Contenuto principale della pagina Menu di navigazione Modulo di ricerca su uniPi

Sarà un'indagine trasparente e capillare, che coinvolgerà direttamente gli oltre 57 mila docenti degli atenei italiani e i quasi 8 mila ricercatori e tecnici degli enti di ricerca, sottoponendo a giudizio più di 216 mila "prodotti". Con la registrazione del decreto ministeriale da parte della Corte dei Conti e la pubblicazione sul sito dell'Agenzia (www.anvur.org/) il 7 novembre scorso del Bando ufficiale, è stato dato il via al percorso di Valutazione della qualità della ricerca (Vqr) per il periodo 2004-2010, una delle sfide decisive per dare piena credibilità al sistema universitario italiano sulla strada della valorizzazione del merito.

Il progetto è affidato all'ANVUR, l'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, al cui interno opera il professor Andrea Bonaccorsi, docente di Ingegneria gestionale all'Università di Pisa e tra i principali esperti di analisi di efficienza del sistema pubblico della ricerca. Il professor Bonaccorsi è uno dei sette membri del Consiglio direttivo dell'ANVUR e vice coordinatore delle attività Vqr 2004-2010. A lui abbiamo chiesto di sintetizzare gli aspetti centrali dell'attività di valutazione.

Professor Bonaccorsi, partiamo dalla fine. Le dimissioni del Governo bloccheranno la Valutazione della ricerca? E se dovesse essere sciolto il Parlamento?

Per fortuna no. L'Agenzia è stata creata con un Decreto del Presidente della Repubblica e quindi ha una vita che va oltre non solo i singoli governi, ma anche le legislature. Dunque anche nella infelice ipotesi di uno scioglimento delle Camere proseguirebbe la sua attività. La VQR inoltre è stata aperta con un Decreto del Ministro che è stato approvato dalla Corte dei Conti il 28 ottobre scorso e prosegue quindi senza interruzioni. Il 7 novembre abbiamo pubblicato il Bando, e da quello stesso giorno tutti gli atenei e gli enti di ricerca si sono messi in moto.

Quali sono i precedenti nel nostro Paese in tema di valutazione della ricerca?

Il primo esperimento nazionale di Valutazione triennale della ricerca ha riguardato gli anni 2001-2003 ed è stato affidato al CIVR, il Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca. Il processo, su base volontaria, è partito nel marzo del 2004 e si è concluso due anni dopo. I risultati sono stati utilizzati per distribuire la quota premiale del Fondo di finanziamento ordinario negli anni dal 2006 al 2011, prima come semplice fattore correttivo del parametro di potenzialità di ricerca; poi, dal 2009, come percentuale da pesare all'interno della ricerca.

Più recente è invece la costituzione dell'ANVUR, anche se il suo cammino è stato piuttosto travagliato...

Sì, l'ANVUR è stata istituita con la legge numero 286 del 2006, ma il suo regolamento è stato emanato solo nel 2010 e il suo Consiglio direttivo è stato nominato a febbraio di quest'anno. La sua vicenda, pertanto, si è intrecciata con quella legata alla programmazione dell'attività di Valutazione della ricerca, prima prevista per il quinquennio 2004-2008 e affidata al CIVR e poi estesa fino al 2010 e affidata all'ANVUR.

Il 12 luglio 2011 è stato finalmente firmato il decreto ministeriale che affida all'ANVUR la Valutazione della qualità della ricerca per il periodo 2004-2010.

In attesa del vaglio del decreto ministeriale da parte della Corte dei Conti, avevate già programmato e messo in atto delle azioni concrete?

Certamente, anche perché l'orientamento seguito all'interno dell'Agenzia ha inteso predisporre tutto ciò che era possibile a livello organizzativo, in modo da essere immediatamente operativi subito dopo il via libera ufficiale. Per esempio, abbiamo nominato i 14 presidenti dei Gruppi di esperti della valutazione, i GEV, che costituiranno l'organismo di base del processo valutativo, prima dell'approvazione del Decreto! Potevamo farlo, nominandoli come nostri esperti di valutazione. I presidenti si sono messi subito al lavoro per preparare i Criteri di valutazione, che potranno differire tra i vari settori scientifici.

Quali saranno, dunque, le strutture, i soggetti e i "prodotti" sottoposti a valutazione?

Per quanto riguarda le strutture, in prima battuta saranno interessate le università statali e quelle non statali autorizzate a rilasciare titoli accademici: in totale sono 95, comprese quelle telematiche. In seconda battuta, gli enti di ricerca pubblici vigilati dal MIUR, tra i quali ci sono anche CNR e INFN. Infine, altri soggetti pubblici e privati che svolgono attività di ricerca e che sono stati coinvolti su loro richiesta e dietro copertura delle spese.

