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Comunicati stampa
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Lunedì, 12 Febbraio 2024 12:00

Agenti conversazionali: interagire in modo naturale con l’Intelligenza Artificiale

Tramite gli assistenti digitali personalizzati basati sull’Intelligenza Artificiale, gli utenti interagiscono con i motori di ricerca utilizzando sempre più spesso query di ricerca conversazionali, anziché digitare le domande sulla tastiera. Interagire in modo verbale con l’Intelligenza Artificiale consente di formulare domande più mirate, specifiche e pertinenti a livello personale. In questo modo, l’utente mira ad ottenere in modo più rapido ciò di cui ha bisogno nello specifico, intrattenendo una vera e propria conversazione con il sistema di ricerca online. Ma come conversa una Intelligenza Artificiale? Come fa a restringere le risposte all’area di interesse specifica dell’utente? Questa è la questione su cui al momento la scienza e l’ingegneria dell’informazione si stanno concentrando.

Da uno studio del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione dell’Università di Pisa in collaborazione con Università di Padova e CNR arriva un metodo per valutare e prevedere l’efficacia di sistemi di Intelligenza Artificiale, come gli assistenti vocali, nel portare avanti una conversazione che soddisfi le aspettative dell’utente.

“Il punto di partenza - spiega Nicola Tonellotto, docente di ingegneria informatica all’Università di Pisa - è l’esigenza che gli agenti conversazioni siano a un tempo efficaci, e cioè che diano risposte corrette, e in grado di mantenere l’interesse dell’utente durante la conversazione. Il nostro meccanismo riesce a dare al sistema un feedback immediato sull’andamento della conversazione, per esempio vedendo se il range di risposte cade al di fuori dell’area di interesse di chi sta facendo la domanda. Lo facciamo andando ad analizzare le proprietà matematiche e le relazioni tra i modelli di domande e risposte”.

Il lavoro è stato premiato con l’ACM SIGIR 2023 Best Paper Award Honorable Mention alla conferenza SIGIR (Conference on Research and Development in Information Retrieval), che riunisce annualmente i maggiori esperti sia accademici che industriali di reperimento delle informazioni, la scienza alla base dei motori di ricerca.

“Il lavoro sull’interazione tra esseri umani e intelligenza artificiale è parte delle attività del FoReLab, il laboratorio del Dipartimento che conduce ricerca all’avanguardia sulle tecnologie per il nuovo paradigma di società e industria 5.0. - prosegue Tonellotto - La ricerca su una sempre maggiore personalizzazione dei sistemi di intelligenza artificiale sui singoli utenti è destinata infatti ad avere un grande impatto anche nella nuova industria, per esempio nel campo della progettazione, generando dimostratori a partire da descrizioni testuali, per il supporto clienti tramite risponditori automatici con personalizzazione basate su social media, per interfacce uomo-macchina di ultima generazione, in grado di semplificare processi di controllo e ispezione, per ottimizzare la catena di gestione e produzione, e in diversi altri campi della società, come la medicina personalizzata, dove si possono progettare interfacce personalizzate che si adattano automaticamente ai pazienti”.

 

 

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Mercoledì, 07 Febbraio 2024 09:12

Ammissione a Medicina e Chirurgia, Neri (UniPi): “Sì al numero programmato, ma è importante la curvatura biomedica”

Grande preoccupazione da parte della comunità accademica e un “no” deciso all’abolizione del numero programmato. È questa la posizione espressa ieri dal professor Emanuele Neri, Presidente della Scuola di Medicina dell’Università di Pisa, in audizione alla VII Commissione del Senato riunita per discutere le proposte di legge per la riforma del concorso di ammissione al Corso di laurea in Medicina e Chirurgia.

Due i Disegni di Legge al centro del dibattito: il DDL 915, a firma della senatrice Carmela Bucalo (FdI), che propone lo spostamento del test di ammissione alla fine di un primo semestre a cui tutti gli studenti accedono iscrivendosi liberamente, e il DDL 942, presentato dal senatore Roberto Marti (Lega), che propone la completa abolizione del numero chiuso.

