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Ferragina PaoloSi è conclusa domenica 23 gennaio la “Soccer and Data Cup”, una maratona di tre giorni organizzata dal Ministero dell’Istruzione e dall’Università di Pisa al Padiglione Italia dell’Expo a Dubai, con il coordinamento scientifico del professor Paolo Ferragina (nella foto) e la partecipazione di un team di tutor formato da giovani ricercatori e dottorandi del KDD Lab (Paolo Cintia, Giuliano Cornacchia, Giovanni Mauro, Luca Pappalardo e Alessio Rossi) e di studenti italiani presenti al Padiglione. La “Soccer and Data Cup” ha visto sfidarsi otto squadre di studenti delle scuole secondarie di secondo grado italiane e due di studenti universitari degli Emirati Arabi, impegnati in una gara che ha combinato nozioni sportive con tecniche di analisi dei dati e di intelligenza artificiale. I dati a disposizione degli studenti sono stati quelli relativi alle partite delle cinque più importanti leghe europee calcistiche, dell'Europeo 2016 e del Mondiale 2018. Obiettivo dell’iniziativa è stato quello di sensibilizzare i giovani alle nuove frontiere dell’analisi complessa dei dati digitali in ambito sportivo, invogliandoli auspicabilmente a iscriversi a lauree di tipo STEM. La partecipazione delle studentesse è stata di oltre il 30%.

La cerimonia di apertura della competizione ha avuto come protagonista Gianluca Vialli, che ha inviato un video messaggio di incoraggiamento ai ragazzi partecipanti (https://youtu.be/SgmvWC0kuDE). Il team manager della Nazionale, che aveva già visitato il Padiglione Italia a dicembre, si è rivolto agli studenti dicendo di essere "felice che vogliate imparare di più sul settore del calcio e dello sport. Con questa iniziativa migliorerete le vostre conoscenze sull’analisi dei Big Data, e sulle tecnologie digitali che sono sempre più parte di questo settore. La performance ora è dentro e fuori dal campo e possiamo migliorare grazie alle informazioni che i dispositivi digitali sono in grado di fornirci in partita e durante l’allenamento".

Oltre a Vialli sono intervenuti il Commissario Generale per la partecipazione dell’Italia a Expo Dubai, Paolo Glisenti, e i prorettori dell’Università di Pisa per la Cooperazione e le relazioni internazionali, Francesco Marcelloni, e per l’Informatica, Paolo Ferragina, in veste anche di co-organizzatore e coordinatore scientifico dell’iniziativa.

"Il settore e il mercato del calcio si sta muovendo verso il sud del mediterraneo, nei Paesi arabi e nel sud-est asiatico – ha affermato Glisenti - e i Mondiali del Qatar potranno solo spingere di più questo processo. L'analisi dei dati sarà il punto centrale e strategico per il calcio e per tanti altri settori e mercati". "Sono sicuro che questo evento sarà un successo, permettendo anche di creare forti legami di amicizia”, ha continuato Marcelloni, ricordando che in ambito informatico Pisa e la sua Università "sono sempre state all'avanguardia in Italia e nel mondo". “Con questa iniziativa – ha concluso Ferragina - gli studenti hanno avuto modo di conoscere meglio la Scienza dei dati, grazie anche a una collaborazione di successo tra scuole e Università di Pisa sulla quale stiamo investendo molto sia dal punto di vista dell’orientamento in ingresso alla nostra Università, sia per l’alta formazione a livello di master e dottorati. Pisa è infatti uno dei centri italiani sull'intelligenza artificiale e un centro di sicura eccellenza per la Data Science, con importanti applicazioni allo sport, più in generale, e al calcio in particolare".

La competizione è stata vinta dagli studenti dell'Istituto superiore Odierna di Palma di Montechiaro, in Sicilia. Hanno partecipato l'Istituto della Bassa Friulana di Udine, che si è piazzato in seconda posizione, il Liceo scientifico Fulcieri di Forlì, al terzo posto, e poi il Liceo Daniele Crespi di Busto Arstizio, l'Istituto Rita Levi Montalcini di Acqui Terme, il Liceo Giacomo Leopardi di Macerata, l'Istituto Volta di Pescara, l'Istituto Ovidio di Sulmona, la New York University di Abu Dhabi e l'Al Khalil International Private School di Al Ain.