I soggetti monitorati comprenderanno i professori ordinari e associati; i ricercatori universitari, a tempo indeterminato e determinato; gli assistenti universitari.

Per "prodotto" della ricerca si intende una pluralità di documenti, che spaziano dagli articoli su riviste ai libri e loro capitoli, inclusi atti di congressi, nonché edizioni critiche, traduzioni e commenti scientifici. Vi rientrano i brevetti depositati, così come più in generale le composizioni, disegni, design, performance, mostre ed esposizioni organizzate, manufatti, prototipi e opere d'arte e loro progetti, banche dati e software, carte tematiche, esclusivamente se corredati da pubblicazioni atte a consentirne adeguata valutazione.

Quali saranno gli step e i tempi di attuazione del processo?

Il percorso della valutazione sarà assolutamente trasparente e scandito da tempi contingentati, perché l'obiettivo è di completare l'intero iter in poco più di un anno.

Più in dettaglio, saranno queste le fasi del processo: le università certificheranno gli elenchi dei soggetti da valutare, predisposti dal CINECA sulla base delle banche dati del MIUR; i singoli professori, ricercatori e assistenti caricheranno quindi la propria lista di "prodotti" della ricerca; le università selezioneranno tre "prodotti" per ognuno e li trasmetteranno ai GEV; i Gruppi, composti da 450 studiosi di elevata qualificazione suddivisi all'interno delle 14 aree disciplinari sottoposte alla valutazione, procederanno con la valutazione e successivamente la integreranno con altri indicatori di qualità; dopo aver ricevuto il rapporto conclusivo dei GEV, l'ANVUR predisporrà la relazione finale VQR 2004-2010.

Come sarà articolata questa relazione?

La valutazione finale comprenderà quattro aspetti. Ci sarà una valutazione per aree disciplinari; una per strutture, che riguarderà le singole università e i singoli centri di ricerca; una per dipartimenti, analizzati sia nell'attuale configurazione che in quella che scaturirà dopo le modifiche in atto degli Statuti universitari; una, infine, per attività di trasferimento tecnologico, e quindi per brevetti e spin-off, e per altre attività di impatto sulla società, come la gestione di beni culturali museali e archeologici. La valutazione della terza missione sarà però separata dalla valutazione della qualità della ricerca, perché si tratta di missioni diverse, anche se complementari.

A cosa servirà tutta questa mole di lavoro e di dati?

Innanzitutto, avremo a disposizione un quadro complessivo, affidabile e aggiornato, sulla cui base il Ministero potrà procedere alla distribuzione del Fondo di finanziamento ordinario, con l'obiettivo di essere pronti a partire dal 2013. In secondo luogo, metteremo a disposizione degli atenei uno strumento fondamentale per le loro politiche di programmazione, perché in grado di identificare i settori di punta e le aree di debolezza all'interno di ogni singolo ateneo. Infine, puntiamo a far emergere il potenziale di ricerca del nostro Paese, che viene troppo spesso oscurato da pratiche accademiche, modi di gestione e singoli episodi che rischiano di fornire una immagine riduttiva alla società italiana e al mondo.

Nicoletta De Francesco

Venti dipartimenti sostituiranno da qui a qualche mese le attuali 11 facoltà e i 48 dipartimenti, andando a costituire le aggregazioni di base dell'Università di Pisa. Con l'approvazione all'unanimità da parte del Senato Accademico, si è concluso mercoledì 16 novembre il processo di definizione del nuovo assetto organizzativo dell'Ateneo, che tra l'altro risponde a quanto richiesto dalla legge numero 240 del 2010, la legge Gelmini. "Siamo i primi in Toscana e tra i primi in Italia ad aver completato l'iter di costituzione dei nuovi dipartimenti - ha commentato il rettore Massimo Augello - che a mio giudizio permetteranno di garantire una qualità ancora più elevata dell'offerta formativa, dal momento che didattica e ricerca andranno a convivere sotto lo stesso tetto".

"Con i nuovi dipartimenti – precisa il prorettore vicario, Nicoletta De Francesco – ci proponiamo di semplificare l'organizzazione dell'Università, passando da 59 a 20 strutture, di collegare le attività di didattica e di ricerca sotto un unico organismo, di razionalizzare l'utilizzo di personale e sedi, con un risparmio in termini di costi e soprattutto di procedure amministrative". Il tutto, tiene a ribadire la professoressa, senza incidere sui corsi di laurea e dunque sull'offerta formativa per gli studenti, se non attraverso l'eliminazione di quel riferimento immediato che oggi è rappresentato dalle facoltà.