Durante la sua audizione, il professor Neri ha espresso le preoccupazioni della comunità accademica in merito ai due DDL. In particolare, sull’ipotesi dello spostamento del test alla fine del primo trimestre, secondo un modello simile a quello francese, in cui lo sbarramento è al completamento del primo anno accademico.

“Spostando il test alla fine del primo trimestre si rimanda solo il problema e si obbliga lo studente ad un’attesa di qualche mese che gli farà comunque perdere un anno accademico, qualora non riuscisse a superare la selezione”, ha spiegato il Presidente della Scuola di Medicina di Pisa che ha anche espresso parare contrario per quanto riguarda l’abolizione completa del test.

L’attuale situazione logistica degli Atenei italiani non consente di sostenere un aumento drastico della popolazione studentesca che, si stima, sarebbe cinque volte superiore all’attuale – ha ricordato il professor Neri alla Commissione – Un aumento insostenibile non solo per la mancanza di aule, ma anche perché non permetterebbe una didattica di qualità che, anche per legge, richiede un determinato rapporto docenti-studenti. Un aumento degli studenti significherebbe, dunque, dover aumentare il numero docenti e il supporto amministrativo, con un notevole impegno di risorse finanziarie”.

Il professor Emanuele Neri ha poi ricordato l’importanza del progetto “Biologia con curvatura biomedica", che il Ministero dell’istruzione e del Merito ha promosso nei Licei classici e scientifici per consentire agli studenti un primo orientamento nella scelta del percorso universitario.


L’audizione è consultabile al seguente link: https://webtv.senato.it/4621?video_evento=244659

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Mercoledì, 31 Gennaio 2024 12:11

Aspettando Converging Skills: a pranzo con Shiva Loccisano

Si sono aperti oggi, in Palazzo alla Giornata, sede del Rettorato dell’Università di Pisa, i Lunch dell'Innovazione dell'Ateneo pisano. Il nuovo format nato per parlare di valorizzazione delle conoscenze e impatto sociale in un contesto conviviale e informale, in vista della seconda edizione di Converging Skills che si terrà dal 21 al 22 maggio 2024. Ospite di questo 'pranzo' inaugurale, Shiva Loccisano, Amministratore Unico di Behold, la holding degli Spinoff dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna e già membro del Consiglio Direttivo di Netval e Project Manager della piattaforma Knowledge Share, nonchè vicepresidente del Comitato per il Trasferimento Tecnologico di LES International.

"L'idea dei Lunch dell'Innovazione nasce dall'obiettivo, ambizioso, che l'Università di Pisa si è data con la nuova governance: guidare e sostenere la crescita culturale, sociale ed economica del Paese – ha spiegato il professor Corrado Priami, Prorettore per la valorizzazione della conoscenza e suo impatto -  Ogni 'pranzo' sarà, per i nostri docenti e ricercatori, un'occasione di confronto con esperti del mondo accademico e imprenditoriale, e uno stimolo per trasferire alla società esplorare i risultati delle attività portate avanti dal nostro Ateneo anche mediante nuove iniziative imprenditoriali”. 

“Abbiamo iniziato con Shiva Loccisano, col quale abbiamo parlato di terza missione, ossia delle attività di trasferimento scientifico, tecnologico e culturale dal mondo accademico alla società civile e al tessuto imprenditoriale -  ha aggiunto Priami -  Nei prossimi appuntamenti, invece, ci occuperemo dell'incontro tra la tecnologia e la filiera culturale e creativa, di investimenti in startup e, più in generale, di come rendere concreto quel ruolo centrale che le Università dovrebbero avere nella nostra società e recentemente ricordato anche dal Presidente Mattarella".

 “Sono stato molto onorato di essere il primo ad aprire questo ciclo di incontri ed avere avuto l’opportunità di confrontarmi con colleghi del trasferimento tecnologico, Professori e Ricercatori – ha commentato  Shiva Loccisano - Abbiamo potuto discutere insieme e analizzare la valenza strategica di questa missione che, sebbene ufficialmente sia considerata “Terza” (dopo Formazione e Ricerca), per un numero crescente di stakeholder è invece considerata “prima”, a voler intendere che l’impatto sulla società, perseguito più direttamente attraverso le attività di trasferimento di conoscenze e tecnologie, sia di fatto l’obiettivo ultimo a cui anche formazione e ricerca contribuiscono, come elementi fondanti”.

Quattro, complessivamente, i ‘pranzi’ in programma, pensati come altrettante tappe di avvicinamento alla seconda edizione di Converging Skills (Pisa, 21-22 maggio), l'evento nato nel 2023 per esplorare le migliori pratiche a livello mondiale nella convergenza di discipline e tecnologie, nel rapporto tra ricerca e industrie, nella precoce collaborazione tra start-up e investitori e nella cooperazione tra aziende anziché nella competizione. Tendenze evidenti di crescita sociale, culturale ed economica su cui l'Università di Pisa sta puntando per dare forma ad una nuova visione strategica finalizzata alla creazione di un ecosistema di successo di ricercatori, imprenditori e investitori che credono in questi principi e sono disposti a apportare cambiamenti alle pratiche attuali.

I prossimi appuntamenti con i Lunch dell'Innovazione sono previsti per il 28 febbraio, il 20 marzo e il 17 aprile. Di volta in volta, a seconda dei temi affrontati, ogni pranzo si rivolgerà a docenti e ricercatori specificatamente coinvolti fino ad un massimo di 20 partecipanti.

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Lunedì, 22 Gennaio 2024 09:09

Megalodon: uno studio rivela l’aspetto del gigantesco squalo estinto

Il Megalodon assomigliava ai grandi squali bianchi dei mari di oggi? Da anni gli studiosi si interrogano sull’aspetto dell’enorme squalo estinto vissuto circa 15–3,6 milioni di anni fa, e finalmente la risposta sembra essere giunta. Un nuovo studio scientifico, a cui ha preso parte anche il dottor Alberto Collareta, paleontologo presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa, ha dimostrato infatti che il gigantesco squalo - noto con il nome scientifico di Carcharocles megalodon (o Otodus megalodon) - era provvisto di un corpo più slanciato di quanto suggerito dagli studi precedenti.

“Nei romanzi e nei film di fantascienza il Megalodon è tipicamente rappresentato come uno squalo mostruoso e dalle proporzioni titaniche – spiega il dottor Alberto Collareta, unico italiano a far parte del team di 26 scienziati internazionali autori dello studio - Ciò non deve stupire, in quanto la taglia massima di questo squalo, uno dei più grandi predatori marini mai esistiti, è oggi stimata intorno a 15-20 metri di lunghezza totale e vi sono pochi dubbi riguardo alla sua dieta ipercarnivora”.

“Comprendere la biologia, l'evoluzione e l'estinzione del Megalodon – prosegue Collareta - è importante alla luce dell’impatto significativo che tale specie deve aver avuto sull'ecologia e sull'evoluzione degli ecosistemi marini che hanno dato origine agli oceani moderni. Tuttavia, la documentazione fossile del Megalodon è quasi essenzialmente rappresentata dai caratteristici enormi denti, mentre i reperti scheletrici sono estremamente rari”.

Proprio la mancanza di scheletri completi riferiti al Megalodon ha da sempre indotto gli studiosi a ricostruire l’aspetto di questo antico gigante dei mari modellandolo su quello dell’attuale squalo bianco (Carcharodon carcharias). Ipotesi adesso confutata dal lavoro del gruppo di ricerca internazionale di cui Collareta fa parte e che ha da poco pubblicato un nuovo studio sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Palaeontologia Electronica. Studio che dimostra come il Megalodon avesse una forma del corpo più slanciata rispetto a quella che caratterizza lo squalo bianco.

“Questa deduzione – spiega ancora il ricercatore - deriva dalla revisione di un set incompleto di vertebre fossili appartenenti ad un unico esemplare di Megalodon scoperto in Belgio nel diciannovesimo secolo. In particolare, la lunghezza totale del corpo di tale esemplare, se stimata sulla base del diametro delle vertebre dello squalo bianco attuale, risulta molto minore della lunghezza della sola colonna vertebrale incompleta (9,2 metri vs 11,1 metri)”. “Questa semplice osservazione – conclude Collareta - suggerisce fortemente che il Megalodon non fosse meramente riconducibile ad una versione più voluminosa del moderno grande squalo bianco, ma che differisse da quest’ultimo per una fisionomia più slanciata”.

Sebbene, in assenza di reperti scheletrici completi, l’esatta forma del corpo del Megalodon rimanga ancora incerta, i risultati presentati in questa nuova ricerca costituiscono l’evidenza empirica più cogente di tale forma e rappresentano un passo avanti significativo verso la sua ricostruzione.

L’articolo “White shark comparison reveals a slender body for the extinct megatooth shark, Otodus megalodon (Lamniformes: Otodontidae)” è liberamente accessibile online al seguente indirizzo internet: https://doi.org/10.26879/1345. I suoi autori sono: Phillip Sternes, Patrick Jambura, Julia Türtscher, Jürgen Kriwet, Mikael Siversson, Iris Feichtinger, Gavin Naylor, Adam Summers, John Maisey, Taketeru Tomita, Joshua Moyer, Timothy Higham, João Paulo da Silva, Hugo Bornatowski, Douglas Long, Victor Perez, Alberto Collareta, Charlie Underwood, David Ward, Romain Vullo, Gerardo González-Barba, Harry Maisch IV, Michael Griffiths, Martin Becker, Jake Wood e Kenshu Shimada.

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Lunedì, 22 Gennaio 2024 09:09

Rete Civica Unitaria pisana: verso una città sempre più Smart

Il futuro di Pisa si fa sempre più Smart grazie al supporto della rete metropolitana dell’Università di Pisa: circa 30.000 chilometri di fibra lineare su cui, grazie al recente potenziamento, correranno sempre più veloci servizi e informazioni per cittadini e imprese del territorio. Lunedì 22 gennaio, in Palazzo alla Giornata, sede del Rettorato dell’Ateneo, è stato infatti rinnovato l’accordo quadro per il consolidamento, il potenziamento e la manutenzione della Rete Civica Unitaria della Provincia di Pisa.

“Sono passati già 25 anni da quanto il territorio pisano, per la prima volta, ha aderito al progetto regionale delle Reti Civiche unitarie a livello provinciale. Progetto che oggi trova proprio nella rete pisana uno dei suoi sviluppi più interessanti e consolidati  - ha ricordato il rettore dell’Università di Pisa, Riccardo Zucchi – Con il rinnovo di questo accordo quadro diamo, quindi, sempre più forza al nostro territorio e sono fiero che l’Ateneo pisano, ancora una volta, metta a disposizione della comunità le sue forti competenze nel campo dell’ICT e le sue infrastrutture, così da sostenere i processi di digitalizzazione della nostra società e, con essi, il suo sviluppo sociale, culturale, economico e urbano. Per questo ci tengo a ringraziare tutti gli enti che fanno parte della Rete Civica Unitaria pisana e, in primo luogo, il Comune di Pisa, per il suo ruolo fondamentale di ‘regista’ di questa iniziativa”.

Grazie alla connettività pervasiva e sicura della rete metropolitana dell’Ateneo, con le sue infrastrutture e tecnologie digitali di ultima generazione, Pisa potrà così proseguire nel suo percorso di potenziamento dei  servizi digitali erogati dalle Pubbliche Amministrazioni e offrire, in questo modo, alle proprie comunità uno sviluppo sostenibile, capillare, inclusivo, efficace e partecipato, con servizi innovativi per svolgere più facilmente ed efficacemente attività personali, formative, sociali, economiche e industriali, in linea con il paradigma delle Smart City moderne.

Nove gli enti che compongono la Rete Civica Unitaria pisana e che oggi, nella Sala Mappamondi del rettorato, hanno firmato il nuovo accordo quadro: Università, Comune, Tribunale, Procura della Repubblica, Polizia di Stato - Questura di Pisa, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco e Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana.

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Mercoledì, 17 Gennaio 2024 09:55

Intelligenza Artificiale: verso un futuro più “umano” e sostenibile

Creare dei microprocessori in grado di replicare i sistemi di apprendimento biologico, così da rendere l’Intelligenza Artificiale più flessibile, efficiente e sostenibile anche dal punto di vista ambientale. È questa la sfida lanciata da un gruppo internazionale di ricercatori - coordinato dal Neuromorphic AI Lab (NUAI Lab) della UTSA (University of Texas at San Antonio) - di cui fa parte anche Vincenzo Lomonaco, tra i massimi esperti italiani di Continual Learning, ricercatore presso il Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa e tra gli autori dell’articolo “Design principles for lifelong learning AI accelerators”, da poco uscito sulla prestigiosa rivista scientifica Nature Electronics.

“La fallibilità dell’Intelligenza Artificiale è ancora troppo alta e questo perché l’AI, così come la conosciamo oggi, si basa su sistemi di apprendimento automatico troppo rigidi, che la rendono incapace di affrontare condizioni nuove, non precedentemente incontrate durante il processo di addestramento – spiega Vincenzo Lomonaco – Di fatto, le facciamo apprendere una grande quantità di informazioni tutte insieme, ma ogni volta che emerge una novità su un determinato tema dobbiamo aggiornare il sistema da zero. Tutto ciò, oltre ad essere poco efficiente, ha anche dei costi altissimi, sia in termini economici che ambientali, visto l’elevato consumo di energia e le conseguenti emissioni di CO2 di questi processi”.

Aggiornare un sistema di AI, d’altronde, può arrivare a costare fino a diversi milioni euro. Mentre per avere un’idea dell’impronta ambientale dell’AI basti pensare che, secondo un recente studio dell’Università del Massachusetts, l’addestramento di diversi modelli di intelligenza artificiale di grandi dimensioni può emettere una quantità di anidride carbonica equivalente a cinque volte quella emessa da un’auto americana media durante il suo ciclo di vita, compreso il processo di produzione. 

Una soluzione a tutto ciò, secondo Lomonaco e gli altri ricercatori del Neuromorphic AI Lab - coordinato dalla professoressa Dhireesha Kudithipudi -, è rappresentata dall’Apprendimento Automatico Continuo (noto anche come Continual Learning o Lifelong Learning), che permetterebbe all’AI di assimilare un gran numero di conoscenze in sequenza, senza dimenticare quelle acquisite in precedenza.

“Per realizzare un sistema di apprendimento di questo genere è necessario modificare gli attuali paradigmi computazionali ed eliminare i vincoli infrastrutturali esistenti – prosegue Lomonaco – Per questo, con i colleghi del NUAI Lab di San Antonio, abbiamo gettato le basi di un nuovo sistema di apprendimento incrementale, basato sul co-design hardware-software. Ossia sulla progettazione simultanea di componenti hardware e software, così da dar vita ad un sistema di lifelong learning per l’AI che sia robusto e autonomo. Il tutto basato su algoritmi di nuova generazione che, lavorando in modo più simile all’intelligenza umana, permettono all’Intelligenza Artificiale di accrescere le proprie conoscenze in modo progressivo, più rapido ed efficiente, con consumi che si avvicinano a quelli di una lampadina”.

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Lunedì, 08 Gennaio 2024 08:38

Per il National Geographic il Perucetus colossus è la terza scoperta scientifica più incredibile del 2023

Il Perucetus colossus è la terza scoperta scientifica più incredibile del 2023, parola di National Geographic. La prestigiosa rivista ha pubblicato pochi giorni fa la classifica delle scoperte più affascinanti realizzate nel 2023 e, tra le 11 citate, il fossile di cetaceo ritrovato in Perù dai paleontologi dell’Università di Pisa occupa il terso gradino del podio.

