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Pietro da Cortona, lo stucco e l'oro: riflessioni sulle Sale dei Pianeti

Seminario di Francesco Freddolini

data 19 Giugno 2019 10:00  |  luogo Polo Guidotti via Trieste 40, Pisa
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seminario Freddolini largoMercoledì 19 giugno, alle ore 10,00, presso l'Aula G2 del polo ex Guidotti, avrà luogo il seminario "Pietro da Cortona, lo stucco e l'oro: riflessioni sulle Sale dei Pianeti" di Francesco Freddolini (University of Regina, Canada), Visiting Fellow presso il Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere.

Abstract

Le Sale dei Pianeti a Palazzo Pitti, commissionate dal Granduca Ferdinando II, furono il primo consapevole e monumentale esempio fuori dal contesto romano della sequenza lineare di anticamere che conducevano alla sala dell’udienza. Per la responsabilità del cantiere decorativo il Granduca scelse un artista toscano di origine, ma Romano per cultura: Pietro da Cortona.
Questo seminario focalizza l’attenzione su due elementi che—nella storiografia—sono sempre stati secondi al ciclo pittorico dispiegato da Piero da Cortona e da Ciro Ferri, ma che permettono di rileggere queste stanze in relazione ai contesti romano e fiorentino, ed in rapporto alla funzione cerimoniale di queste stanze: lo stucco e l’oro.
Ripercorrendo le tappe della commissione e rileggendo le sale con particolare attenzione al confronto tra Roma e Firenze—un confronto chiaramente voluto dai Medici attraverso la chiamata di Pietro da Cortona per questa enfilade di sale—emerge come gli elementi in stucco non siano un semplice riempitivo a margine della pittura, ma vadano letti assieme ad essa, e soprattutto si caratterizzino come una evoluzione delle idee pittoriche che Berrettini aveva elaborato a Palazzo Barberini. Quello che a Roma era trompe l’oeil, a Firenze—dove la scultura aveva da sempre il primato—divenne scultura, tridimensionale e tangibile. Inoltre, attraverso un’analisi degli inventari delle sale, si comprende come gli stucchi interagissero, narrativamente, tanto con gli affreschi che incorniciavano, quanto con gli altri oggetti che popolavano le stanze, come ad esempio il baldacchino per il trono granducale.
Scavando ancora più a fondo nei fatti e nelle circostanze storiche di questi anni, la competizione tra i Medici e i Barberini emerge con ancora più pregnanza: la guerra di Castro aveva opposto le due famiglie e soprattutto ne aveva fortemente compromesso le finanze. Nonostante questo, i Medici si impegnarono a materializzare il concetto di splendore—un elemento chiave della materialità degli interni di questo periodo—attraverso un uso senza precedenti dell’oro, che in queste stanze divenne un vero e proprio indice del prestigio e, anche in maniera letterale, arricchiva il vocabolario visivo e materiale della distinzione sociale.

 

 

Info e Contatti:
cinzia.maria.sicca@unipi.it

Allegati:

2019-06-19 10:00:00
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