Chiofalo MariluIl Dipartimento di Fisica “Enrico Fermi” dell’Università di Pisa ha avviato una collaborazione scientifica nell’ambito del master, del corso di perfezionamento e della scuola nazionale IDIFO21 (“Innovazione Didattica in Fisica e Orientamento”), iniziative coordinate a livello nazionale dall’Unità di ricerca didattica in Fisica dell'Università di Udine, coordinata dalla professoressa Marisa Michelini, e alle quali aderiscono altri nove atenei. La sede pisana metterà a disposizione le proprie riconosciute conoscenze e competenze, realizzando tre corsi, seminari e interventi per l'insegnamento della fisica destinati a insegnanti di tutta Italia. I corsi saranno tenuti dalla professoressa Marilù Chiofalo (nella foto a destra), che è anche referente per la sede pisana, e dai professori Sergio Giudici e Isidoro Ferrante.

In particolare, il master di secondo livello e il corso di perfezionamento hanno gli obiettivi di formare gli insegnanti all’innovazione didattica in fisica, con particolare riguardo alla didattica laboratoriale basata sulla ricerca didattica; di approfondire le loro competenze sugli aspetti operativi di strategie didattiche e di metodologie di analisi dati di apprendimento; di produrre innovazione nell’insegnamento scientifico, con riguardo ai temi di fisica moderna, di didattica basata sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, di fisica in contesto e del laboratorio; di elaborare progettazione, preparazione dei materiali didattici, sperimentazione, monitoraggio, analisi dati di apprendimento e valutazione di interventi didattici nel settore; di mettere a punto proposte sperimentate di orientamento formativo, basate sul problem solving per l’orientamento, e di educazione alla cittadinanza.

Le lezioni si terranno da marzo 2022 a febbraio 2024 nelle sedi delle università cooperanti e attraverso la piattaforma predisposta dall’Università di Udine.

Per l’ammissione le interessate/gli interessati dovranno utilizzare esclusivamente la procedura on line accedendo al sito https://uniud.esse3.cineca.it/Home.do, con scadenza fissata al 31 gennaio.

Si è tenuto negli scorsi giorni il taglio del nastro della Biblioteca di Giurisprudenza e Scienze politiche dell’Università di Pisa, collocata nel Palazzo della Sapienza, alla presenza del rettore Paolo Maria Mancarella, del presidente del Sistema Bibliotecario di Ateneo, Antonella Gioli, e del coordinatore organizzativo dello stesso SBA, Gabriella Benedetti. Si è trattato di un momento atteso da dieci anni e della massima importanza per l’Ateneo, come ha sottolineato il rettore citando “Le memorie di Adriano” di Marguerite Yourcenar: "fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito”.

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In una veloce ricostruzione la dottoressa Benedetti ha ripercorso la storia degli anni di chiusura della Sapienza: nel 2012 le sezioni della Biblioteca Giuridica presenti in Sapienza sono state velocemente sgombrate per i problemi statici del Palazzo, che le conseguenze del terremoto dell'Emilia avevano aggravato.  

Da allora è iniziato un lavoro lungo, complesso, difficile, su due fronti: quello del restauro e rifunzionalizzazione del Palazzo della Sapienza, curata dalla Direzione Edilizia, e quello di mantenimento dell'attività della biblioteca, nonostante la sua suddivisione in cinque sedi, in locali inadeguati, con molto materiale necessariamente trasferito nel deposito di Montacchiello.

