Laudatio per il Prof. Louis J. Ignarro
Maria Cristina Breschi

È un onore e un piacere per me il compito di delineare il profilo personale e scientifico del Prof. Ignarro ed illustrare, nell’occasione del conferimento della Laurea honoris causa in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche da parte della Facoltà di Farmacia e del nostro Ateneo, l’opera intellettuale che lo ha portato al conseguimento del Premio Nobel per la Medicina.

La partecipazione del Prof. Ignarro al VII Congresso Internazionale sull’endotelio vascolare è stata l’occasione per il riconoscimento ufficiale dello straordinario contributo che la sua ricerca ha dato allo sviluppo della Scienza. L’attribuzione della laurea honoris causa in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche ha un doppio significato: questa onorificenza vuole, infatti, rappresentare la celebrazione dello scienziato con un titolo accademico che lo lega definitivamente al nostro Ateneo; dall’altro il conferimento di questa laurea ha una stretta attinenza con la natura del suo lavoro scientifico, poiché molte delle pubblicazioni del Prof Ignarro, nonché le sue stesse dichiarazioni, confermano l’integrazione della sua cultura farmacologica con quella di altre discipline, tra cui in particolare la chimica.

Il percorso scientifico che ha portato il Prof. Ignarro ai vertici della ricerca mondiale non è certamente stato privo di difficoltà, anche se complessivamente lineare. La sua attitudine al lavoro di ricerca, caratterizzato dall’applicazione tenace e costante alle tematiche scientifiche di cui si è occupato, si è manifestata fin dai primi anni dopo la laurea alla Columbia University, nel periodo in cui conseguì il PhD in Farmacologia presso l’Università del Minnesota, presentando una tesi che trattava vari aspetti del ruolo e dello sviluppo del sistema nervoso simpatico nello sviluppo embrionale. Su ispirazione del suo maestro e tutore, Prof. Shidemann, i dati sperimentali contenuti nella tesi di dottorato furono suddivisi in 4 manoscritti e sottomessi al Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics, una prestigiosa rivista scientifica di Farmacologia con alto impatto nella comunità scientifica e di generale interesse in campo medico. In modo assolutamente eccezionale tutti i lavori furono pubblicati nello stesso volume del giornale, un caso unico per il mondo scientifico che evidenziò, già allora, le notevoli capacità del giovane ricercatore.

In quegli anni e nei successivi, Louis Ignarro fu allievo del Prof. Boyer, premio Nobel per la Chimica, e di due noti ed autorevoli scienziati, il Prof. Brodie ed il Prof. Axelrod, con i quali ebbe la straordinaria opportunità di discutere il suo lavoro di ricerca. L’incontro con questi grandi scienziati rappresentò, per il Prof. Ignarro, un momento di grande crescita intellettuale contribuendo alla sua maturazione come persona e come ricercatore.

Agli inizi degli anni ‘70 il Prof Ignarro entrò a far parte di un gruppo di ricerca nell’Azienda Farmaceutica Geigy, dove partecipò allo sviluppo di un notissimo farmaco antinfiammatorio, il diclofenac. Il riconoscimento dell’alto profilo scientifico del Prof. Ignarro convinse i dirigenti dell’Azienda a permettergli di occuparsi di ricerche di base inerenti lo studio dei nucleotidi ciclici e della loro interazione con il sistema simpatico e con i meccanismi della reazione infiammatoria. La valutazione degli effetti biologici del GMP ciclico è stato il primo passo verso lo sviluppo della scoperta per la quale gli è stato attribuito il premio Nobel.

Gli anni successivi furono decisivi, poiché all’intuizione sulla funzione dell’ossido di azoto e della sua relazione con la produzione di GMP ciclico seguì la definitiva dimostrazione del ruolo di questa piccola molecola quale fattore endoteliale responsabile del rilasciamento della muscolatura liscia vascolare. La natura gassosa del nitrossido rese piuttosto difficile il raggiungimento di tale risultato richiedendo l’impiego di metodologie sperimentali particolari per l’identificazione di questa molecola e per lo studio in un modello animale. Per ottenere questo risultato il Prof. Ignarro mise a frutto le sue competenze chimiche applicando metodologie innovative e interdisciplinari, mediante le quali poté creare le condizioni sperimentali per la scoperta dell’NO e della sua capacità di interazione con molecole biologicamente attive.

Gli studi del Prof. Ignarro non solo hanno portato all’identificazione dell’NO, ma hanno inoltre permesso di chiarire i meccanismi che regolano il rilascio di questo fattore, il controllo della sua produzione e la sua attività nella modulazione della funzione di diversi tipi cellulari, tanto che tale fattore è stato proposto come nuovo mediatore della comunicazione intercellulare. La dimostrazione che l’NO è un fattore ubiquitario che svolge un importante ruolo nella regolazione di molte funzioni cellulari e nella protezione di tessuti e organi, ha permesso di fare luce anche sull’origine di malattie nelle quali si possono riscontrare difetti nella sua produzione.

