A Sebastiano Strangio premio per il miglior articolo dell’IEEE Circuits and Systems Society

Il premio è stato consegnato al ricercatore in elettronica del DII durante una cerimonia che si è tenuta a Londra lo scorso 27 maggio

È stato assegnato a Sebastiano Strangio –  ricercatore in elettronica al DII –  il premio “2025 IEEE Transactions on Circuits and Systems Guillemin-Cauer Best Paper Award” per il miglior articolo pubblicato nel precedente triennio sulla rivista IEEE Transactions on Circuits and Systems II: Express Briefs.

Il lavoro premiato, frutto della collaborazione tra il DII e l’Università della Calabria, presenta un innovativo sensore di temperatura completamente integrato in tecnologia CMOS, lo standard dell’industria microelettronica per la produzione di circuiti integrati. Il sensore è estremamente compatto (appena 0.05 mm²) e opera a bassissima potenza (14 nW), rendendolo ideale per l’integrazione in dispositivi portatili, dove spazio ed energia sono risorse limitate. Grazie a un’architettura semplice ed efficiente, è in grado di misurare la temperatura con precisione anche in condizioni operative minime.

“Questo tipo di soluzione – spiega Sebastiano Strangio – si inserisce nel contesto della edge electronics, che prevede un paradigma in cui l’elaborazione dei dati avviene direttamente sul dispositivo, senza ricorrere a server remoti o al cloud. Questo consente di ridurre i tempi di risposta e i consumi, aumentando l’autonomia e la capacità di adattamento del sistema all’ambiente circostante. Sensori come quello proposto sono elementi chiave per realizzare dispositivi intelligenti, compatti e autosufficienti, con funzionalità avanzate come il processamento neuromorfico e la gestione attiva delle condizioni operative. Nel caso in esame, la misura accurata della temperatura è fondamentale per adattare dinamicamente il funzionamento del chip alle condizioni ambientali, garantendo efficienza, affidabilità e prestazioni ottimali anche in scenari variabili”.

La ricerca per dispositivi che rendano processi industriali e non solo sempre più autosufficienti e resilienti viene portata avanti nel Centro per il 5.0 del Dipartimento, dove converge la ricerca per le tecnologie abilitanti per la quinta rivoluzione industriale.

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