Nel febbraio 2020 gli spazi erano pronti e lo SBA ha iniziato a organizzare il trasferimento del materiale bibliografico dalle sedi della Biblioteca di Giurisprudenza e della vicina Biblioteca di Scienze politiche verso il Palazzo della Sapienza con il supporto della Direzione Gare Contratti e Logistica. A marzo 2020 è arrivato il lockdown e tutto si è fermato. L’attività di trasloco è ripresa pochi mesi dopo e a fine ottobre 2020 si è conclusa la movimentazione del nucleo principale dei testi. I lavori di allestimento e controllo del materiale bibliografico nella nuova sede - sei chilometri di libri e riviste - sono proseguiti nei mesi successivi e finalmente, nel luglio di quest’anno, il primo giorno di apertura: cauta, all'inizio con pochi utenti. Poi da settembre, con la ripresa della didattica in presenza, con sempre maggiore utenza, per quanto ancora ridotta per motivi di sicurezza.

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Il 18 ottobre 2021 la Biblioteca è stata inaugurata simbolicamente dal rettore alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, nell’ambito della loro visita a Pisa in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico 2021/2022 dell’Ateneo pisano. Per ragioni di sicurezza, quella inaugurazione è stata assai ristretta nei partecipanti, motivo per cui l’Ateneo ha voluto replicarla ora dicembre in forma più ampia.

La nuova biblioteca raccoglie in un'unica sede gran parte del patrimonio bibliografico di ambito giuridico e socio-politico, tra cui importanti fondi librari donati da autorevoli ex docenti dell’Ateneo, quali Alessandro Pizzorusso, Muzio Pampaloni e Nicola Coviello.

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La biblioteca si articola su tre livelli sul lato destro del Palazzo della Sapienza.

Al piano terra è stato allestito il deposito librario che accoglie la quasi totalità del materiale bibliografico al fine di non gravare di peso eccessivo i piani superiori. Gli scaffali in cui sono collocati i testi sono scaffali compatti ignifughi che garantiscono la massima capienza e un elevato livello di sicurezza per la conservazione del materiale bibliografico.

Al primo piano è presente la Sala rari che ospita una selezione dei più pregevoli testi antichi e di pregio della Biblioteca che si collocano tra il 1500 e il 1800. La sala dispone di 17 posti di consultazione conformi alle normative Covid.

Il secondo piano è molto accogliente con sale di consultazione ampie, luminose, con stupenda vista su Pisa e, in fondo, la Torre. I posti di consultazione attuali, conformi alle normative Covid, sono 50. Al secondo piano sono disponibili le opere di consultazione generale e giuridica: enciclopedie, dizionari, repertori, codici, commentari e così via, oltre alle annate correnti dei periodici sottoscritti dalla Biblioteca.

Tutto il materiale bibliografico è disponibile a scaffale aperto con accesso diretto da parte degli utenti. Attualmente la biblioteca è aperta con orario continuato dalle ore 9 alle ore 19:30 dal lunedì al venerdì. L’accesso è libero per tutti gli utenti fino a esaurimento dei posti disponibili, con priorità previa prenotazione per le figure precarie o a scadenza (assegnisti, dottorandi, specializzandi, laureandi, borsisti, ricercatori a tempo determinato) nel rispetto delle norme previste dal protocollo di sicurezza anticontagio in vigore. Per i dettagli sui servizi offerti dalla biblioteca e sulle relative modalità di fruizione si rinvia al sito dello SBA (https://www.sba.unipi.it/it) e alla pagina dedicata a informazioni specifiche sui servizi bibliotecari in relazione alle norme anticontagio (https://www.sba.unipi.it/it/coronavirus-informazioni-sui-servizi-bibliotecari).

Come ha ricordato la professoressa Antonella Gioli, “l’apertura è frutto di un lungo lavoro dello SBA e di tante componenti dell’Ateneo, a cui va il nostro ringraziamento.

Non si è trattato soltanto di un trasloco dalle varie sedi provvisorie, che già di per sé è complesso, ma del fondare e iniziare a costruire una nuova biblioteca, operazione che comprende azioni integrate e di lunga durata, come ad esempio interventi di riordino e riorganizzazione delle collezioni. Il nostro fine è quello di offrire sempre maggiore supporto alla didattica e alla ricerca, scopo primario del Sistema Bibliotecario.

