Un Ateneo fortemente attrattivo, con il 40% dei laureati magistrali proveniente da fuori regione, che assicura percentuali occupazionali più alte e maggiori guadagni rispetto sia alla media toscana che a quella nazionale. È questa, in estrema sintesi, la fotografia dell’Università di Pisa che emerge dal XXVII Rapporto sul profilo e sulla condizione occupazionale dei laureati, presentato all’Università degli studi di Brescia il 10 giugno, da AlmaLaurea, il Consorzio interuniversitario al quale aderiscono 80 atenei italiani.
Il rapporto sui laureati ha analizzato le performance formative di 7313 laureati dell’Università di Pisa del 2024, di cui 4.063 di primo livello, 2.616 magistrali biennali e 634 a ciclo unico. Più di un terzo di loro (31,2%) arriva da fuori della Toscana, quota che sale al 40,3% per quanto riguarda i magistrali biennali, anche se Pisa rispetto al dato regionale e a quello nazionale registra una quota più bassa di laureati con cittadinanza estera (il 4,1% rispetto a un totale di 5,3%). I laureati pisani confermano di essere più bravi dei loro colleghi, avendo un miglior voto medio di laurea (105,3 rispetto al dato nazionale che è pari a 103,8), ma più lenti, con una minore percentuale di studenti che riescono ad acquisire il titolo di laurea entro gli anni di corso (43,1% rispetto al 58,7% nazionale).
Sostanzialmente in linea con i dati toscani e italiani, i laureati dell’Ateneo pisano si dichiarano soddisfatti dell’esperienza universitaria (88,3%) e del rapporto costruito con i docenti (87,4%) e il 72,2% conferma che si reiscriverebbe a uno stesso corso dello stesso ateneo.
L’indagine sulla condizione occupazionale ha riguardato complessivamente 13.603 laureati dell’Università di Pisa. I dati si concentrano sull’analisi delle performance dei laureati di primo e di secondo livello usciti nel 2023 e intervistati a un anno dal titolo e su quelle dei laureati di secondo livello usciti nel 2019 e intervistati dopo cinque anni.
Dati a un anno dalla laurea
Il tasso di occupazione dei laureati triennali a un anno dalla laurea – che comprende anche la quota di coloro che sono impegnati in un’attività retribuita, di lavoro o di formazione retribuita – è dell’80,3% (nella rilevazione dello scorso anno era del 72,8%). Il 30,7% degli occupati può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 30% su un contratto alle dipendenze a tempo determinato. Il 9,5% svolge un’attività in proprio (come libero professionista, lavoratore in proprio, imprenditore, ecc.). La retribuzione è in media di 1.455 euro mensili netti, in linea con la media regionale e nazionale.
Il tasso di occupazione a un anno dalla laurea sale all’83,6% per i laureati magistrali biennali e a ciclo unico dell’Ateneo pisano, un dato migliore rispetto a quello toscano (81,1%) e italiano (78,6%). Più alta è anche la retribuzione media, che per i pisani è di 1.508 euro mensili netti, contro i 1.475 euro della Toscana e i 1.488 euro su base nazionale.
Dati a cinque anni dalla laurea
A cinque anni dal conseguimento del titolo, il 93,4% dei laureati magistrali biennali e a ciclo unico è occupato (media regionale 91,9%, media nazionale 89,7%): di questi gli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato sono il 53,9%, mentre gli occupati con un contratto a tempo determinato sono l’11,1%. Svolge un’attività in proprio il 16,2%. Sul piano delle retribuzioni, a cinque anni dalla laurea si registra un incremento pari a 1.909 per i laureati pisani, a 1.837 euro per i laureati della Toscana e a 1.847 come media nazionale. Ma dove vanno a lavorare? Il 59,1% dei laureati è inserito nel settore privato, mentre il 39,2% nel pubblico; l’1,7% lavora nel non-profit. L’ambito dei servizi assorbe il 76,0%, mentre l’industria accoglie il 22,3% degli occupati; 1,1% la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.
“Anche quest’ultima indagine – ha dichiarato la professoressa Chiara Galletti, delegata del rettore alle relazioni con le imprese – mette in evidenza come il conseguimento di un titolo universitario rappresenti un valore aggiunto che può dare un vantaggio lavorativo e retributivo consistente. L’Università di Pisa sta contribuendo ad accrescere il numero di laureati con una buona preparazione e sta intensificando le occasioni di collaborazione col mondo del lavoro per favorire un inserimento professionale più consapevole. L’indagine AlmaLaurea conferma come i nostri studenti valutino in maniera molto positiva la loro esperienza universitaria”.