Senato AccademicoI nuovi dipartimenti, a ognuno dei quali dovrà afferire un minimo di 50 docenti contro i 40 previsti dalla legge Gelmini, potranno essere monodisciplinari o pluridisciplinari, in quanto riuniscono docenti di diversi settori per collaborare a progetti didattici e scientifici comuni. Le venti strutture saranno suddivise in quattro appartenenti al settore culturale delle scienze matematiche e informatiche, fisiche, della terra; quattro delle scienze chimiche, biologiche, agrarie; tre delle scienze mediche e una di veterinaria; tre dell'ingegneria; due dei settori umanistici; tre delle scienze giuridiche, economiche, politiche e sociali. Per ora sono state decise le afferenze del solo personale docente, ma nei prossimi mesi dovranno essere risolte le questioni relative all'afferenza dei corsi di studio a ogni dipartimento, alla dislocazione del personale tecnico-amministrativo, all'utilizzo degli spazi, all'organizzazione e razionalizzazione di sedi e laboratori.

I nuovi dipartimenti, inoltre, non entreranno subito in funzione, perché il loro percorso si intreccia con l'iter di approvazione del nuovo Statuto dell'Università di Pisa, ancora all'esame del ministero. Subito dopo questo passo con le eventuali integrazioni richieste da Roma, e dunque probabilmente entro i primissimi mesi del prossimo anno, si procederà ad attivare ufficialmente le nuove strutture. Intorno all'estate 2012 saranno rinnovati i due organi di governo dell'Ateneo – il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione – in modo da essere pronti con l'organizzazione definitiva dell'Università all'inizio dell'anno accademico 2012-2013.

Guarda la tabella dei nuovi dipartimenti.

Ne hanno parlato:

Tirreno
Nazione Pisa
Tirreno Pisa
Unità Toscana
Corriere fiorentino 
InToscana.it
PisaNotizie.it
PisaInformaFlash.it
TirrenoPisa.it
NazionePisa.it  

TG:

TgGranducato 
50Canale

Sarà un'indagine trasparente e capillare, che coinvolgerà direttamente gli oltre 57 mila docenti degli atenei italiani e i quasi 8 mila ricercatori e tecnici degli enti di ricerca, sottoponendo a giudizio più di 216 mila "prodotti". Con la registrazione del decreto ministeriale da parte della Corte dei Conti e la pubblicazione sul sito dell'Agenzia (www.anvur.org) il 7 novembre scorso del Bando ufficiale, è stato dato il via al percorso di Valutazione della qualità della ricerca (Vqr) per il periodo 2004-2010, una delle sfide decisive per dare piena credibilità al sistema universitario italiano sulla strada della valorizzazione del merito.

Il progetto è affidato all'ANVUR, l'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca, al cui interno opera il professor Andrea Bonaccorsi, docente di Ingegneria gestionale all'Università di Pisa e tra i principali esperti di analisi di efficienza del sistema pubblico della ricerca. Il professor Bonaccorsi è uno dei sette membri del Consiglio direttivo dell'ANVUR e vice coordinatore delle attività Vqr 2004-2010. A lui abbiamo chiesto di sintetizzare gli aspetti centrali dell'attività di valutazione.

Professor Bonaccorsi, partiamo dalla fine. Le dimissioni del Governo bloccheranno la Valutazione della ricerca? E se dovesse essere sciolto il Parlamento?

Andrea BonaccorsiPer fortuna no. L'Agenzia è stata creata con un Decreto del Presidente della Repubblica e quindi ha una vita che va oltre non solo i singoli governi, ma anche le legislature. Dunque anche nella infelice ipotesi di uno scioglimento delle Camere proseguirebbe la sua attività. La VQR inoltre è stata aperta con un Decreto del Ministro che è stato approvato dalla Corte dei Conti il 28 ottobre scorso e prosegue quindi senza interruzioni. Il 7 novembre abbiamo pubblicato il Bando, e da quello stesso giorno tutti gli atenei e gli enti di ricerca si sono messi in moto.

Quali sono i precedenti nel nostro Paese in tema di valutazione della ricerca?

