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Giovedì, 02 Febbraio 2023 10:22

Romanzo popolare. Come i Promessi sposi hanno fatto l'Italia

romanoz-popolare-bizzocchi.jpgRomanzo popolare. Come i Promessi sposi hanno fatto l'Italia (Laterza, 2022) è l’ultimo volume del professore Roberto Bizzocchi ordinario di Storia moderna al Dipartimento di Civiltà e forme del Sapere dell’Ateneo. del
I principali interessi di ricerca del professor Bizzocchi hanno riguardato nel tempo i rapporti Stato-Chiesa tra il medioevo e l’età moderna, la storia della cultura storica nell’età moderna e la storia della famiglia e dei rapporti di genere. Prima di Romanzo popolare ha pubblicato Cicisbei. Morale privata e identità nazionale in Italia (Laterza, 2008) e I cognomi italiani. Una storia lunga 1000 anni (Laterza, 2018).

Di seguito l’introduzione al libro Romanzo popolare. Come i Promessi sposi hanno fatto l'Italia

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Introduzione

Tutti abbiamo in mente almeno un personaggio, un episodio, una battuta dei Promessi sposi: il romanzo è nella coscienza degli Italiani.

È stato anche molto, e molto bene studiato, insieme con le altre opere di Manzoni, dagli specialisti di letteratura, che tuttora vi scoprono e ce ne spiegano sempre nuovi pregi e ricchezze; ci dimostrano sempre di più che è davvero una miniera inesauribile. Da parte mia, su Manzoni e sui Promessi sposi assumo in questo libro un punto di vista particolare, quello di un lettore appassionato che di mestiere non fa l’italianista ma lo storico. Mi sono convinto, sempre più nel corso degli anni, non solo leggendo e rileggendo ma anche riflettendo su quanto succede nel nostro paese, che il romanzo contenga un programma etico-politico per lo Stato e la nazione italiani non solo importante ma tuttora vivo e valido. I Promessi sposi ci dicono moltissimo sulla nostra storia, non solo quella del Seicento, sul nostro carattere nazionale, sull’impronta che il Cattolicesimo ha lasciato, nel bene e nel male, nella nostra morale; e lo fanno in un’attitudine non descrittiva ma propositiva, suggerendo, appunto, delle linee di comportamento su questioni cruciali.

La patina di compunzione religiosa e moderatismo accomodante di cui a volte- forse meno oggi che in un passato di forti contrapposizioni ideologiche- si è voluto rivestire il romanzo, così facendogli torto e invecchiandolo, va rimossa anche alla luce di un confronto serrato con la cultura letteraria e politica dell’Italia e dell’Europa del Settecento e dell’Ottocento. Ritengo che tale confronto aiuti a mettere in evidenza alcuni aspetti decisivi sia di modernità che di radicalismo propri di Manzoni: perciò gli ho dedicato molta parte del libro. Tratto i Promessi sposi e le altre principali opere di Manzoni in costante riferimento a quelle dei suoi contemporanei italiani ed europei; ed è su questa base che sostengo la positività e l’attualità del messaggio ideologico manzoniano, in quelle che mi paiono le sue componenti essenziali, oltre all’ispirazione cristiana: identità pubblica nazionale in chiave europea e non nazionalista; morale privata basata sulla libertà di scelta e sulla responsabilità individuale, e ciò sia per gli uomini che per le donne; illuminato senso della misura nella valutazione delle cose del mondo, ma con una percezione acuta della giustizia e dell’ingiustizia dei contesti sociali e delle azioni dei singoli che vi operano.

Ho scritto un libro che spero non privo di quella che si chiama in linguaggio accademico serietà scientifica, anche se non ho potuto farlo da specialista della materia. L’ho comunque scritto cercando di evitare pesantezze erudite, e pensando a un pubblico che comprenda chi volesse rinfrescare una lettura giovanile di Manzoni e del suo romanzo, e anche chi ogni giorno ha il dovere professionale di renderli attrattivi per una classe di adolescenti. Quest’ultimo dev’essere- lo immagino- un compito impegnativo. Ma per le ragioni che ho esposto qui sopra, e che mi auguro verranno via via illustrate e approfondite nel corso del libro, sono convinto che sia anche fondamentale: Manzoni ha parlato agli Italiani della loro storia e della loro identità, ponendo problemi che restano centrali e indicando soluzioni che ancora ci riguardano, noi tutti e non meno degli altri i più giovani fra di noi.

 

 

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Giovedì, 02 Febbraio 2023 09:23

Il professore Vozzi nominato consulente Nato per il settore della Biofabbricazione

giovanni_vozzi_1.jpgIl professore Giovanni Vozzi (foto) dell’Università di Pisa è stato nominato consulente Nato per il settore della biofabbricazione. L’incarico come componente della FM-ET-206 on Biomanufacturing of National Security Materials, ufficializzato a fine 2022, è entrato ora nel vivo e sarà valido a discrezione della NATO fintanto che questa linea di ricerca importante sarà ritenuta importante.

I biomateriali sono composti sviluppati in laboratorio per la realizzazione di tutti quei dispositivi medici che entrano in contatto col corpo umano e servono a sostituire o “riparare” porzioni di tessuti e organi danneggiati per incidenti, malattie o invecchiamento.

“In questi ultimi anni la NATO si è molto interessata a questo settore - dice Vozzi – da qui la richiesta di diventare il consulente tecnico scientifico di biomanufacturing ovvero di biofabbricazione e di tutti gli aspetti correlati alla sicurezza nella lavorazione di biomateriali”.

Giovanni Vozzi, professore ordinario di Bioingegneria Elettronica e Informatica al Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione e al Centro di ricerca E. Piaggio dell’Università di Pisa, nel 2022 ha coordinato il congresso mondiale di biofabbricazione. I suoi ambiti di ricerca sono l’ingegneria dei tessuti, la microfabbricazione e nanofabbricazione, la biofabbricazione, lo sviluppo di bioreattori per la coltura dei tessuti, lo sviluppo di modelli tissutali tridimensionali e la modellistica in silico del comportamento cellulare.

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