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La donazione Lenzi Nuvolari
La scomparsa di due giovani e un’eredità a metà con Firenze

Le donazioni effettuate in favore dell’Università di Pisa non riguardano solo opere d’arte, ma comprendono diversi altri ambiti, per esempio le collezioni librarie e gli immobili. A questo proposito, l’Ateneo è impegnato a riprendere l’esame di tutte le erogazioni liberali ricevute nel tempo, purtroppo non più molto consuete, per poi eventualmente pervenire alla costituzione di un’unica Fondazione che possa gestire tutti i beni presenti e quelli che si auspica perverranno in futuro. Nell’ultimo anno è stato manifestato più volte l’intento di proseguire su questa strada, anche grazie all’ultima Legge finanziaria che ha inteso incentivare le erogazioni liberali nel settore della ricerca. Si spera che, almeno in questo campo, l’Università possa contare su finanziamenti consistenti. Vogliamo approfondire l’argomento, parlando di tre donazioni di particolare rilievo: quella Lenzi Nuvolari, quella Ranzi e quella Vignoli Malagoli.

Nuvolari

 

Nell’ormai lontano anno 1983 la signora Elena Lenzi, nata a Livorno nel 1893 e deceduta nel 1983 a Verona, coniugata Nuvolari - il cognome evoca fatti e fasti degli anni ‘30, ma non vi è certezza se fosse o meno in stretta parentela con Tazio grande pilota - lascia in eredità agli Atenei di Pisa e Firenze, oltre ad alcune somme in titoli di Stato, un immobile in Verona, in pieno centro storico completo di tutti i beni mobili.

All’istituzione di Erede era apposto un onere e cioè quello di destinare le somme per borse di studio delle Università in cui i due figli deceduti in giovane età si erano laureati e con il ricavato della vendita dell’immobile mantenere una cappella funebre nel comune di Castel d’Ario (cittadina in provincia di Mantova nella quale nacque anche Tazio Nuvolari e dove sono tuttora le tombe della famiglia e la casa del famoso pilota). Da un sopralluogo effettuato si è venuti a sapere, invece, che la tomba “storica” del pilota di auto e moto da corsa, che perse anche egli i due figli in pochi anni - noto tanto nella Nazione che all’estero e che tanto ha dato ai luoghi in cui è nato e vissuto (basti vedere il Museo di Mantova a lui intitolato ma anche quante insegne di officine, bar, negozi riportano il suo nome, espongono foto e godono della sua fama) - giaceva malridotta nel cimitero del paese e grazie a una impresa di servizi è stata restaurata ed ora è sistemata nel cimitero monumentale di Mantova.

La signora Lenzi con la donazione ha inteso rendere onore alla memoria dei propri figli, deceduti, uno in azione di guerra e uno per malattia contratta sempre nella seconda guerra mondiale.
Il primo, Giorgio Nuvolari, guardiamarina osservatore, fu studente all’Università di Pisa, dove frequentò i corsi di Ingegneria e scomparve il 12 dicembre del 1942 in occasione di una ricognizione strategica nel Mar Mediterraneo occidentale, con il suo apparecchio che comandava e l’equipaggio composto da due piloti, un armiere, un radiotelegrafista e un motorista.

Il fratello Giancarlo, sottotenente, dottore in Economia all’Universita di Firenze, era morto, come già detto, cinque mesi prima per malattia contratta in guerra. A Giorgio Nuvolari l’Università di Pisa attribuì il 25 gennaio 1965 la laurea “a titolo di onore” in Ingegneria industriale sottosezione aeronautica come studente dell’Ateneo caduto per la Patria, dall’allora rettore Alessandro Faedo.

È stato toccante visitare la cappella funebre dove sono ubicate due lastre commemorative con scritte ad oggi insolite, ma che si avverte assolutamente non retoriche. Entrare nell’appartamento, con l’avvocato esecutore testamentario, ha dato un’emozione grandissima: era infatti come entrare in un santuario da tempo dimenticato e dove il tempo, insieme alla polvere, aveva sedimentato le emozioni della defunta signora.

Nell’immobile sono tuttora presenti, fra l’altro, diversi attestati, i diplomi di laurea e le medaglie ricevute dai figli della signora Elena, le loro foto, nonché testimonianze che possono avere anche un “consistente” valore storico.

Il testamento della signora, che ben definisce le condizioni a cui deve essere sottoposta la vendita dell’immobile, riporta anche i dolorosi sentimenti che ne hanno segnato la vita.

L’Università di Pisa ha deciso di vendere l’immobile, come del resto era indicato nel testamento, anche per conto dell’Università di Firenze.

I beni mobili saranno invece accuratamente catalogati e potranno essere venduti al fine di ottenere il massimo ricavo possibile, oppure potranno trovare adeguata collocazione in locali dei due Atenei.

In tal modo le Università adempiranno l’onere apposto alla donazione in loro favore secondo quanto dispone il codice civile (art.647). Purtroppo le somme a disposizione dei due Atenei si sono assottigliate negli anni, a causa delle spese che sono state sostenute per la manutenzione dell’immobile e per altre necessarie, ma le due Università destinatarie dell’eredità troveranno il modo di beneficiare gli studenti bisognosi e “possibilmente livornesi”, come voleva la signora Lenzi, nonché di mantenere la cappella funebre, molto sobria all’esterno, ma piena di sofferenza e amore come testimoniano le lapidi nel cimitero di Castel D’Ario.

Come è noto, infatti, gli oneri apposti alla disposizione testamentaria devono essere adempiuti a meno che non siano impossibili o illeciti e - sempre secondo quanto dispone il codice civile - “qualsiasi interessato”, ovvero chiunque riceva un vantaggio anche indiretto e non patrimoniale dalla disposizione, può agire in giudizio per l’adempimento dell’obbligo.

Giuseppina Mannaioli
direttore amministrativo - 1a classe R.E.
g.mannaioli@adm.unipi.it