Il primo esperimento nazionale di Valutazione triennale della ricerca ha riguardato gli anni 2001-2003 ed è stato affidato al CIVR, il Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca. Il processo, su base volontaria, è partito nel marzo del 2004 e si è concluso due anni dopo. I risultati sono stati utilizzati per distribuire la quota premiale del Fondo di finanziamento ordinario negli anni dal 2006 al 2011, prima come semplice fattore correttivo del parametro di potenzialità di ricerca; poi, dal 2009, come percentuale da pesare all'interno della ricerca.

Più recente è invece la costituzione dell'ANVUR, anche se il suo cammino è stato piuttosto travagliato...

Sì, l'ANVUR è stata istituita con la legge numero 286 del 2006, ma il suo regolamento è stato emanato solo nel 2010 e il suo Consiglio direttivo è stato nominato a febbraio di quest'anno. La sua vicenda, pertanto, si è intrecciata con quella legata alla programmazione dell'attività di Valutazione della ricerca, prima prevista per il quinquennio 2004-2008 e affidata al CIVR e poi estesa fino al 2010 e affidata all'ANVUR.

Il 12 luglio 2011 è stato finalmente firmato il decreto ministeriale che affida all'ANVUR la Valutazione della qualità della ricerca per il periodo 2004-2010.

In attesa del vaglio del decreto ministeriale da parte della Corte dei Conti, avevate già programmato e messo in atto delle azioni concrete?

Certamente, anche perché l'orientamento seguito all'interno dell'Agenzia ha inteso predisporre tutto ciò che era possibile a livello organizzativo, in modo da essere immediatamente operativi subito dopo il via libera ufficiale. Per esempio, abbiamo nominato i 14 presidenti dei Gruppi di esperti della valutazione, i GEV, che costituiranno l'organismo di base del processo valutativo, prima dell'approvazione del Decreto! Potevamo farlo, nominandoli come nostri esperti di valutazione. I presidenti si sono messi subito al lavoro per preparare i Criteri di valutazione, che potranno differire tra i vari settori scientifici.Logo Anvur

Quali saranno, dunque, le strutture, i soggetti e i "prodotti" sottoposti a valutazione?

Per quanto riguarda le strutture, in prima battuta saranno interessate le università statali e quelle non statali autorizzate a rilasciare titoli accademici: in totale sono 95, comprese quelle telematiche. In seconda battuta, gli enti di ricerca pubblici vigilati dal MIUR, tra i quali ci sono anche CNR e INFN. Infine, altri soggetti pubblici e privati che svolgono attività di ricerca e che sono stati coinvolti su loro richiesta e dietro copertura delle spese.

I soggetti monitorati comprenderanno i professori ordinari e associati; i ricercatori universitari, a tempo indeterminato e determinato; gli assistenti universitari.

Per "prodotto" della ricerca si intende una pluralità di documenti, che spaziano dagli articoli su riviste ai libri e loro capitoli, inclusi atti di congressi, nonché edizioni critiche, traduzioni e commenti scientifici. Vi rientrano i brevetti depositati, così come più in generale le composizioni, disegni, design, performance, mostre ed esposizioni organizzate, manufatti, prototipi e opere d'arte e loro progetti, banche dati e software, carte tematiche, esclusivamente se corredati da pubblicazioni atte a consentirne adeguata valutazione.

Quali saranno gli step e i tempi di attuazione del processo?

Il percorso della valutazione sarà assolutamente trasparente e scandito da tempi contingentati, perché l'obiettivo è di completare l'intero iter in poco più di un anno.

Più in dettaglio, saranno queste le fasi del processo: le università certificheranno gli elenchi dei soggetti da valutare, predisposti dal CINECA sulla base delle banche dati del MIUR; i singoli professori, ricercatori e assistenti caricheranno quindi la propria lista di "prodotti" della ricerca; le università selezioneranno tre "prodotti" per ognuno e li trasmetteranno ai GEV; i Gruppi, composti da 450 studiosi di elevata qualificazione suddivisi all'interno delle 14 aree disciplinari sottoposte alla valutazione, procederanno con la valutazione e successivamente la integreranno con altri indicatori di qualità; dopo aver ricevuto il rapporto conclusivo dei GEV, l'ANVUR predisporrà la relazione finale VQR 2004-2010.

Come sarà articolata questa relazione?

La valutazione finale comprenderà quattro aspetti. Ci sarà una valutazione per aree disciplinari; una per strutture, che riguarderà le singole università e i singoli centri di ricerca; una per dipartimenti, analizzati sia nell'attuale configurazione che in quella che scaturirà dopo le modifiche in atto degli Statuti universitari; una, infine, per attività di trasferimento tecnologico, e quindi per brevetti e spin-off, e per altre attività di impatto sulla società, come la gestione di beni culturali museali e archeologici. La valutazione della terza missione sarà però separata dalla valutazione della qualità della ricerca, perché si tratta di missioni diverse, anche se complementari.

