Conferenza di Mattia Patti per il ciclo "Giovedì in Gipsoteca"
Giovedì 7 giugno alle 17.00, alla Gipsoteca di Arte Antica dell'Università di Pisa, si terrà "Noi vogliamo distruggere i musei". Il Futurismo e la Storia dell'Arte, conferenza del professor Mattia Patti, ultimo appuntamento del ciclo di conferenze Giovedì in Gipsoteca. Conversazioni di Archeologia, Arte e Architettura a cura del Corso di laurea in Scienze dei Beni Culturali.
Il culto della modernità, nel primo Futurismo, si coniuga spesso con il desiderio di fare tabula rasa, di ripartire da zero distruggendo il passato. Una pretesa di rinnovamento, questa, che d'altro canto riaffiora ciclicamente in molti campi, anche nel tempo presente. La furia che nel 1909 innerva il Manifesto del Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti («Impugnate i picconi, le scuri, i martelli e demolite senza pietà le città venerate!») innesca una violenta polemica nei confronti del concetto di tradizione e del culto del passato, polemica che i pittori futuristi, Boccioni in primis, portano avanti con determinazione. Nei manifesti programmatici pubblicati all'inizio degli anni Dieci, così come nelle conferenze e in altre dichiarazioni pubbliche, numerosi sono gli attacchi nei confronti dei musei, degli «archeologhi, affetti di necrofilia cronica» e delle «accademie gottose». Come sempre accade, però, alle parole devono seguire i fatti: è così che Boccioni, Russolo e compagni, per qualche tempo, meditano la forma migliore per tradurre in concreto le loro incendiarie dichiarazioni. Alcuni documenti e opere permettono oggi di far luce su questo aspetto dell'avanguardia artistica italiana.