La giustizia climatica per le generazioni future

Data: 29 aprile 2024
Relatrice: prof.ssa Giovanna Pizzanelli, Dipartimento di Scienze Politiche
Incontro in presenza destinato agli Istituti Superiori.

Le controversie che chiamano in causa le istituzioni e le imprese ritenute responsabili del mancato o scarso impegno per la lotta ai cambiamenti climatici hanno conosciuto una progressiva espansione in seguito al 2015, anno di adozione dell’Accordo di Parigi, che mira al contenimento dell’innalzamento della temperatura media del pianeta, e anno a cui risalgono le due note decisioni del caso Urgenda nei Paesi Bassi e del caso Leghari in Pakistan.
A livello internazionale, l’attenzione per il fenomeno dei cambiamenti climatici non è certo recente, posto che la Convenzione quadro sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite risale al 1992 e, da allora, stante il meccanismo nella stessa previsto, si sono svolte periodicamente le c.d. COP (conference of the parties) al fine di verificare l’applicazione della Convenzione e mettere a punto strumenti adeguati ad assicurare che le concentrazioni nell’atmosfera di gas a effetto serra si stabilizzino a un livello che impedisca perturbazioni pericolose del sistema climatico.
Con riferimento al sistema giuridico italiano, l’espressa menzione tra i principi fondativi della Repubblica del dovere di protezione dell’ambiente, anche in funzione di tutela delle generazioni future, introdotto in forza della modifica costituzionale del 2022, impegna il legislatore in una proiezione di medio-lungo periodo delle politiche ambientali e potrebbe costituire le basi per l’apertura a una nuova frontiera della giustizia ambientale, quella climatica, che in altri Paesi è spesso rappresentata dalle istanze di tutela sollevate dalle fasce più giovani della popolazione che lamentano l’inazione dei decisori politici rispetto alle sfide imposte dalle conseguenze negative causate dai cambiamenti climatici.
Il fenomeno del contenzioso climatico, quale ultima frontiera dell’attivismo ambientale, solleva, tuttavia, questioni giuridiche importanti, soprattutto in tema di sussistenza della legittimazione ad agire, sulla possibile violazione del principio della separazione dei poteri e sulla possibilità che il giudice possa imporre scelte politiche al legislatore anche alla luce delle indicazioni che vengono dalla scienza, mettendo in luce la necessità che gli Stati si facciano carico della dimensione globale del fenomeno del cambiamento climatico e che mettano in opera strumenti in grado, quantomeno, di mitigarlo. Ma il fenomeno solleva altresì una questione educativa: spinge a promuovere cambiamenti sostanziali nelle condotte degli operatori industriali e nelle mosse del decisore politico, così come a creare una consapevolezza civica sull’impatto delle attività antropiche sui cambiamenti climatici.
Su queste, tra le altre questioni, l’incontro intende proporre una riflessione, al fine di promuovere la cultura ambientale e della sostenibilità.

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