Il contrasto alla violenza di genere passa anche dal portare alla luce il fenomeno. E’ questo il principio che ha guidato l’Università di Pisa nel realizzare una indagine interna i cui risultati sono stati presentati al Senato accademico venerdì 13 giugno.

“L’analisi e, soprattutto, le azioni volte a prevenire e contrastare la violenza di genere rappresentano un impegno prioritario che l’Ateneo ha assunto già da diversi anni. Un impegno doveroso, che oggi vogliamo ribadire con forza: il nostro obiettivo è un’azione chiara, trasparente e risoluta, che non lasci zone d’ombra né permetta che le responsabilità vengano insabbiate o minimizzate”, ha dichiarato il rettore dell’Università di Pisa Riccardo Zucchi.
“Accanto a questo, è però fondamentale lavorare sul fronte della prevenzione, promuovendo un clima di fiducia e ascolto, affinché tutte le componenti della nostra comunità possano sentirsi tutelate e riconoscere l’Ateneo come un alleato credibile e determinato nella lotta contro la violenza di genere – ha aggiunto Zucchi – Il primo passo per agire efficacemente è conoscere la realtà. Con questo obiettivo, abbiamo promosso un’indagine capillare, inviando un questionario a tutta la comunità accademica. Il tasso di risposta è stato del 7,9%: hanno partecipato 4.211 persone, un risultato che – per quanto ci risulti – rappresenta il numero più alto mai registrato in un’università italiana per un’iniziativa di questo tipo. Si tratta di una base conoscitiva solida, che ci permette di osservare il fenomeno in modo più nitido e di coglierne alcune caratteristiche fondamentali per orientare al meglio le nostre azioni future”.
I RISULTATI
La rilevazione si è svolta tra ottobre e dicembre 2024 e ha coinvolto studentesse e studenti, personale docente, tecnico, amministrativo e bibliotecario. Il questionario, strutturato in quattro sezioni (esperienze, percezioni, conoscenza e dati sociodemografici), è stato elaborato da un gruppo di lavoro con il contributo di tutte le componenti universitarie con riferimento alle più aggiornate metodologie internazionali (Progetto UniSAFE). A livello temporale l’indagine ha scattato una fotografia ‘a memoria di rispondente’, senza cioè limiti temporali specifici.
La partecipazione è stata del 7,9%. Su oltre 53mila questionari inviati ci sono state 4.211 risposte così distribuite: 3.062 per la componente studentesca (6,3%), 572 per il personale accademico (24,1%), e 518 per il personale tecnico-amministrativo e bibliotecario (31,6%).
Secondo le conclusioni dell’indagine, la bassa partecipazione all’indagine può essere interpretato anche come un segnale di scarsa percezione della violenza di genere come problema nell’ambito universitario. Anche tra coloro che hanno risposto (in modo trasversale alle componenti), la violenza di genere è generalmente percepita come un problema a livello nazionale, ma ritenuta molto meno rilevante nel contesto universitario dell’Ateneo di Pisa.
Tra le persone che hanno partecipato, il 35,1% ha dichiarato di aver vissuto almeno un episodio riconducibile a una delle forme di violenza indagate. La più frequente è risultata la violenza psicologica, cioè qualsiasi atto che causi un danno psicologico, seguita da violenza economica, cioè qualsiasi atto o comportamento che causi un danno economico, e molestie sessuali, cioè comportamenti verbali, non verbali o fisici indesiderati di natura sessuale. I dati mostrano che, nel complesso, le donne sono più esposte al fenomeno, 38,8% rispetto al 26,9% degli uomini, e che risultano particolarmente vulnerabili le persone con identità di genere non binaria o orientamento sessuale non eterosessuale.
L’indagine ha inoltre evidenziato alcune differenze nella percezione e nella conoscenza degli strumenti esistenti. Se da un lato il personale docente e tecnico-amministrativo e bibliotecario dimostra una maggiore familiarità con eventi, campagne e figure istituzionali dell’Ateneo, tra la componente studentesca la conoscenza è meno diffusa. Lo Sportello interuniversitario pisano contro la violenza di genere si conferma comunque, per tutte le componenti, uno strumento riconosciuto e considerato affidabile in caso di necessità. Meno conosciuti invece gli altri presidi che l’Università di Pisa mette a disposizione per contrastare molestie e violenza di genere quali la Consigliera di fiducia (l’avvocata Nicoletta Parvis è stata appena nominata per il triennio 2025-27), l’Ufficio per le uguaglianze e differenze, una tra le prime strutture amministrative di questo tipo ad essere stata istituita nel panorama degli Atenei italiani, e il Comitato Unico di Garanzia.
LE AREE DI MIGLIORAMENTO
L’indagine ha quindi individuato alcune aree strategiche di miglioramento in cui l’Università di Pisa si impegna a intervenire: aumentare la consapevolezza relativa al fenomeno della violenza di genere in ogni sua forma, progettare interventi di formazione mirata per aumentare la conoscenza degli strumenti, delle figure e degli spazi di supporto esistenti in Ateneo, soprattutto tra la componente studentesca; programmare interventi per rafforzare la fiducia nella risposta istituzionale per incoraggiare le segnalazioni e garantire ogni tutela, con particolare attenzione ai casi di relazioni di potere asimmetriche.
IL GRUPPO DI LAVORO
Hanno fatto parte del gruppo di lavoro che ha svolto l’indagine: Alice Caliendo, Rappresentante della componente studentesca designata dal Consiglio degli studenti, Silvia Cervia, docente di Sociologia dei processi culturali e dell’educazione, componente del Presidio della Qualità e coordinatrice del Gruppo di Lavoro; Antonio Cisternino, Presidente del Sistema Informatico di Ateneo (SIA), Elena Dundovich, Presidente del Comitato Unico di Garanzia (CUG); Arianna Enrichens, Consigliera di fiducia dell’Università di Pisa, Barbara Pacini, Delegata per le statistiche di Ateneo, Francesca Pecori, Responsabile dall’Ufficio per l’eguaglianza e le differenze, Enza Pellecchia, Prorettrice per la coesione della comunità universitaria, Renata Pepicelli, Delegata del rettore per le attività in Gender studies and Equal opportunities. Grazie al finanziamento del Comitato Unico di Garanzia (CUG), è stato possibile integrare il Gruppo di lavoro attraverso l’assunzione di una borsista di ricerca a tempo determinato, la dottoressa Eleonora Rigo, laureata triennale in Scienze Politiche – Curriculum sociologico all’Università di Pisa e studentessa magistrale in Sociologia e Sfide globali all’Università di Firenze.