A cosa servirà tutta questa mole di lavoro e di dati?

Innanzitutto, avremo a disposizione un quadro complessivo, affidabile e aggiornato, sulla cui base il Ministero potrà procedere alla distribuzione del Fondo di finanziamento ordinario, con l'obiettivo di essere pronti a partire dal 2013. In secondo luogo, metteremo a disposizione degli atenei uno strumento fondamentale per le loro politiche di programmazione, perché in grado di identificare i settori di punta e le aree di debolezza all'interno di ogni singolo ateneo. Infine, puntiamo a far emergere il potenziale di ricerca del nostro Paese, che viene troppo spesso oscurato da pratiche accademiche, modi di gestione e singoli episodi che rischiano di fornire una immagine riduttiva alla società italiana e al mondo.
 

Ne hanno parlato:

Repubblica
Repubblica Firenze 
TirrenoPisa.it 
Tirreno Pisa  
Tirreno Grosseto 
InToscana.it
PisaNotizie.it  
PisaInformaFlash.it  

Un 11.11.11 fatto di bit ha tenuto oggi a battesimo il convegno organizzato nell'ambito delle iniziative "La CEP prima della CEP: storia dell'informatica". I lavori alla Limonaia sono cominciati con i saluti del prorettore vicario Nicoletta De Francesco e del Sindaco di Pisa Marco Filippeschi. Quindi 11 minuti e 11 secondi dopo le 11 il simulatore della Macchina Ridotta, uno dei prototipi della Calcolatrice Elettronica Pisana ricostruiti per l'occasione, ha completato un breve conto alla rovescia e ha riprodotto in sistema binario data e ora esatte. Il risultato è stato un 11011 11011 11011 fatto di spie luminose, dove 1 sta per accesa e 0 per spenta. Un gioco che però ha richiesto una vera e propria programmazione. I vecchi calcolatori infatti non avevano orologio interno come quelli di oggi, ma potevano essere programmati per fare da timer.

Il convegno prosegue anche sabato 12 novembre, sempre alla Limonaia. In questa due giorni i temi principali affrontati saranno tre: la storia dell'informatica pisana e italiana con la partecipazione di diversi protagonisti del tempo, le ricadute dell'esperienza CEP come opportunità per Pisa e per il suo territorio e la conservazione e la ricostruzione delle macchine del passato a scopo didattico e divulgativo.

Domenica 13 novembre alle 10,30, al Museo degli strumenti per il calcolo, si inaugura invece la mostra sulla storia dell'informatica e della CEP. Aperta fino alla fine di marzo 2012, proporrà al pubblico un viaggio all'insegna dell'archeologia informatica per apprezzare e comprendere le tecnologie hardware e software di oggi.

TG:
50canale 

Sorgerà nel cuore della "cittadella della ricerca", accanto al CNR, la nuova sede del dipartimento di Chimica e Chimica Industriale dell'Università di Pisa, con annessi il centro bibliotecario e un nuovo polo didattico d'Ateneo. Nell'area di San Cataldo prospiciente alla residenza universitaria dei Praticelli sono appena iniziati i lavori preliminari alla realizzazione del nuovo complesso - la cui ultimazione è prevista entro la fine del 2013 - che ospiterà 12 aule, 58 laboratori didattici e di ricerca, una biblioteca con 66 postazioni di lettura, un'aula magna per 150 persone e 66 studi.

L'attuale sede del dipartimento si trova, dal 1941, in via Risorgimento, in un edificio d'epoca più volte rimaneggiato nel corso del tempo. Le necessità di adeguamento normativo della sede attuale, unite alle nuove esigenze legate allo sviluppo delle attività di ricerca e di didattica, hanno spinto l'Ateneo a studiare una soluzione alternativa più funzionale, mentre la destinazione futura dell'attuale sede è oggetto di un'importante riflessione nell'ambito dell'attuale fase di ottimizzazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare dell'Ateneo. L'intero progetto - uno dei più consistenti nella politica edilizia degli ultimi anni - comporterà un investimento complessivo di 21.300.000 euro.