Ricerche recenti hanno dimostrato che il nitrossido è un modulatore di funzioni del sistema nervoso centrale e dell’aggregazione piastrinica, e può avere un ruolo protettivo nell’aterosclerosi, nel diabete e nell’asma. L’importanza di questi studi è stata sottolineata dal Prof. Sten Lindhal, componente del Comitato per l’assegnazione del Premio Nobel presso il Karolinska Institute di Stoccolma. Nel suo discorso di presentazione dei vincitori del premio di quell’anno per la Medicina, assegnato al Prof. Ignarro per l’identificazione dell’NO come fattore di rilasciamento vascolare di origine endoteliale, egli afferma: “The hunt was over. The riddle concerning the endothelial factor was finally solved……..Your discoveries have lifted medical research into a new era”.

Oggi, a distanza di dieci anni da questa affermazione e dopo circa due decadi dalla pubblicazione della ricerca, è possibile apprezzare pienamente l’impatto di questa scoperta nella pratica clinica e  l’importanza che questa ha avuto nella diagnosi di varie malattie e nell’individuazione del meccanismo di azione di vecchi e nuovi farmaci.

Accanto al significativo contributo alla conoscenza scientifica di base, infatti, questi risultati hanno avuto importanti ricadute in campo medico. Non solo sono stati finalmente compresi i meccanismi di azione di farmaci tradizionalmente impiegati nella terapia di malattie cardiovascolari quali la trinitrina e i nitrovasodilalatori, ma sono stati progettati nuovi farmaci capaci di favorire la produzione di NO o di riprodurne gli effetti. Alcuni di questi farmaci sono diventati di riferimento nella terapia di specifiche patologie; tra questi si può citare per la sua notorietà il farmaco sildenafil, contenuto nella specialità medicinale Viagra, ed il nebivololo, un antagonista dei recettori beta-adrenergici che possiede proprietà vasorilascianti mediate da meccanismi dipendenti dall’NO e dal GMP ciclico. Di ultima generazione sono i cosiddetti ibridi farmacodinamici, ovvero molecole costituite da farmaci noti compresi in varie categorie terapeutiche (ad esempio antiipertensivi, antidiabetici e antiaterosclerotici), alle quali sono stati aggiunti sostituenti capaci di liberare NO e che quindi godono di una doppia proprietà che conferisce a tali farmaci straordinarie capacità terapeutiche. Particolarmente interessante sotto questo profilo è stata la produzione della NO-aspirina ed il suo impiego nelle patologie del distretto coronarico, degli NO-sartani, della NO-glibenclamide e delle NO-statine.

Sulla base di queste evidenze, si può quindi comprendere come la scoperta di questo fattore abbia rappresentato per il Prof. Ignarro non solo il punto di arrivo di un percorso scientifico brillante, ma anche un nuovo inizio nella sua evoluzione scientifica, per aver intuito l’importanza delle sue potenziali applicazioni nella diagnosi, nel trattamento e nella prevenzione di patologie cardiovascolari, che rappresentano la maggiore causa di morte nella popolazione mondiale. A questa fase è quindi seguita una serie di lavori di approfondimento che hanno riguardato il ruolo del “sistema dell’NO” nei problemi ischemici e nello stress ossidativo, nell’invecchiamento, nella rigenerazione dei tessuti e nella disfunzione multiorgano.

L’intensa attività di ricerca svolta in sedi prestigiose quali il National Institutes of Health, non ha impedito al Prof. Ignarro di impegnarsi anche nell’insegnamento, in particolare presso l’Università di Tulane a New Orleans e presso la Facoltà di Farmacia Molecolare e Medica della UCLA School of Medicine dove continua tutt’oggi a svolgere la sua attività. Nonostante l’intenso lavoro di ricerca il Prof, Ignarro ha dedicato tempo e passione all’insegnamento, consapevole dell’importanza della trasmissione della scienza e dei suoi metodi nella formazione dei laureati. Il pieno compimento di questa opera di comunicazione si è concretizzato in alcuni riconoscimenti attribuiti dagli stessi studenti. Ha, infatti, vinto per 11 volte consecutive il premio “Golden Apples” che gli studenti della UCLA conferiscono al  miglior insegnante dell’anno.

Sono onorata ed emozionata di aver potuto condividere con il Prof. Ignarro questo momento e di aver avuto la magnifica opportunità di conoscerlo personalmente. Desidero esprimere il mio ringraziamento per la sua presenza, per il suo costante impegno scientifico e per l’esempio che deve essere di stimolo soprattutto per i nostri giovani ricercatori. Il fatto poi che Louis Ignarro abbia origini italiane, ami l’Italia e abbia stabilito significative collaborazioni con gruppi di ricerca del nostro paese rendono, se possibile, ancora più grande per noi il piacere del conferimento della laurea honoris causa in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche; l’onore ci sembra più strettamente condiviso.

Nella speranza che il Prof. Ignarro possa continuare a lungo a svolgere il suo ruolo di maestro per tutti noi, lo salutiamo con calore e con un sincero augurio di buon lavoro.


Ultimo aggionamento documento: 28-Oct-2008