Una testa vuota fonte di conoscenza: la maschera greca tra luoghi comuni e verità nascoste

Il 21 febbraio alle 17.30, presso la Gipsoteca di arte antica, si tiene l'icontro intitolato "Una testa vuota fonte di conoscenza: la maschera greca tra luoghi comuni e verità nascoste".

Interviene Ferdinando Falossi, studioso della maschera. Laureato in storia del teatro e dello spettacolo con una tesi sulla maschera greca, ha collaborato all’insegnamento di Storia del Teatro dell’Università di Pisa.

La maschera si genera nella sfera della rivelazione del sacro, cioè come immagine che ha come compito non quello di rappresentare la divinità, ma quello di essere l’Originale stesso. La sua presenza in forma di icona vuota allude di per sé alla possibilità che la cavità venga riempita e che l’Originale prenda vita. Nel momento in cui la maschera si allontana dal sacro per accogliere le istanze vitali della sfera umana, ovvero nel suo passaggio dal Rito al Teatro, la sua forma e le sue necessità espressive cambiano. L’attore greco eredita questa icona indossabile dall’ambito religioso e cultuale, e, dell’icona conserva altresì il linguaggio evocativo della rigidità. Ma è la funzione che lo stesso oggetto è chiamato a svolgere nel contesto laico e professionale dello spettacolo a modellarne la forma e a dettare le regole del suo uso, così come quelle della sua scomparsa.

L'incontro è organizzato dall'Associazione culturale italo-greca Labirinti in collaborazione con il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere