Rappresentante del personale tecnico- amministrativo
Signor Presidente della Repubblica, Signora Ministra,
Magnifico Rettore, Signore e Signori,
Signor Presidente, è un grande onore darLe il benvenuto all’Università di Pisa. La Sua presenza in questo Ateneo riconsegna ai nostri studenti e a noi tutti quella fiducia e speranza nel futuro che la pandemia ci aveva sottratto.
In questi momenti, per un paese civile che vuole anticipare il futuro, l’attenzione delle istituzioni nei confronti della formazione universitaria e della ricerca scientifica deve essere prioritaria.
Qui, come affermava Umberto Eco, ci si occupa di cose di cui i mass media parleranno tra 20 anni.
Un paese che investe nell’Università è, quindi, un paese che ha 20 anni di vantaggio rispetto alla storia. E questo periodo pandemico ha dimostrato, oggi come non mai, quanto sia provvidenziale una ricerca scientifica avanzata.
In proposito, sono certa che i miei colleghi del personale tecnico amministrativo, di cui ho il privilegio di far parte, saranno in grado di garantire il supporto necessario perché l’Università continui ad essere il luogo della conoscenza e del progresso.
Mi riferisco infatti ai colleghi informatici che, in piena pandemia, non si sono arresi agli eventi ed hanno consentito, attraverso l’attivazione di piattaforme digitali, lo svolgimento dei servizi a supporto dell’attività didattica e di ricerca.
O agli amministrativi che, grazie al lavoro a distanza, hanno modificato, sulla base delle nuove emergenze, il modo di lavorare continuando a svolgere le mansioni a cui erano preposti per garantire che l’intera organizzazione universitaria non si fermasse.
E difatti nessuno di noi si è fermato. Lavorare a distanza non ha significato non lavorare, ma piuttosto lavorare di più, anche grazie a quel particolarissimo senso di appartenenza all’istituzione che si può trovare, a mio parere, solo tra chi lavora nell’Università e che nasce dal fatto che, per molti di noi, questo è anche il luogo in cui ci si è formati e si è cresciuti come persone e come professionisti.
Da questo punto di vista, credo che uno speciale tributo di riconoscenza debba essere offerto a tutte le nostre colleghe, le quali notoriamente sappiamo essere sempre strette tra impegni familiari e lavorativi e che, ciononostante, non si sono risparmiate minimamente. Come sempre, vorrei aggiungere.
Donne che lavorano che, tuttavia, seppur numerose, ancor oggi soffrono di un comprovato svantaggio di genere all’interno dei luoghi di lavoro, nessun escluso, in favore delle quali deve essere introdotto un “diritto diseguale” per garantire l’uguaglianza.
Ma l’Università è un luogo aperto, aperto alle esigenze di questo Paese e delle persone e, per tale ragione, nutro speranza che si trovino risorse che possano essere utilizzate per il reclutamento di giovani studiosi, che possano contribuire al progresso scientifico, magari qui, in Italia, anziché all’estero, per concrete politiche di riconoscimento professionale del personale, che passino anche attraverso livelli retributivi più in linea con le medie dei principali paesi europei, e per azioni che promuovano la parità di genere.
L’Università ha bisogno di attenzione e investimenti da parte del Paese e il Paese ha bisogno di una buona Università, di una Università avanzata, proiettata verso le nuove sfide che ci riserva il futuro.
Sig. Presidente e signora Ministra chiedo a Voi di farvi promotori delle sollecitazioni che oggi questo palco vi ha rivolto.
Grazie per l’attenzione.