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VI Stagione musicale dell'Orchestra di Ateneo

Concerto inaugurale

data 26 Ottobre 2016 21:15  |  luogo Teatro Verdi Via Palestro, 40, 56127 Pisa PI
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Mercoledì 26 ottobre, alle ore 21.15, presso il Teatro Verdi di Pisa si terrà il Concerto Inaugurale della VI Stagione musicale dell'Orchestra di Ateneo.14494676 1280790928617906 613710483623353363 n

Il programma della serata sarà incentrato su Pyotr Ilych Tchaikovsky
Ouverture Solennelle 1812
Concerto per Violino e Orchestra in Re Maggiore
Solista: Prof. Alberto Bologni
Dirige: Manfred Giampietro

Il concerto sarà a ingresso libero con invito, fino a esaurimento posti disponibili. Gli inviti, massimo due a persona, potranno essere ritirati secondo le indicazioni che verranno qui pubblicate in seguito.
Gli inviti verranno distribuiti presso la portineria del Polo Carmignani (Piazza dei Cavalieri n.8, di fronte alla Residenza Studentesca Fascetti) nei seguenti orari:
• domenica 23 dalle 21.00 alle 22.45
• lunedì 24 dalle 21.00 alle 22.45
• martedì 25 dalle 21.00 alle 22.00
Eventuali inviti non utilizzati devono essere tassativamente riconsegnati presso il medesimo luogo lunedì e martedì dalle 20.30 alle 21.00 in modo tale da poterli ridistribuire di nuovo. Verranno distribuiti MASSIMO 2 INVITI A PERSONA.

Di seguito l'introduzione di Maria Antonella Galanti, Coordinatrice del Centro per la Diffusione della Cultura e della Pratica Musicale di Ateneo: 
"Protagonista del concerto è un’orchestra di tipo universitario e ha perciò un significato particolare porre l’accento sugli aspetti sperimentali presenti nelle due composizioni in programma. Entrambe mostrano un volto dell’autore assai diverso da quello tramandato tradizionalmente e che presentandolo quasi in bilico tra il languido e il magnificente non gli rende giustizia.
L’Ouverture 1812 fu scritta nel 1880 per commemorare un episodio tra i più drammatici, ma anche tra i più esaltanti della storia della Russia: l’invasione da parte di Napoleone e la sua ritirata. Nella stesura originale si trattava di una composizione trionfale, grandiosa, che richiedeva un’orchestra molto ampia affiancata da un coro, da molti strumenti a percussione, da alcune campane autentiche e persino da un cannone. La versione definitiva drammatizza, invece, attraverso i molti effetti onomatopeici presenti, l’alternanza tra la paura per l’avanzata di un potere nemico e inesorabile, scandita dalle note della Marsigliese, e la speranza della vittoria. Nello scorrere dei suoni echeggiano il terrore e la fierezza, il coraggio e l’attesa, il disorientamento che blocca l’azione e l’impeto che invece la genera. Il Concerto per violino e orchestra, che ascolteremo subito dopo, ha una struttura libera e moderna perché si sviluppa, non in virtù dell’attesa di una risoluzione finale, ma attraverso la continua ripresa dei temi iniziali, quasi anticipando quell’andamento circolare e malinconico, quella sorta di paradossale nostalgia del futuro, che caratterizzerà in senso intimistico la musica del secolo nuovo, ormai alle porte. Scritta nel 1878, la composizione non suscitò entusiasmo, a conferma del fatto che si trattava di un’opera redatta in base anche a elementi inusitati. Fu, al contrario, aspramente denigrata, stroncata come espressione di rozzezza. In realtà, quello che l’autore probabilmente cercava, era un modo per esprimere il dialogo tra emotività intimistica ed energia vitale attraverso, per esempio, l’inclusione di motivi di danza con un retrogusto di tipo zigano, estraneo alla tradizione, quasi riecheggiando una dimensione legata a sonorità popolari, seppure opportunamente rielaborate."

 

Info e Contatti:
http://orchestra@unipi.it

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