Elenco scorciatoie

Studi di genere e pari opportunità
Considerazioni sul catalogo unico dell’Ateneo

Negli ultimi anni l’Università di Pisa ha manifestato un interesse crescente per gli studi di genere e le pari opportunità. Ciò è testimoniato dal progressivo aumento delle tesi di laurea su questi argomenti, così come dall’incremento degli acquisti bibliografici relativi a questo specifico settore disciplinare, in buona parte delle biblioteche dell’Ateneo. Sulla base di questa premessa, il Comitato Pari Opportunità ha proposto al Sistema bibliotecario la realizzazione di una bibliografia sugli studi di genere e le pari opportunità che utilizzasse, come unica fonte il catalogo unico di Ateneo: http://sba2.adm.unipi.it:8991/F (1). Il risultato è il Repertorio bibliografico su studi di genere e pari opportunità: il catalogo dell’Università di Pisa;, edito dal Servizio Editoriale Universitario, integralmente disponibile anche online nell’archivio istituzionale dell’Università UnipiEprints: http://eprints.adm.unipi.it/464/.

Il Repertorio svolge una funzione d’immediata utilità per quanti siano a diverso titolo interessati ad intraprendere o proseguire indagini scientifiche in questi ambiti tematici. Per ciascuna notizia bibliografica, infatti, oltre alla descrizione in senso stretto, si da indicazione della collocazione delle pubblicazioni, precisando in quale delle biblioteche dell’Università di Pisa siano disponibili, facilitandone sostanzialmente il reperimento fisico o elettronico.

L’indagine bibliografica si è svolta attraverso tre diverse tipologie di interrogazione, condotte separatamente: per soggetti, per Classificazione decimale Dewey (d’ora in avanti CDD) e per titoli (2). La ricerca è stata raffinata delimitando l’ambito cronologico di pubblicazione delle opere al periodo 1990–2007, cosė da presentare i testi ritenuti scientificamente più aggiornati.

L’articolazione disciplinare della materia trattata, accompagnata al numero elevato dei risultati ottenuti, ci ha spinto a individuare uno schema di classificazione apposito: abbiamo, quindi, raggruppato i 1516 record bibliografici (3) rintracciati in 19 categorie principali (a tale proposito leggi Le categorie).

Il Repertorio bibliografico qui presentato, anche se mira ad essere esauriente, tuttavia non possiede i caratteri dell’esaustività. Non è stato, infatti, possibile recuperare le registrazioni bibliografiche pertinenti prive di accesso semantico (soggetto o CDD), i cui titoli non mostrassero alcuna attinenza con i contenuti. In particolare, per le tesi cartacee presenti nel nostro catalogo, dobbiamo rilevare che quando depositate in biblioteca e inserite nell’OPAC di ateneo – in base alle scelte delle singole facoltà o dello stesso studente – sono spesso prive di accessi semantici. Le elettroniche (4), invece, vengono tutte catalogate centralmente e corredate della CDD (ma non dalle stringhe di soggetto) (5).

Tenendo presente tali limiti, vi presentiamo adesso alcuni risultati necessariamente parziali del lavoro svolto.

Figura 1.

Figura 1.

Con il il termine “tesi”, nelle considerazioni successive, ci riferiremo prevalentemente alle tesi Vecchio Ordinamento ed alle specialistiche in quanto nella nostra indagine bibliografica non abbiamo rinvenuto elaborati triennali o tesine di master e solo 3 tesi di dottorato e 2 di specializzazione. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che, mentre per le tesi di Vecchio Ordinamento e specialistiche può essere facile incontrare un docente particolarmente interessato ad un determinato ramo di studi e che, di conseguenza, assegna diverse tesi su un tema, a volte anche “in continuazione” l’una con l’altra, le tesi di dottorato e di specializzazione, invece, rispecchiano più frequente la linea di ricerca del dottorando e dello specializzando e non di rado sono condotte in collaborazione tra più atenei, anche stranieri.

Le tesi di laurea presenti nel Repertorio sono, compresi i “duplicati”, 143 (ovvero il 9,4% del totale delle opere rintracciate nel nostro catalogo), 134 in formato cartaceo e 9 elettroniche.