L'area su cui sorgerà il nuovo complesso è di circa 21.800 mq, per una superficie utile complessiva di circa 10.500 mq, e comprende le aree destinate a verde, a parcheggio (circa 100 posti auto) e a espansioni future. Il progetto prevede la realizzazione di un edificio compatto e dalle linee semplici, capace di essere "riconoscibile" ed efficiente anche da un punto di vista energetico, grazie a soluzioni innovative. L'intero complesso sarà inoltre circondato da una grande area verde alberata, attrezzata principalmente per le esigenze studentesche e coperta da rete wi-fi.

Il progetto prevede la realizzazione di due corpi di fabbrica: quello principale che ospiterà tutte le funzioni del dipartimento, della biblioteca e del polo didattico di Ateneo, con i relativi servizi e i locali destinati a spazio studenti e ristoro, e quello secondario destinato ai locali tecnici. L'edificio principale, distribuito intorno a due corti, avrà una pianta quadrangolare e sarà caratterizzato da finestre a nastro che correranno lungo le facciate. Il complesso si svilupperà su quattro livelli: a piano terra saranno ospitate le aule e parte dei laboratori, la biblioteca, un bar ristoro e gli spazi per gli studenti; il primo piano sarà destinato ai laboratori didattici e al dipartimento; il secondo accoglierà altri laboratori didattici, di ricerca e studi; l'ultimo piano sarà infine riservato agli impianti tecnici.

Al fine del contenimento dell'impatto ambientale, sono previste soluzioni innovative, come l'utilizzo di materiali eco-compatibili, l'installazione di un impianto di pannelli solari da collocare sul tetto dell'edificio, sistemi integrati di produzione e accumulo dell'acqua calda sanitaria e un pozzo artesiano, che alimenterà la vasca dell'impianto antincendio e garantirà la fornitura d'acqua, opportunamente filtrata e addolcita, ai laboratori e ai servizi igienici. Un sistema di accumulo e pompaggio consentirà, inoltre, di utilizzare l'acqua piovana per l'irrigazione delle aree a verde.

dipartimento ChimicaSorgerà nel cuore della "cittadella della ricerca", accanto al CNR, la nuova sede del dipartimento di Chimica e chimica industriale dell'Università di Pisa, con annessi il centro bibliotecario e un nuovo polo didattico d'Ateneo. Nell'area di San Cataldo prospiciente alla residenza universitaria dei Praticelli sono appena iniziati i lavori preliminari alla realizzazione del nuovo complesso - la cui ultimazione è prevista entro la fine del 2013 - che ospiterà 12 aule, 58 laboratori didattici e di ricerca, una biblioteca con 66 postazioni di lettura, un'aula magna per 150 persone e 66 studi.

L'attuale sede del dipartimento si trova, dal 1941, in via Risorgimento, in un edificio d'epoca più volte rimaneggiato nel corso del tempo. Le necessità di adeguamento normativo della sede attuale, unite alle nuove esigenze legate allo sviluppo delle attività di ricerca e di didattica, hanno spinto l'Ateneo a studiare una soluzione alternativa più funzionale, mentre la destinazione futura dell'attuale sede è oggetto di un'importante riflessione nell'ambito dell'attuale fase di ottimizzazione e valorizzazione del patrimonio immobiliare dell'Ateneo. L'intero progetto - uno dei più consistenti nella politica edilizia degli ultimi anni - comporterà un investimento complessivo di 21.300.000 euro.

dipartimento Chimica 2L'area su cui sorgerà il nuovo complesso è di circa 21.800 mq, per una superficie utile complessiva di circa 10.500 mq, e comprende le aree destinate a verde, a parcheggio (circa 100 posti auto) e a espansioni future. Il progetto prevede la realizzazione di un edificio compatto e dalle linee semplici, capace di essere "riconoscibile" ed efficiente anche da un punto di vista energetico, grazie a soluzioni innovative. L'intero complesso sarà inoltre circondato da una grande area verde alberata, attrezzata principalmente per le esigenze studentesche e coperta da rete wi-fi.

Il progetto prevede la realizzazione di due corpi di fabbrica: quello principale che ospiterà tutte le funzioni del dipartimento, della biblioteca e del polo didattico di Ateneo, con i relativi servizi e i locali destinati a spazio studenti e ristoro, e quello secondario destinato ai locali tecnici.

planimetria Dipartimento ChimicaL'edificio principale, distribuito intorno a due corti, avrà una pianta quadrangolare e sarà caratterizzato da finestre a nastro che correranno lungo le facciate. Il complesso si svilupperà su quattro livelli: a piano terra saranno ospitate le aule e parte dei laboratori, la biblioteca, un bar ristoro e gli spazi per gli studenti; il primo piano sarà destinato ai laboratori didattici e al dipartimento; il secondo accoglierà altri laboratori didattici, di ricerca e studi; l'ultimo piano sarà infine riservato agli impianti tecnici.

