In questo podcast, Dan Banik, Academic Director del Knowledge Hub on Democracy di Circle U., dialoga con Nemanja Džuverović, professore di Peace Studies all’Università di Belgrado e Chair dello stesso Knowledge Hub, per analizzare una delle mobilitazioni civiche più significative nella Serbia contemporanea.

La conversazione prende avvio dal crollo della stazione ferroviaria di Novi Sad, avvenuto un anno fa e costato la vita a sedici persone: un evento tragico che ha scoperchiato un sistema politico minato da corruzione, impunità e concentrazione del potere. Da quella ferita collettiva è nato un movimento studentesco che, in pochi mesi, si è trasformato in una protesta nazionale capace di riunire docenti, lavoratori, professionisti e centinaia di migliaia di cittadini.

Banik e Džuverović ricostruiscono il contesto più ampio del processo di erosione democratica che interessa la Serbia da oltre un decennio, spiegando come un’unica forza politica sia riuscita a catturare l’intero sistema istituzionale. Discutono poi della frustrazione crescente verso l’Unione Europea, accusata di aver privilegiato la stabilità a breve termine rispetto alla difesa dei valori democratici, contribuendo così all’emergere di quella che molti studiosi definiscono “stabilocrazia”. Il dialogo si allarga alle nuove dinamiche geopolitiche: il ruolo sempre più visibile di Cina e Russia, l’ambiguità delle relazioni con l’Occidente, le diseguaglianze crescenti mascherate da un’apparente stagione di sviluppo.

Attraverso esempi concreti tratti dall’esperienza diretta di Džuverović — dalle occupazioni universitarie alla repressione crescente delle autorità — il podcast offre uno sguardo raro su un movimento collettivo che tenta di riportare trasparenza, responsabilità e partecipazione in un sistema democratico in crisi. Un episodio che interroga il presente dei Balcani e, allo stesso tempo, ricorda come il rinnovamento democratico possa ancora partire dal basso, grazie al coraggio di una generazione che rifiuta di arrendersi.

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