La Fig. 1 illustra la percentuale di tesi per ciascuna categoria. Al primo posto abbiamo la categoria 16. Donne e letteratura con il 38% (53 titoli), seguita a parimerito – al 13% – dalle categorie 1. Storia delle donne (19 titoli) e 5. Biografie di donne e autobiografie (18 titoli) (6). Le categorie 14. Donne e religione e 6. Studi di genere che possiedono, nell’economia complessiva delle categorie, il 9% dei titoli, continuano ad avere, in proporzione, un equivalente numero di tesi, attestandosi entrambe sul 7%. Si tratta di un dato particolarmente interessante in quanto accomuna due categorie “opposte” tra loro dal punto di vista del ruolo della donna nella società: assente in un caso e valorizzato nell’altro.

Figura 2

Figura 2.

Il fatto che la categoria 3. Pari opportunità non sia rappresentata e che, complessivamente, contenga solo l’1% dei record non deve stupire: si è, infatti, scelto di dare, in questa categoria, all’espressione “pari opportunità” un’accezione fortemente mirata, mentre come concetto “ampio” è ovviamente presente in tutte le categorie.

Dal punto di vista delle tesi “duplicate” dobbiamo notare che tutte le 10 tesi presenti nella categoria 14. Donne e religione compaiono anche in altre categorie (prevalentemente nella categoria 1. Storia delle donne). Si nota subito che a parità di quantità di record per categoria, quella che contiene il maggior numero di titoli ed il minore numero di “duplicati” è la 16. Donne e letteratura, essendo l’ambiente “letteratura” ben definito e meno suscettibile di trasversalità.

La Fig. 2 mostra il numero di tesi effettuate negli accademici che vanno dal 1990–1991 al 2006–2007. Come si vede, al di là della diminuzione verificatasi negli anni 1992–1993, a partire da questa data c’è stato un aumento più o meno costante; dal 1999 al 2002 abbiamo, poi, una media di 10 tesi ad anno accademico ed un picco di 14 titoli per il 2003–2004. Dal 2006–2007, invece, si può notare una leggera diminuzione.

Figura 3

Figura 3.

Dal punto di vista delle facoltà interessate alle tesi di laurea presenti nelle nostre categorie le due pių coinvolte sono Lingue e letterature straniere (al 49% per 58 tesi) e Lettere e filosofia (al 43% per 54 tesi) (7). Questo risultato non sorprende sia per quanto fin qui detto sulle categorie più rappresentate nell’ambito degli studi di genere e pari opportunità, che per l’elevato numero di tesi discusse complessivamente in queste facoltà, dal 1990 al 2007 (8).

Gli indirizzi di studi maggiormente interessati agli studi di genere e delle pari opportunità, all’interno di queste due facoltà, sono evidenziati nelle Fig. 3 e 4. In entrambi gli istogrammi una prima colonna è dedicata a quelle tesi discusse nell’ambito di entrambe le facoltà ma di cui non è stato possibile rintracciare lo specifico corso di studi (9). Nel caso della facoltà di Lingue e letterature straniere il numero di tesi per le quali non è stato possibile individuare lo specifico corso di studi arriva a ricoprire più della metà dei titoli (30 su 58).

Figura 4

Figura 4.

Nell’ambito della facoltà di Lettere e filosofia, come si vede, i corsi di studio maggiormente interessati sono, a pari merito, quello storico (a cui si possono anche idealmente aggiungere i titoli dell’indirizzo storia e civilità) e filosofico, seguiti da quello in lettere moderne. Per la facoltà di Lingue e letterature straniere i corsi di studio specifici maggiormente interessati sono gli indirizzi filologico–letterario e linguistico glottodidattico (rispettivamente 8 e 7 titoli), seguiti da quello storico–culturale (5 titoli).

Quanto rinvenuto in merito ai corsi di studio maggiormente interessati, in entrambe le facoltà, č pienamente in linea con quanto già detto sull’elevato numero di tesi discusse nel nostro ateneo nell’ambito delle categorie 16. Donne e letteratura e 1. Storia delle donne.