L’apertura di questa nuova e bella biblioteca rafforza inoltre la restituzione del Palazzo della Sapienza alla città e ai cittadini e in questo particolare momento è anche un ulteriore passo verso un faticoso ma necessario ritorno alla normalità”.

Filetti1Dalle aule dell’Università di Pisa al prestigioso club calcistico del Paris Saint-Germain per occuparsi della preparazione fisica della prima squadra, e in particolare del recupero dagli infortuni, e di atleti quali Leo Messi, Mbappé o Neymar, senza dimenticare la qualificata colonia di italiani con Donnarumma e Verratti. È questo il percorso professionale seguito da Cristoforo Filetti, nato a Catania nel 1986, che dopo la laurea in scienze motorie all’Università Tor Vergata di Roma ha frequentato il master in “Teoria e tecniche della preparazione atletica nel calcio” (www.sportandanatomy.com), titolo congiunto tra Ateneo pisano e Università degli Studi di Verona, in convenzione con la Federazione Italiana Gioco Calcio (FIGC) e con il patrocinio dall’Associazione Italiana Allenatori Calcio (AIAC).

“L’esperienza a Pisa – ricorda Cristoforo Filetti, che ha conseguito il titolo nel 2012 – è stata fondamentale nel mio percorso formativo, sia perché quello pisano è tra i pochissimi corsi in grado di unire le competenze anatomiche agli aspetti tecnici della professione, sia perché è un’effettiva palestra che prepara al mondo del lavoro. In particolare, grazie alla collaborazione con le strutture FIGC di Coverciano, ho avuto modo di confrontami con le problematiche concrete e complesse che nascono all’interno delle squadre professionistiche”.

Con alle spalle un altro master e un dottorato a Tor Vergata, il dottor Filetti vanta un importante curriculum lavorativo in ambito calcistico, iniziato nel 2010 nella società della Lodigiani e proseguito nel settore giovanile e poi nella prima squadra della Roma, per passare quindi a un periodo all’estero in Qatar e alla Salernitana. Dal giugno del 2020 lavora al Paris Saint-Germain, dove recentemente è stato chiamato a firmare un contratto a tempo indeterminato. “I primi tempi in Francia - dichiara - sono stati complicati per l’abitudine alla lingua diversa e per l’adattamento a una realtà gigantesca in cui operano molti professionisti ai massimi livelli, ma ora il mio obiettivo è quello di rimanere il più a lungo possibile all’interno di un club che è certamente tra i più conosciuti e blasonati al mondo”.

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“Il caso di Filetti è particolarmente significativo, – ricorda il professor Marco Gesi, direttore del master – mi piace ricordare che Cristoforo è solo l’ultimo dei tanti professionisti usciti da un master organizzato da “Sport and Anatomy” dell’Università di Pisa e affermatosi a livello professionale. Ogni volta che riceviamo queste notizie siamo contenti quasi quanto i nostri allievi. In 15 anni abbiamo diplomato oltre 1.300 allievi e molti di questi oggi ricoprono importanti ruoli in società sportive anche professionistiche. Molti sono quelli che stanno lavorando all’estero. Cristoforo è  l’ultimo di una lunga serie di allievi che hanno realizzato il loro sogno professionale, e che l’Università di Pisa ne sia stata l’artefice, deve renderci particolarmente orgogliosi. Essere divenuti un punto di riferimento e sapere che i nostri master molte volte sono indispensabili per entrare a lavorare nel mondo sportivo, ci sprona ogni anno a fare meglio mantenendo sempre i progetti formativi aggiornati con quelle che sono le richieste del mondo lavorativo sportivo. I nostri studenti devono essere subito pronti a entrare nel mondo del lavoro. Sono particolarmente contento che ‘lo sport’ dell’Università di Pisa inteso come pratica, formazione, ricerca e cura si faccia conoscere anche all’estero”.

