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A Lucca e Pisa un convegno su Carlo Ludovico Ragghianti e l’arte in Italia tra le due guerre

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Dalla collaborazione tra l’Università di Pisa e la Fondazione Licia e Carlo Ludovico Ragghianti di Lucca nasce il convegno “Carlo Ludovico Ragghianti e l’arte in Italia tra le due guerre. Nuove ricerche intorno e a partire dalla mostra del 1967 Arte moderna in Italia 1915-1935”, che si terrà il 14 dicembre negli spazi del Complesso di San Micheletto a Lucca e il 15 dicembre presso l’auditorium del Centro Congressi Le Benedettine, Pisa.
Le due giornate di studio, che saranno aperte rispettivamente da Paolo Bolpagni, direttore della Fondazione Ragghianti, e da Mattia Patti, professore associato di Storia dell’arte contemporanea all’Università di Pisa, saranno scandite da interventi proposti da docenti di diverse università italiane, storici dell’arte affermati e giovani studiosi, che apriranno nuove prospettive di ricerca riguardo all’approccio ragghiantiano allo studio e alla valorizzazione dell’arte contemporanea.
L’attività di Carlo Ludovico Ragghianti (Lucca, 18 marzo 1910 - Firenze, 3 agosto 1987), tra i massimi storici, critici e teorici dell’arte del secolo scorso, nonché direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte dell’Ateneo pisano, toccò con rigore critico e metodologico, oltre a quello antico, anche l’ambito contemporaneo, come testimonia chiaramente la mostra che costituisce il fulcro del convegno.
Il 26 febbraio 1967 nelle sale di Palazzo Strozzi fu inaugurata la mostra "Arte moderna in Italia 1915-1935", attraverso la quale Carlo Ludovico Ragghianti mise in evidenza la necessità di ripensare in termini nuovi la complessa situazione artistica italiana tra le due guerre. A suo dire, infatti, giudizi ideologici avevano impedito una lettura dell’arte di quel periodo basata su “un’autenticità di significato espressivo o poetico” e su un’analisi obiettiva dei linguaggi e dei processi formali.
A cinquant’anni da allora, questo convegno propone di tornare a riflettere sul contesto che portò all’ideazione della mostra, nonché sui dibattiti da essa scaturiti, sulle scelte operate da Ragghianti e sull’importanza che il suo approccio ebbe nella rivalutazione e nella revisione di un preciso momento storico-artistico. Per altro verso, facendo riferimento in maniera diretta, ma non esclusiva, alle partecipazioni alla mostra, il panorama si amplia ai rapporti intercorsi tra gli artisti e Ragghianti, il quale evidenziò l’importanza di integrare la visione storica dominante con la lezione che le personalità artistiche stesse erano in grado di fornire tramite il loro operato, in modo autonomo e spesso non incasellabile in quella troppo stretta maglia di ‘ismi’ di cui l’arte contemporanea sembrava ormai inevitabilmente intessuta.

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