Durante una ricerca condotta in Toscana, un gruppo di studiosi ha identificato due nuove specie di isopodi terrestri, piccoli crostacei di pochi millimetri che vivono a stretto contatto con il suolo e che fino ad oggi erano rimasti inosservati. L’osservazione accurata degli esemplari, effettuata tramite stereoscopio, ha permesso di individuare caratteristiche morfologiche del tutto peculiari, non riconducibili a nessuna delle specie note.

Le nuove specie sono state individuate sotto la guida di Stefano Taiti, ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e della sezione di zoologia “La Specola” del Museo di Storia Naturale di Firenze, studioso di isopodi terrestri da oltre quarant’anni. Alla descrizione e all’analisi delle specie ha partecipato anche Giuseppe Montesanto, zoologo del Museo di Storia Naturale dell’Università di Pisa, che da anni si occupa dello studio degli Oniscidei e ha sviluppato metodi specifici per la loro rappresentazione grafica e descrizione tassonomica.

Gli Oniscidei sono l’unico gruppo di crostacei isopodi completamente adattati alla vita terrestre. A oggi se ne conoscono oltre 4.000 specie a livello globale e ogni anno ne vengono descritte di nuove, provenienti da ambienti molto diversi tra loro: grotte, fiumi sotterranei, alte montagne, coste marine e deserti. Questa notevole diversità è il risultato di numerosi adattamenti evolutivi alla vita sulla terraferma.
Un aspetto di particolare interesse, comune a entrambe le nuove specie, è la presenza nei maschi di organi glandulo-piliferi (GPO), strutture specializzate ancora poco conosciute, che sembrano avere un ruolo nella comunicazione chimica, probabilmente legata al richiamo sessuale. I GPO possono essere localizzati in diverse parti del corpo e sono particolarmente diffusi negli isopodi della famiglia Trichoniscidae, alla quale appartengono anche le due specie appena descritte.

Una delle nuove specie è stata dedicata alla memoria del professor Ionel Grigore Tabacaru, che ha dedicato gran parte della sua carriera allo studio degli isopodi terrestri. L’articolo scientifico che descrive le due nuove specie è stato pubblicato in un numero speciale della rivista Travaux de l’Institut de Spéologie “Emil Racovitza”, pubblicazione dell’omonimo istituto, il primo al mondo interamente dedicato alla ricerca scientifica sulle grotte, di cui il professor Tabacaru è stato a lungo direttore. L’intero volume è dedicato alla sua memoria.
La scoperta contribuisce a rafforzare il ruolo della Toscana come hotspot di biodiversità. Dopo le sette nuove specie di isopodi terrestri descritte dagli stessi ricercatori nel 2018, questi due ulteriori ritrovamenti mostrano come il patrimonio naturale del territorio conservi ancora una ricchezza biologica in gran parte da esplorare. Ogni nuova specie rappresenta un tassello fondamentale per la comprensione della biodiversità e dell’evoluzione degli ecosistemi terrestri.



