese e poi di Teoria della letteratura. In entrambi gli studi si è dimostrato uno dei più notevoli studiosi europei dell’ultimo cinquantennio. Del suo ruolo docente sopravvivono gli indimenticabili ricordi che ha lasciato a generazioni di studenti, ma della sua eredità di critico restano tanti saggi fondamentali, e soprattutto un pensiero che merita di essere continuato e sviluppato.

La proposta critica di Orlando può essere riassunta come una risposta originale ed elaborata alla domanda: 'Che cos'è la letteratura?'. Per Orlando la letteratura è una manifestazione linguistica spontanea e diffusa anche negli scambi orali tra gli uomini.

La letteratura insomma non sta chiusa nei libri, nelle biblioteche o nelle università ma è come "l'aria che respiriamo". Egli infatti ritiene che un discorso è letterario quando è significativamente caratterizzato in senso figurale, quando cioè si esprime attraverso metafore, immagini, assonanze, giochi di parola, ironia, suspense...

In quanto tale esso non è appannaggio degli scrittori: un buon motto di spirito, un'analogia felice, un calembour azzeccato sono letteratura al pari di un sonetto o di un poema scritto. Attraverso questo uso speciale del linguaggio le poesie, i racconti e gli altri testi fanno qualcosa di necessario per la specie umana: danno voce a quanto la civiltà, le leggi, la morale, la logica, i rapporti di forza sociali spesso e inevitabilmente reprimono o occultano. Secondo Orlando la letteratura veicolerebbe sempre un ritorno del represso che può essere socialmente condiviso e goduto, permettendoci di oltrepassare, almeno a livello di immaginario, i limiti e le contraddizioni che ci caratterizzano in quanto esseri umani. Ecco perché "nel lungo poema tramandato o in una frase pronunciata una volta in privato e che nessuno registra ringraziamo lo stesso tipo di discorso: […] non soltanto una illuminazione di verità ma anche un barlume di festa". (Tratto da F. Orlando, "Per una teoria freudiana della letteratura"). Tale idea di letteratura ha un enorme potenziale di sviluppo che va ben al di là degli studi specialistici.

06-06-2011

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