Contenuto principale della pagina Menu di navigazione Modulo di ricerca su uniPi

Mendelssohn e musiche tradizionali per il Concerto di Natale del Coro dell’Università di Pisa

Appuntamento mercoledì 5 dicembre alle ore 21.15 nella chiesa di Santa Maria del Carmine in Corso Italia

  • Condividi l'articolo su Facebook
  • Condividi su Twitter
  • Condividi su Google Plus

Mercoledì 5 dicembre, alle ore 21.15, nella chiesa di Santa Maria del Carmine in Corso Italia, il Coro dell’Università di Pisa terrà il tradizionale Concerto di Natale con musiche di Mendelssohn e della tradizione natalizia. Accompagneranno il Coro l'organista Claudiano Pallottini, il pianista Luigi Traino e l'Ensemble di fiati e percussioni dell'Orchestra dell'Università di Pisa. Mezzosoprano solista Sara Bacchelli, direttore Stefano Barandoni.

"La prima parte del concerto di Natale è affidata ad alcune composizioni di musica sacra di Felix Mendelssohn Bartholdy che mostrano il convergere e il dialogare di molte illustri influenze: Bach, in primo luogo, ma anche, per lo stile corale, Haydn, Händel e lo stesso Mozart - spiega la professoressa Maria Antonella Galanti, coordinatrice del Centro per la diffusione della cultura e della pratica musicale dell’Ateneo - Il sottofondo o la cornice di questi brani è dunque all’insegna del confronto e della tolleranza tra punti di vista diversi, non solo in senso strettamente musicale, ma anche contenutistico. Il compositore era un ebreo, sebbene non praticante, convertito poi al protestantesimo e nella sua musica risuona l’eco della tradizione musicale ebraica che si ibrida con quella cristiana. Le sue composizioni sacre sembrano infatti adombrare l’idea di una medesima radice spirituale per cattolici, protestanti ed ebrei, travalicando luoghi, culture, epoche".

"I tempi storici dei sentimenti profondi, del resto, sono più lenti rispetto a quelli delle cronache e degli eventi, della politica e degli stati transitori di guerra o di pace e un concerto di Natale non può non avere come protagonisti i sentimenti, continua la professoressa Galanti - Si tratta, infatti, di una ricorrenza che nella nostra tradizione va oltre il significato religioso che assume per alcuni e diventa elemento trasversale che accomuna tutti nel ricordare l’esperienza della nascita, della vita che si rinnova costantemente in una catena biopsichica capace di unire gli esseri umani e tutti i viventi, rompendo i diversi confini e travalicando il tempo. Per questo, la seconda parte del concerto, comprende un insieme di canti natalizi di epoche e paesi diversi, nei quali, in differenti lingue, accenti e sonorità, si esprime la tenera meraviglia che ci rapisce ogni volta che siamo testimoni di una nuova nascita. Il Natale è una possibile occasione di gioia e di affratellamento che si esprime attraverso una tradizione musicale considerata, talvolta, non troppo raffinata, legata a canti che riecheggiano le ninne-nanne o il giubilo di un gioco bambino. A noi piace ugualmente eseguirli, in forma augurale, perché tengono viva la memoria del nostro essere venuti al mondo nudi e fragili, ma subito accolti dal caldo abbraccio corale di chi ci ha reso parte di una più vasta comunità".

3-12-2018

Questo sito utilizza solo cookie tecnici, propri e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Se vuoi saperne di più, consulta l'informativa