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Un archivio di pietra: l’antico cimitero degli inglesi

Giornata di studi e presentazione del volume

data 29 Maggio 2013 09:00  |  luogo Museo di Storia Naturale del Mediterraneo Via Roma, 234, 57127 Livorno LI, Italia
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InvitoLivorno, nella prima età moderna, divenne uno dei principali porti del Mediterraneo, grazie ad alcune iniziative granducali finalizzate ad attrarre mercanti di "qualsivoglia nazione". La cosiddetta "Livorno delle Nazioni" nacque pertanto dall'incontro di molte genti provenienti da Paesi diversi, che prosperarono e contribuirono all'affermazione economica e culturale della città per oltre tre secoli, lasciandole in dote uno straordinario patrimonio costituito da palazzi, ville, luoghi di culto, cimiteri.

Della storia di queste comunità oggi restano quei beni culturali sfuggiti alle distruzioni belliche e all'incuria. In questo contesto la cittadinanza ha da tempo perduto memoria dell'antico cimitero degli inglesi di via Verdi, un luogo che per circa due secoli era stato il punto di riferimento per la British Factory di Livorno e, più in generale, per le comunità protestanti dell'intero Granducato di Toscana e oltre. Le sue peculiarità storiche, artistiche e naturalistiche furono celate dietro a sproporzionati condominî, chiuse entro un alto muro di cinta e ricoperte da una fitta vegetazione spontanea.

Solo in tempi recenti, grazie alla determinazione dell'associazione culturale Livorno delle Nazioni e al contributo di alcuni studiosi del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell'Università di Pisa è stata acquisita una massa critica di informazioni che è confluita in un volume edito da Pacini (Un archivio di pietra: l'antico cimitero degli inglese, a cura di Matteo Giunti e Giacomo Lorenzini), che verrà presentato il 29 maggio in occasione di un evento pubblico.

La giornata di studio prevede la presentazioni di relazioni di natura storica: i primi due contributi, di Stefano Villani e Matteo Giunti, tracciano la storia del cimitero, dalle sue origini (1644) fino al presente, sulla base di fonti inedite provenienti da archivi italiani e britannici. Segue il saggio di Lisa Lillie, in cui l'autrice, coadiuvata da una sistematica analisi della letteratura sull'argomento e di fonti primarie, approfondisce i concetti di identità e comunità a partire da una disamina dei monumenti sepolcrali e della loro disposizione all'interno del cimitero, e avanza l'affascinante teoria della ibridizzazione culturale. Segue l'intervento di Algerina Neri, che offre quattro profili di figure femminili ivi sepolte.

Di particolare interesse sono, poi, gli aspetti naturalistici, attorno ai quali si incentra la seconda parte del volume, aperta da un dotto saggio di Luigi Latini sulle influenze della teoria del giardino inglese sui cimiteri italiani, e chiusa da un resoconto del progetto di studio del cimitero che ha visto impegnate alcune classi dell'ISIS "Niccolini-Palli" di Livorno guidate da Francesca Vuat.

Un saggio di Roberto Ceccarini, dedicato ai precedenti progetti di studio e ripristino del verde di altri cimiteri acattolici livornesi, precede la serie di contributi relativi al patrimonio arboreo dell'antico cimitero degli inglesi, in cui viene descritta la flora attualmente esistente (Paolo Emilio Tomei) e si presentano i risultati delle analisi scientifiche (indagini di diagnostica per immagini e biomolecolari) condotte sulle condizioni di salute e di stabilità dei principali esemplari arborei (Andrea Bianchi, Giacomo Lorenzini, Cristina Nali, Elisa Pellegrini).

Se ne trae, purtroppo, un quadro di degrado che impone decisioni drastiche per la protezione dei monumenti e per la sicurezza dei visitatori.

A tal proposito, nel saggio che segue, a cura di Alice Quirico, Galileo Magnani e Paolo Vernieri sono avanzate due ipotesi di restauro filologico del giardino storico, che prevedono la messa a dimora di nuove piante in sostituzione di quelle destinate all'abbattimento e la trasformazione del cimitero, non solo in uno spazio in cui è possibile ripercorrere una parte importante della storia di Livorno, ma anche in un vero e proprio luogo di incontro, sosta e meditazione, aperto alla cittadinanza.

In quest'ottica, il recupero dell'antico cimitero degli inglesi potrebbe, e dovrebbe, rappresentare il punto di partenza di una nuova offerta turistica che includa gli altri cimiteri storici monumentali, le chiese delle diverse confessioni e un percorso museale in grado di evocare la storia, singolare e sorprendente, di una città e delle sue "diverse genti".

 

Info e Contatti:
Giacomo Lorenzini glorenz@agr.unipi.it

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