Orchestra e Coro di Ateneo in "Symphonic Games"

Concerto-tributo a "The Legend of Zelda"

data 13 Giugno 2019 21:15  |  luogo Palazzo dei Congressi Via Giacomo Matteotti, 1, 56124 Pisa PI, Italia
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Locandina

Il 13 giugno alle 21:15, a Palazzo dei Congressi, l'Orchestra e il Coro di Ateneo si esibiranno in "Symphonic Games", un concerto-tributo al videogioco "The Legend of Zelda", considerato uno dei più importanti videogiochi della storia, ideato e diretto da Shigeru Miyamoto e realizzato da Nintendo nel 1986.

Dirige Manfred Giampietro.

Ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Introduzione al concerto

di Maria Antonella Galanti
(Centro per la diffusione della cultura e della pratica musicale)

I videogiochi, amatissimi da bambini, adolescenti e giovani, rappresentano un vero e proprio terreno di battaglia per i conflitti intergenerazionali. Essi sono infatti generalmente considerati un ostacolo per l’impegno culturale e un elemento corruttivo rispetto alle competenze relazionali, inducendo al consumo solitario di storie superficiali e violente. In realtà il mondo dei videogiochi è plurimo, esattamente come quelli della produzione filmica o letteraria. Come per ogni genere di prodotto culturale, infatti, ve ne sono anche di bellissimi che presentano storie complesse e che grazie alla multimedialità, sapientemente dosata, amplificano quanto può accadere nel nostro mondo interno quando leggiamo una storia. Una visione positiva dei videogiochi e, in generale, della multimedialità e del virtuale, del resto, non si pone certo in contrasto rispetto ai classici canali verbali di apprendimento, ma rappresenta soltanto una possibilità in più di sperimentare illusioni benefiche e creative stimolando l’intelligenza emozionale. Molti tra i videogiochi più interessanti assomigliano a film, con la differenza che lo spettatore ne diventa anche protagonista attivo dal punto di vista corporeo e non solo per i movimenti psichici proiettivi e di identificazione che possono venire stimolati.

I pregiudizi negativi che riguardano i videogiochi si estendono anche alle loro colonne sonore, in parte anche perché inizialmente prodotte solo con sintetizzatori e non con veri e propri strumenti musicali. La musica per videogiochi, in realtà, non è un semplice sfondo sonoro, ma una vera e propria protagonista che enfatizza le azioni del giocatore e identifica i diversi personaggi o gli ambienti con una sorta di leitmotiv specifico per ciascuno, generando suggestioni e modulazioni emozionali profonde.

The Legend of Zelda è considerato uno dei videogiochi più importanti della storia ed è tutto declinato attorno al tentativo di un giovane, di nome Link, di salvare la principessa Zelda prigioniera. Il nome di quest’ultima è in onore di Zelda Sayre, la moglie dello scrittore Francis Scott Fitzgerald. Zelda Sayre era una donna spregiudicata e libera, come altre che all’epoca, nei ruggenti anni 20, rifuggivano il ruolo femminile tradizionale, fumavano, ballavano il charleston, portavano vestiti giudicati troppo corti e aderenti ed erano disinvolte nel rapporto con gli uomini. Si diceva che nuotasse nuda, che amasse troppo l’amore, che fosse, insomma, eccessivamente disinibita. A un certo punto della sua vita, tormentata anche dal difficile rapporto con il marito, le fu diagnosticata una forma di schizofrenia per la quale fu ricoverata nel manicomio di Asheville e lì mori, a soli 47 anni, in un incendio dal quale non ebbe scampo, essendo chiusa in una stanza in attesa di subire un elettroshock. Non ci fu, dunque, alcuna liberazione per la Zelda prigioniera che presta il suo nome alla protagonista del gioco.

Il compositore della maggior parte dei brani eseguiti nel concerto, ma anche, in generale, di quelli della Nintendo, è Koij Kondo. La colonna sonora originale, pubblicata in Giappone nel 1998, comprendeva ben ottantadue brani. Ne fu prodotta dopo poco tempo un’edizione statunitense leggermente ristretta e modificata e poi vi furono molti altri rimaneggiamenti e nuove composizioni, nel corso dei trenta anni della saga, con sempre l’accorgimento di riprendere in qualche modo i temi musicali iniziali per creare una continuità proprio tramite la musica. Il capitolo videoludico più famoso della saga, anche nella sua dimensione musicale, è di sicuro Ocarina of Time, nel quale le cinque note dell’ocarina devono essere suonate dal protagonista, Link, per scatenare determinati eventi, ma anche dal giocatore, che deve riprodurre la melodia usando appositi tasti. La sua Ocarina del Tempo permette di alterare, appunto, il normale scorrere del tempo stesso attraverso la magia di una determinata canzone, alla quale ne vengono a mano a mano affiancate anche di nuove, capaci di rendere possibili bizzarrie magiche come scambiare notte e giorno, provocare determinati fenomeni climatici o, ancora, permettere di viaggiare in maniera rapida e prodigiosa nello spazio e nel tempo. Ascoltando queste colonne sonore e legandole alle immagini non possiamo non pensare a quale grande potere abbia la musica e a come sia capace di alterare la stessa realtà permettendoci di abitarne anche altre, diverse e paradossali, sulle ali dell’illusione creativa.

 

Info e Contatti:
orchestra@unipi.it

Allegati:

2019-06-13 21:15:00
2019-06-13 23:30:00

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