Coro e Orchestra di Ateneo al Teatro Verdi
Il 7 dicembre alle 21, e l'8 dicembre alle 16, al Teatro Verdi, il Coro e l'Orchestra di ateneo si esibiscono nel Concerto di Natale. Il programma prevede l'esecuzione di brani da Il trovatore e La Traviata di Giuseppe Verdi, da Carmen di Georges Bizet, insieme a canti della tradizione natalizia.
Ingresso gratuito fino ad esurimento dei posti. Gli inviti, massimo due a persona, possono essere ritirati presso la biglietteria del Teatro Verdi dal 29 novembre nell'orario 9-19.30 (Info: 050 941111).
di Maria Antonella Galanti
Coordinatrice del Centro di Ateneo per la diffusione della cultura e della pratica musicale
Una donna che canta la gioia dell’esistenza danzando al ritmo ternario di un valzer, ma segretamente minata dalla tisi; un’altra condotta innocente al rogo; una terza che si ribella al proprio destino e tuttavia trova anch’essa, nella morte, l’unico esito possibile del desiderio di un’esistenza non asservita. Il melodramma non è solo un felice abbraccio di parole e di suoni, ma rappresenta anche, attraverso le bizzarrie dei timbri vocali e gli inaspettati salti temporali delle vicende narrate, con quel trascorrere rapido da un’emozione forte a un’altra di segno psicologico opposto, qualcosa di profondamente radicato dentro di noi. I personaggi così tipizzati nella loro freddezza o nel loro coinvolgersi appassionato e quei presagi di dolore e di morte che si annunciano proprio nel pieno di una gioia o al culmine di una festa, determinano sempre, nello spettatore, un’identificazione profonda.
Nessuna danza, meglio dei valzer, può esprimere tutta l’ambivalenza della gioia: ora lenti e tristi, ora brillanti e vorticosi, ora quasi rozzi e sguaiati, triviali come triviale è l’indifferenza ipocrita e conformista dei salotti parigini all’epoca in cui Violetta-Traviata volteggia con il calice in mano, mentre la morte si nasconde nelle sue ampie gonne fruscianti e già traspare nel pallore del carnato. Si stordisce con la danza e con il bere, Violetta, per non pensare che l’unica via d’uscita dalla brutta deriva cui la vita l’ha costretta è il sacrificio di sé. L’amore può non contare nulla, di fronte al denaro, e lei, in fondo, ne è consapevole. E quando, ormai verso la fine, sta per morire, siamo nel bel mezzo di un’altra festa dell’indifferenza: il carnevale e il corteo chiassoso che impazza sotto le finestre.
Di fronte a esperienze emotivamente forti chi ama l’opera lirica non può che sentire risuonare dentro di sé il grido d’amore e di addio di Violetta ad Alfredo o le parole provocatorie di Carmen o, ancora, quelle dolenti che raccontano la disperazione bambina di Azucena mentre la madre, condannata a morte, si avvia verso la fiamma che già crepita, in mezzo a una folla urlante ed eccitata. Il melodramma è la rappresentazione della cattiva coscienza dell’occidente e dietro l’apparente narrazione di una vicenda d’amore vengono in realtà messi in scena i conflitti che ne animano la storia - questioni di classe, di potere, di lotte tra famiglie - e poi i massacri che ne discendono e il pugnale, la spada, il sangue innocente che scorre.
L’epilogo di un’opera, in genere, è un po’ come un rito di sepoltura. C’è una morte, quasi sempre quella della protagonista femminile, c i suoi giudici, nerovestiti e severi, sono anche gli assassini. Ma la morte e la vita, come la gioia e il dolore, si fronteggiano in un ritmo incessante di allontanamento e avvicinamento. Un po’ come in questo nostro concerto nel quale, alle musiche che raccontano il dramma del conflitto tra passione e adattamento sociale, seguono quelle di Natale; cioè di una festa che per molti è una ricorrenza religiosa, ma che per tutti è anche la rappresentazione della meraviglia legata alla nascita. Il Natale è una possibile occasione di gioia e di affratellamento che si esprime attraverso una tradizione musicale considerata non troppo raffinata, legata a canti che riecheggiano le ninne-nanne o il giubilo di un gioco bambino. A noi piace ugualmente eseguirli, in forma augurale, perché tengono viva la memoria del nostro essere venuti al mondo nudi e fragili, ma subito accolti dal caldo abbraccio corale di chi ci ha reso parte di una più vasta comunità.
da Il trovatore di Giuseppe Verdi
- dal primo atto: scena I: All’erta! All’erta!
- dal secondo atto: scena I: Vedi! le fosche notturne spoglie
- dal terzo atto: scena I: Or co’dadi, ma fra poco
Ferrando: Romano Martinuzzi
Azucena: Laura Brioli
uno zingaro: Emiliano Votino
da La traviata di Giuseppe Verdi
- Preludio
- dal primo atto: scena I: Dell’invito trascorsa è già l’ora
Scena II: Libiamo, libiamo ne’ lieti calici
Scena IV: Si ridesta in ciel l’aurora
- dal secondo atto: scene IX-XI: Avrem lieta di maschere la notte
Violetta Valery: Fabiola Trivella
Flora Bervoix: Laura Brioli
Alfredo Germont: Nicola Vocaturo
Gastone: Mentore Siesto
Barone Douphol: Andrea Paolucci
Marchese D’Obigny:
\ Dottor Grenvil: Alessandro Franchini
da Carmen di Georges Bizet
- dal primo atto: Habanera: L’amour est un oiseau rebelle
- dal quarto atto: Entr’acte
Coro: A deux cuartos!
Marcia e Coro: Les voici! Les voici!
Carmen: Laura Brioli
Canti della Tradizione Natalizia
- O little town of Bethlehem
- Jazz Gloria
- God rest you merry, gentlemen
- White Christmas
- A merry Christmas
Maestro del Coro: Stefano Barandoni
Maestro dell’Orchestra: Manfred Giampietro