Al fine del contenimento dell'impatto ambientale, sono previste soluzioni innovative, come l'utilizzo di materiali eco-compatibili, l'installazione di un impianto di pannelli solari da collocare sul tetto dell'edificio, sistemi integrati di produzione e accumulo dell'acqua calda sanitaria e un pozzo artesiano, che alimenterà la vasca dell'impianto antincendio e garantirà la fornitura d'acqua, opportunamente filtrata e addolcita, ai laboratori e ai servizi igienici. Un sistema di accumulo e pompaggio consentirà, inoltre, di utilizzare l'acqua piovana per l'irrigazione delle aree a verde.


Ne hanno parlato:

Tirreno Pisa
IlTirreno.it 
PisaNotizie.it
InToscana.it

 

L'Università di Pisa entra a far parte di IDEM (Infrastruttura di autorizzazione e autenticazione della rete GARR), la federazione che ha come obiettivo la creazione e il supporto di un framework, comune agli enti di formazione e di ricerca italiani, per la gestione condivisa degli accessi alle risorse on-line. Alla federazione appartengono già altri 22 atenei italiani oltre al CNR, ISTAT, CINECA, CILEA e CASPUR.

L'adesione a IDEM rappresenta un importante segnale di apertura, sviluppo e internazionalizzazione della rete informatica interna e riconosce all'Ateneo pisano un ruolo di eccellenza nell'ambito della rete della Ricerca Italiana (GARR). Gli utenti della rete dell'Università di Pisa (docenti, studenti, personale tecnico/amministrativo) potranno utilizzare le proprie credenziali anche negli altri atenei federati e, allo stesso tempo, gli utenti degli altri atenei potranno collegarsi alla rete pisana con le credenziali fornite dalla propria istituzione.

Inoltre, in futuro sarà possibile accedere ad alcune risorse on-line dell'Ateneo (quali riviste elettroniche e banche dati) da qualsiasi parte del mondo, semplicemente indicando di appartenere all'Università di Pisa e inserendo le proprie credenziali di ateneo.

Al via la rinascita e il recupero della Certosa di Calci. Martedì 8 novembre è stato firmato un protocollo d'intesa fra Comune di Calci, Università di Pisa, Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etno-antropologici per le province di Pisa e Livorno e Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa. Contestualmente il prorettore vicario Nicoletta De Francesco ha annunciato un investimento di 300 mila euro da parte dell'Ateneo per il rifacimento del tetto della sezione di mineralogia del Museo di Storia Naturale e del Territorio che si trova alla Certosa. I lavori cominceranno nel 2012 e una volta ultimati sarà possibile riaprire al pubblico questa ala del museo chiusa da un anno.

"Il protocollo d'intesa – ha detto Nicoletta De Francesco – e lo stanziamento di 300 mila euro sono certamente un passo avanti per il recupero di un gioiello del nostro territorio". I punti cardine del protocollo sono quattro: la costituzione di un tavolo permanente di lavoro composto da tutti i soggetti coinvolti, l'impegno a redigere uno studio di fattibilità per rendere maggiormente fruibile l'intero complesso, la volontà condivisa di mettere in sinergia le risorse e la ricerca di nuove partnership.

"Intanto il Comune – ha sottolineato il sindaco di Calci Bruno Possenti – sta già eseguendo i lavori per la riqualificazione di tutta la zona antistante la Certosa". Il completamento delle opere è previsto per il 2012 e l'investimento complessivo è di quasi un milione di euro. Fra gli interventi programmati ci sono la nuova illuminazione e la pavimentazione della strada di accesso e dei percorsi laterali.

"Il protocollo appena firmato – ha detto il soprintendente Agostino Bureca – è la naturale prosecuzione dell'accordo siglato con l'Ateneo a luglio scorso che per la prima volta ha definito gli ambiti specifici e di cooperazione, all'interno della Certosa, fra il Museo Storico Artistico Nazionale, in consegna alla Soprintendenza, e il Museo di Storia Naturale e del Territorio dell'Università".