È auspicabile, quindi, che questa analisi esplorativa possa essere di stimolo per intraprendere nuove ricerche nell’ambito degli studi di genere e delle pari opportunità.

Elisa Cacelli
Area Biblioteche
e.cacelli@adm.unipi.it

Questo articolo trae spunto dal lavoro di ricerca condotto sul catalogo dell’Università di Pisa da Elisa Cacelli, Susanna Dal Porto, Elena Longoni e confluito in: Elisa Cacelli–Susanna Dal Porto–Elena Longoni, Repertorio bibliografico su studi di genere e pari opportunità: il catalogo dell’Università di Pisa, Pisa, SEU, 2008. Si ringraziano per i preziosi consigli e suggerimenti Susanna Dal Porto e Domenico Parducci; un ringraziamento particolare va all’Ufficio Statistica per i dati forniti sulle tesi globalmente discusse nel nostro ateneo.

Note

(1) Per informazioni sul catalogo e sulle biblioteche dell’Università di Pisa: http://biblio.unipi.it/.
(2) Per un’analisi dettagliata delle tecniche d’indagine impiegate, cosė come per le potenzialità d’indagini presenti nel catalogo, si rimanda alle pagine 7–51 del Repertorio e all’articolo scritto con Susanna Dal Porto in corso di pubblicazione sulla rivista “Biblioteche oggi”.
(3) Il totale di 1516 è comprensivo delle citazioni bibliografiche “duplicate”. Nei casi in cui un’opera potesse essere compresa in più categorie concettuali, si è scelto di inserirla in entrambe, così da ampliare lo spettro dei titoli utili per la ricerca in uno specifico ambito. I titoli presenti nel Repertorio, esclusi i “duplicati”, sono 1237.
(4)L’archivio istituzionale di Ateneo per il deposito delle tesi è ETD, Electronic Theses and Dissertations http://etd.adm.unipi.it/ETD–db/ETD–search⁄search. È possibile sottomettere la tesi in formato elettronico a partire dal 2002–2003. Nel database è possibile effettuare delle ricerche per: Cognome dell’autore, titolo, riassunto, corso di studi, disponibilità, URN, matricola, tipo di tesi.
(5) Dobbiamo rilevare che senza la ricerca per parole del titolo avremmo perso solo il 5,6% delle opere. Dal punto di vista delle tesi, la percentuale sale notevolmente – per i motivi appena descritti – arrivando al 45%, ovvero a 27 titoli sui 60 recuperati.
(6) Tale risultato è in linea con quello rinvenuto confrontando la percentuale di record per categoria comprensiva di tesi, monografie, spogli ed estratti, che vedeva al primo posto le categorie 16. Donne e letteratura (13% per 197 titoli) e 1. Storia delle donne (22% per 331 titoli).
(7) Il restante 8% delle tesi presenti nel nostro Repertorio è così suddiviso: 2 specialistiche in Economia, 2 specialistiche in Medicina e chirurgia, 1 specialistica in Economia e commerico; 1 di dottorato in Storia, 1 di dottorato in Economia politica, 1 di dottorato in Filosofia, 1 di specializzazione in Storia dell’arte, 1 di specializzazione in Psichiatria.
(8) Le tesi complessivamente discusse a Lettere e filosofia, dal 1990 al 2007, ammontano a 9.120, l’11,56% del totale delle tesi conseguite in tutto l’Ateneo. Il divario con Lingue e letterature straniere, quasi inesistente nell’ambito degli studi di genere, aumenta nel contesto di tutta l’Università: abbiamo 4.122 tesi, il 5,22% sul totale.
(9) Tale mancanza è il risultato di diversi fattori, tra cui l’assenza, in parte delle catalogazioni delle tesi di Lingue e letterature straniere, dei dati relativi al corso di studio; la mancanza nel programma di gestione delle carriere degli studenti dell’Ateneo – nella maggior parte dei casi – delle specificazioni relative ai corsi di studio per le laurea Vecchio Ordinamento conseguite prima del 2004, per i quali è presente la dicitura “percorso comune”.