Nell’articolo del National Geographic si ricorda che “un antico cetaceo chiamato in modo appropriato Perucetus colossus potrebbe essere stato il più grande animale di sempre. Una nuova analisi di ossa fossili di questa antica balena, che solcava le acque lungo la costa del Perù più di 37 milioni di anni fa, suggerisce che l'animale potesse pesare più di 300 tonnellate e misurare 20 metri. Se fosse davvero così pesante come sospettano gli scienziati, sarebbe stato il più grande animale conosciuto mai esistito. Le balene azzurre, anche se più lunghe, intorno ai 30 metri, pesano solo circa 200 tonnellate”.

La scoperta di questo eccezionale cetaceo era stata presentata in un articolo pubblicato sulle pagine di Nature a inizio agosto. I resti dello straordinario animale, un antenato delle balene e dei delfini caratterizzato da ossa grandissime e pesantissime che hanno fatto subito pensare a un mostro marino dalle proporzioni titaniche, sono riaffiorati dal Deserto di Ica, lungo la costa meridionale del Perù e sono stati studiati da un gruppo internazionale di scienziati, con in primo piano i paleontologi del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa: il professor Giovanni Bianucci, primo autore e coordinatore della ricerca, il dottorando Marco Merella e il ricercatore Alberto Collareta. Allo studio hanno partecipato anche altri geologi e paleontologi italiani provenienti dalle università di Milano-Bicocca (la ricercatrice Giulia Bosio e la professoressa Elisa Malinverno) e Camerino (i professori Claudio Di Celma e Pietro Paolo Pierantoni), affiancati da ricercatori peruviani e di diverse nazionalità europee. Al cetaceo è stato dato il nome di Perucetus colossus in onore del paese sudamericano in cui è stato rinvenuto e in riferimento alla sua taglia letteralmente colossale.

 

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Mercoledì, 03 Gennaio 2024 08:36

Progetti PNRR: l’Università di Pisa cerca partner al Sud

Quattro avvisi per un totale di 8.325.000 euro, di cui 3.570.000 euro destinati ed imprese ed Enti locali del Mezzogiorno. È questo l’ammontare dei primi bandi a cascata emanati dall’Università di Pisa per la presentazione, da parte di soggetti esterni, di proposte progettuali di attività di ricerca funzionali alla realizzazione dei progetti PNRR dell’Ateneo.

Finanziati dall’Unione Europea nell’ambito di NextGenerationEU, con fondi MUR PNRR Missione 4 “Istruzione e Ricerca” Componente 2 “Dalla Ricerca all’impresa”, i quattro bandi rappresentano una grande opportunità per le imprese e gli enti di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, a cui è riservato il 43% delle risorse totali. 

Nello specifico è possibile partecipare ai bandi a cascata per l’Ecosistema dell’Innovazione THE – Tuscany Health Ecosystem, che punta all’innovazione nelle scienze e nelle tecnologie della vita in Toscana, e per i seguenti Partenariati Estesi: FAIR, sugli aspetti fondazionali dell’Intelligenza artificiale; NEST, dedicato alla transizione energetica; HEAL ITALY, con focus sulla diagnostica e sulle terapie innovative nella medicina di precisione.

Le imprese e gli enti hanno tempo fino alle ore 12:00 di lunedì 22 gennaio per partecipare al bando per il partenariato FAIR presentando le proprie proposte. Hanno qualche giorno in più, invece, i soggetti interessati ai bandi per i partenariati NEST e HEAL ITALY, che scadono martedì 26 gennaio alle ore 12:00. È fissata per mercoledì 31 gennaio alle ore 12:00, infine, la scadenza per la presentazione delle proposte relative all’ecosistema THE – Tuscany Health Ecosystem.

Per maggiori informazioni: https://pnrr.unipi.it/bandi-a-cascata-pubblicati/

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