"La Fondazione – ha quindi concluso il suo presidente Cosimo Bracci Torsi – si colloca in questo contesto come soggetto esterno, non coinvolto direttamente nella gestione del complesso monumentale, anche se da molti anni siamo interessati al recupero di questo eccezionale patrimonio artistico sul quale ad oggi abbiamo investito circa 1 milione e mezzo di euro".

idemL'Università di Pisa entra a far parte di IDEM (Infrastruttura di autorizzazione e autenticazione della rete GARR), la federazione che ha come obiettivo la creazione e il supporto di un framework, comune agli enti di formazione e di ricerca italiani, per la gestione condivisa degli accessi alle risorse on-line. Alla federazione appartengono già altri 22 atenei italiani oltre al CNR, ISTAT, CINECA, CILEA e CASPUR.

L'adesione a IDEM rappresenta un importante segnale di apertura, sviluppo e internazionalizzazione della rete informatica interna e riconosce all'Ateneo pisano un ruolo di eccellenza nell'ambito della rete della Ricerca Italiana (GARR). Gli utenti della rete dell'Università di Pisa (docenti, studenti, personale tecnico-amministrativo) potranno utilizzare le proprie credenziali anche negli altri atenei federati e, allo stesso tempo, gli utenti degli altri atenei potranno collegarsi alla rete pisana con le credenziali fornite dalla propria istituzione. Inoltre, sarà in futuro possibile accedere ad alcune risorse on-line dell'Ateneo (quali riviste elettroniche e banche dati) da qualsiasi parte del mondo, semplicemente indicando di appartenere all'Università di Pisa e inserendo le proprie credenziali di ateneo.

Il processo di adesione alla federazione IDEM ha comportato un aggiornamento del sistema di creazione/gestione/scadenza/revoca delle credenziali di ateneo per rispondere ai livelli qualitativi richiesti dalla federazione. Tale revisione ha tenuto conto anche di tutte le nuove esigenze, tecniche e legali, sorte in questi ultimi mesi ed è stata concordata con i competenti organi di Ateneo. Un doveroso ringraziamento va all'unità servizi rete (Luca Francesconi, Giovanni Cecchi, Samuele Tognini) che ha permesso questo passaggio.

Ne hanno parlato:

Tirreno Pisa
InToscana.it

PisaInformaFlash.it 
PianetaUniversitario.com
 

L'E-team campione non solo su pista: la squadra corse dell'Università di Pisa si è aggiudicata il primo premio nel "Media-Award 2011 - Formula Student Germany" grazie a un video promozionale realizzato da Filippo Cappellini e Timoteo Fontanella, studenti del corso in Discipline dello spettacolo e della comunicazione della facoltà di Lettere e filosofia. Gli organizzatori della competizione tedesca, che ogni anno si tiene a Hockenheim, avevano indetto un concorso per premiare le competenze comunicative delle squadre, chiedendo di realizzare un video di 30 secondi che promuovesse l'iniziativa. Il video presentato dagli studenti pisani è risultato vincitore per "la qualità delle immagini, unite alla musica, che colgono in pieno lo spirito della manifestazione" e sarà utilizzato in ambito internazionale come promo della Formula Student Germany. Grazie a questo riconoscimento, l'E-Team ha ottenuto un posto di diritto alla gara 2012 (solitamente 80 posti e 300 domande). Il video è pubblicato sul canale YouTube dell'Università di Pisa e sul sito ufficiale della Formula Student Germany.

Ricerca tecnologica, lavoro di gruppo e competenze multidisciplinari sono le parole d'ordine dell'E-Team, la squadra corse dell'Università di Pisa che da diversi anni partecipa alle competizioni internazionali della Formula SAE italiana e della Formula Student tedesca. Il progetto dell'E-Team (http://www.eteamsquadracorse.it) è nato nel 2008. Nel corso degli anni, agli elementi provenienti da Ingegneria si sono aggiunti studenti delle facoltà di Economia, Giurisprudenza, Lettere, Lingue e Scienze politiche, le cui competenze sono fondamentali perché, ai fini delle gare, la squadra non è chiamata solo a progettare e costruire la vettura, ma anche ad affrontare i problemi legati alla ricerca e gestione delle risorse economiche, al marketing, alle pubbliche relazioni e alla comunicazione.

Anche quest'anno la monoposto dell'Università di Pisa ha preso parte alle competizioni principali riservate agli studenti, partecipando alla gara di Hockenheim ad agosto e a quella della Formula SAE Italy a Varano de' Melegari, ottenendo risultati positivi nelle prove statiche e dinamiche. I ragazzi dell'E-team, guidati dal capitano Andrea Mascellani, sono già al lavoro per costruire la vettura che correrà nella prossima stagione.

Questo sito utilizza solo cookie tecnici, propri e di terze parti, per il corretto funzionamento delle pagine web e per il miglioramento dei servizi. Se vuoi saperne di più, consulta l'informativa