Discorso del Magnigfico Rettore Marco Pasquali

Autorità e gentili ospiti, cari colleghi e studenti,
per il Rettore di una Università il conferimento della Laurea Honoris Causa è motivo di gioia e orgoglio, sentimenti che tanto più si assaporano quanto più cerimonie di questo genere vengono distillate nel tempo con vigile cura e criteri rigorosi.

Conferendo il riconoscimento all’autore di una complessa e vasta macchina letteraria come Vincenzo Cerami sentiamo di aggiungere al nostro secolare patrimonio il profilo di una personalità che ha dimostrato di saper esplorare tutti gli strumenti tecnici che i generi letterari mettono a disposizione, avanzando in parallelo su percorsi diversi.

Mi riferisco alla consuetudine che Cerami ha sviluppato con generi diversi di scrittura e generi diversi di linguaggio, fino a occuparsi delle tradizioni popolari, in particolare del Lazio, e del fumetto. Sempre alla ricerca, credo di poter supporre, di nuove storie, nuovi dispositivi narrativi da calare poi nei romanzi, nelle forme drammaturgiche del teatro, nelle forme liriche della poesia, nei dialoghi della sceneggiatura cinematografica, negli spartiti di Nicola Piovani, che di Cerami può essere definito il vero e proprio alter ego al pentagramma.

Abbiamo dunque aderito prontamente alla sollecitazione del professor Alfonso Maurizio Iacono, preside della facoltà di Lettere e filosofia, e della facoltà di Lingue e letterature straniere finalizzata a rendere più stretti i rapporti con Vincenzo Cerami, e così ha fatto il corso di laurea specialistica interfacoltà in Letterature e filologie europee.

Ai relatori che mi seguiranno lascio il compito di illustrare nei particolari i quattro decenni di impegno culturale di Vincenzo Cerami. Noi teniamo soprattutto a rimarcare l’approdo del nostro neolaureato - se mi è concesso di definirlo così - all’Università di Pisa, che avvenne nel 2003 attraverso il rapporto personale con il professor Mario Guazzelli, che inserì il corso di “Sceneggiatura e arteterapia” tra le attività didattiche opzionali del corso di laurea in Terapia occupazionale.

Credo che in quell’occasione Cerami sia stato attratto dalla possibilità di tenere una serie di lezioni in un corso della Facoltà di Medicina, che forma studenti preparati sui fenomeni biologici, psichici e relazionali. Mi azzardo ad affermarlo sulla base di quanto Cerami ha scritto nel romanzo della maturità, “Fantasmi”, dove si può leggere anche un lungo monologo durante una seduta psicanalitica.

Fatta questa piccola incursione in un territorio che non mi appartiene, mi resta da ricordare ancora il secondo capitolo della relazione che lega Vincenzo Cerami all’Ateneo. Mi riferisco alle lezioni su “La Bottega del racconto” tenute lo scorso anno alla facoltà di Lettere e filosofia con grande partecipazione di studenti, anche di Medicina, perché le lezioni erano organizzate ancora insieme al corso di laurea in Terapia occupazionale.

I meccanismi, anche quelli psicologici, connessi alla creatività costituiscono dunque un interesse peculiare di Cerami, un interesse che egli ha cercato di condividere con la generazione dei lettori più giovani indirizzando loro il libro sui “Consigli ad un giovane scrittore”. Ai miei occhi di docente, questo sforzo costituisce una garanzia di impegno verso la trasmissione del sapere e la didattica, in grado di qualificare ancora di più la laurea Honoris Causa che oggi conferiamo.

Anche l’impegno civile profuso nell’attività di sceneggiatore cinematografico, del resto, garantisce sulle capacità di Vincenzo Cerami di incanalare la scrittura, da tradurre in sequenze cinematografiche, verso obiettivi di conoscenza della società contemporanea. A questo proposito prendo in prestito alcune parole pronunciate solo pochi giorni fa dal professor Iacono, in occasione della stipula di un accordo tra l’Ateneo e un’associazione cinematografica, per ricordare che “il cinema interviene con un peso decisivo nella formazione generale dell’uomo contemporaneo e nell’educazione alla forma narrativa e se per le generazioni del dopoguerra il cinema rappresentò una forma di sprovincializzazione, oggi credo possa essere una forma di difesa contro il riemergere dei localismi e per una visione del mondo più ampia”. È ciò di cui credo abbiano bisogno gli studenti in formazione e motivo di impegno da parte di noi docenti.

Ascolterò dunque con interesse la Lectio Doctoralis sul rapporto tra storia e racconto, certo di poter comprendere meglio di quali strumenti disponga “la bottega” dello scrittore e di poter confrontare questi strumenti con quelli, certamente diversi, di chi come me ha a che fare con un’altra “bottega”, quella delle scienze pure.

Lascio la parola al professor Iacono, che darà lettura del Profilo di Cerami e della Motivazione del conferimento della laurea Honoris Causa, al professor Francesco Orlando, che pronuncerà la “Laudatio”, e alla “Lectio Doctoralis” Vincenzo Cerami.


Ultimo aggionamento documento: 20-Dec-2006