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European Day of Languages 2015

Il 23 novembre, al Polo Carmignani, AEGEE-Pisa propone un viaggio alla scoperta di lingue minoritarie, lingue regionali e lingue in via d’estinzione, invitando esperti del settore a rendere fruibile a tutti l’oggetto delle proprie ricerche linguistiche. In questo modo si delineerà un percorso tematico che toccherà la lingua sarda e i dialetti toscani, fino ad arrivare al Sudamerica, dove centinaia di lingue indigene in via d’estinzione si confrontano ogni giorno con la discriminazione, l’oblio e i tentativi di rivitalizzazione.

L'incontro, organizzato con il patrocinio del Consiglio degli Studenti dell’Università di Pisa, fa parte del ciclo di seminari su “Multilinguismo, integrazione culturale e integrazione europea”, e si svolge in concomitanza con altre iniziative organizzate in tutta Europa da AEGEE per celebrare la giornata europea delle lingue ( http://www.projects.aegee.org/edl/wordpress/  ),

Programma

Polo Carmignani Aula 2
23/11/2015

18,15-19,45

Che lingua è il sardo? Appunti linguistici sulla Sardegna contemporanea” Simone Pisano (Università G. Marconi, Roma)

Toscana occidentale e Appennino emiliano: esperienze di dialettologia nel 21° secolo” Emanuele Saiu (Scuola Normale Superiore, Pisa)

Il chamacoco: alla scoperta di una lingua indigena sudamericana” Luca Ciucci (Scuola Normale Superiore, Pisa)

https://www.facebook.com/events/1641327409469373/

Il sardo

ll sardo è un insieme di varietà linguistiche diffuse in Sardegna (e, fuori dall’isola, parlate da molti emigrati) appartenenti al gruppo neo-latino delle lingue indoeuropee. All’interno del mondo romanzo (cioè di tutte le lingue che discendono dal latino) le parlate sarde hanno una fisionomia propria anche se, nella morfologia, condividono una serie di caratteristiche che le avvicinano maggiormente alle lingue neo-latine occidentali (p. es. castigliano, catalano, portoghese, francese medievale). Tutte le varietà che definiamo sarde condividono una serie di caratteristiche comuni, tuttavia, come succede per molte altre lingue minoritarie, nessuna singola parlata ha assunto un prestigio tale da assurgere a modello di lingua sovralocale. Le parlate del centro-nord conosciute come nuoresi-logudoresi, da un punto di vista fonetico (cioè dei suoni), hanno una fisionomia piuttosto conservativa (cioè si sono distanziate meno dal latino parlato), quelle del centro-sud, note come campidanesi, appaiono invece più evolute foneticamente (cioè alcuni suoni o gruppi di suoni sono cambiati sensibilmente rispetto alle forme originarie). Non è tuttavia possibile tracciare un confine netto tra queste due macro-varietà perché, soprattutto nel centro dell’isola, i criteri impiegati per stabilire dei confini non portano a conclusioni univoche. In Sardegna, inoltre, nella parte settentrionale dell’isola, sono parlati il sassarese e il gallurese che hanno caratteristiche assai differenti dal sardo propriamente detto e possono essere considerati come varietà linguistiche affini ai dialetti della vicina Corsica.

I dialetti toscani

Lungo il crinale dell'Appennino tosco-emiliano corre uno dei confini più famosi e più notevoli dell'intera Romània, cioè del territorio in cui si parlano le lingue e i dialetti neolatini. Le differenze fra i dialetti emiliani e le parlate popolari toscane (o, tecnicamente, dialetti toscani) sono evidenti e numerose; significativamente diversi sono anche i metodi e le dinamiche che s'impongono all'analisi dialettologica sull'uno o sull'altro versante. La presentazione ripercorre sommariamente qualche esperienza recente d'indagine linguistica nelle due regioni, delineando alcune questioni aperte e offrendo una piccola scelta di dati. Si farà cenno anche alle peculiarità dei dialetti più prossimi al confine e, soprattutto, al caso scarsissimamente noto delle vere isole linguistiche emiliane in territorio toscano.

Il chamacoco

Parlato da 2000 persone lungo le rive del fiume Paraguay, il chamacoco è oggi una lingua indigena in via d’estinzione. Dopo essersi scordati delle loro tradizioni millenarie, ormai sostituite della cultura occidentale, i Chamacoco conservano ancora la propria lingua come ultimo elemento identitario. Si tratta di una storia che ha a che fare con l’Italia, perchè il chamacoco, studiato per la prima volta da un italiano amico di D’Annunzio alla fine dell’Ottocento, è oggetto di un lavoro di documentazione cominciato a Pisa nel 2008, che ha prodotto i primi contributi scientifici sulla lingua, ha risolto alcuni enigmi e ha fatto emergere strutture linguistiche rare che altrimenti sarebbero andate perdute per sempre nel cuore di tenebra del Paraguay.

Info e contatti

AEGEE-Pisa / European Students' Forum
Website: www.aegeepisa.it
Email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Facebook: www.facebook.com/aegee.pisa.official

Ultima modifica: Ven 13 Nov 2015 - 16:51

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