Elenco scorciatoie

Editoriale
Settembre 2006

 

Sessant’anni e non li dimostra: potrebbe essere questa l’espressione che, dal mio punto di vista di giovane donna ancora immersa nel mondo universitario per motivi di studio e di lavoro, descrive l’acquisizione del diritto di voto da parte delle donne. Tale espressione può nascondere un duplice significato; da una parte il raggiungimento di questo diritto può sembrare lontano nel tempo più di quanto non lo sia in realtà, collocato cioè in un’epoca ben distante da noi: è difficile, infatti, immaginare le nostre nonne o bisnonne come cittadine-fantasma, prive della possibilità di venire rappresentate politicamente in una società che addirittura ha avuto spesso un disperato bisogno di loro come, ad esempio, durante le due guerre mondiali in cui l’impegno civile delle donne ha salvaguardato l’interesse nazionale. D’altra parte, questi sessanta anni possono apparire pochi se si pensa che, benché le donne ne abbiano fatta di strada, il cammino verso la “pari dignità” è ancora molto, molto lungo.

Con lo sguardo rivolto sia al passato che al futuro, le donne di oggi non possono evitare di considerare lo stato attuale delle cose. E la riflessione scivola inevitabilmente sulla condizione femminile odierna all’interno della società italiana. Se, infatti, possiamo essere fiere, ad esempio, di ricoprire molti ruoli di prestigio all’interno dell’ambito culturale, dall’altro non possiamo non chiederci perché molti dei ruoli istituzionali più rilevanti (presidenza del Consiglio, alcuni dei ministeri chiave) non solo non sono ricoperti da donne, ma addirittura queste ultime molto raramente appaiono come possibili candidate. Allo stesso modo siamo portate a chiederci perché, seppur motivate come e più dei colleghi maschi, le nostre carriere scolastiche, universitarie e lavorative, devono essere sempre più dure e più soggette a compromessi di ogni tipo proprio a causa del nostro essere donne.

A molte di queste domande ancora oggi, sessanta anni dopo che le prime di noi hanno potuto esprimere il loro diritto di voto, non sappiamo dare una risposta e, talvolta, si riaccende in noi quella rabbia sorda che forse provavano le nostre nonne e bisnonne quando vedevano i loro mariti andare a decidere in un seggio il destino di quello che era anche il loro Paese. Questi momenti, tuttavia, devono rappresentare una motivazione per il futuro, devono cioè aiutarci a squarciare quel velo impalpabile di discriminazione nei confronti della donna che esiste ancora oggi nella nostra società.

Dallo sforzo di conciliare la famiglia con il lavoro attraverso l’effettiva collaborazione del compagno o marito, fino a ottenere una maggiore autorevolezza in ogni ambito della vita sociale, per arrivare al raggiungimento di un congruo numero di donne nelle sedi istituzionali che contano: queste sono alcune delle tappe della lunga strada che conduce alla “pari dignità” e che la donna del 2006 deve ancora percorrere.

Come novelle Atena, dea della guerra, capace di distinguersi sia per la sua indiscussa femminilità che per virtù quali forza e saggezza, le donne devono raccogliere e combattere queste sfide, quotidiane e non, che affollano le loro vite.

 

Sara Rossi