Il master pisano è stato il primo italiano sulla preparazione atletica nel calcio a essere riconosciuto come percorso formativo universitario che risponde a tutti i criteri di qualità definiti dal Settore Tecnico della FIGC. Il master fornisce tutte le competenze necessarie per elaborare e condurre programmi di preparazione atletica per calciatori di squadre sia professionistiche che dilettantistiche, e permette il rilascio da parte del Settore Tecnico della FIGC della licenza di preparatore atletico del settore giovanile. Insieme ad altri percorsi formativi universitari in ambito riabilitativo e prestativo, fa parte del progetto "Sport and Anatomy", nato nel 2007, che ha come principale obiettivo quello di formare in modo specifico giovani laureati da proporre al mondo del lavoro nell'ambito della preparazione atletica nel calcio e della riabilitazione sportiva, mettendo a confronto e individuando le sinergie delle rispettive figure professionali. Questi promettenti studenti (molti stranieri) arrivando all’Università di Pisa per frequentare i master di “Sport and Anatomy” possono usufruire anche di tutte le tecnologie e le professionalità dell’omonimo Centro di Medicina Riabilitativa, divenuto un living lab per chi vuole intraprendere la propria carriera nel mondo sportivo.

Si è concluso con un convegno, una cerimonia e un brindisi nella Sala delle Baleari del Comune di Pisa il progetto “PartecipiAMO! Pisa città per i Giovani”, un intenso percorso avviato a maggio e destinato a incrementare la cultura partecipativa raccogliendo percezioni, vissuti e il sentire dei giovani pisani nella fascia di età compresa fra 16 e 30 anni. Tra questi, liceali, universitari e lavoratori.

Il progetto, presentato dalla Direzione Politiche Giovanili del Comune di Pisa e realizzato in partnership col CAFRE, il Centro interdipartimentale per l’Aggiornamento, la Formazione e la Ricerca Educativa dell’Università di Pisa, ha ricevuto il sostegno dell’Autorità regionale per la garanzia e promozione della partecipazione.

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L’indagine conoscitiva ha previsto un articolato iter con una prima fase di analisi che ha riguardato un questionario, che è stato compilato da oltre 1600 ragazzi e i suoi risultati sono stati poi incrociati con uno studio qualitativo. La chiusura è stata affidata a tavoli tematici che sono culminati in un momento di confronto pubblico: negli otto gruppi di lavoro esperti e docenti hanno animato un cantiere di idee e proposte ritagliate sui giovani.

Il direttore del CAFRE, Michele Lanzetta, che è anche responsabile scientifico del progetto “PartecipiAMO”, si mostra entusiasta dei risultati raggiunti: “si è trattato di un lavoro di squadra impreziosito dalla collaborazione fra le tre istituzioni accademiche cittadina, l’Università di Pisa, la Scuola Normale e la Scuola Sant’Anna, oltre al coinvolgimento dell’Ufficio scolastico provinciale e di altre istituzioni portatrici di interesse del territorio presenti con i loro rappresentanti in un comitato tecnico scientifico.

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I giovani sono stati al centro dell’intero percorso, non solo come destinatari dell’indagine conoscitiva, ma anche come somministratori del questionario e componenti dei gruppi di lavoro tematici. La formula innovativa che abbiamo sperimentato con successo grazie al supporto del Comune di Pisa e le risultanze emerse dall’indagine hanno fornito importanti spunti di riflessione confermando che la città ha grandi potenzialità e un terreno fertile per innovarsi e avvicinarsi ancora di più al mondo dei giovani”.

Fra coloro che hanno guidato i gruppi di lavoro vanno citati i professori e esperti Antonio Brogi (Dipartimento di Informatica), Franco Failli (Dipartimento di Ingegneria civile e industriale), Marco Giannini (Dipartimento di Economia e Management), Arianna Martinelli (Scuola Sant’Anna), Diana Pardini (Master CIBA), Riccardo Mascia (Conservatorio di Parma), Fausto Corvino (Scuola Sant’Anna) e Francesco Fiorino (Scuola Normale); le indagini sono state coordinate da Serena Gianfaldoni (Ingegneria gestionale) e Patrizia Magnante (Società Italiana di Sociologia).

Università di Pisa e ARPAT, Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana, hanno sottoscritto un accordo quadro per rendere strutturali le rispettive collaborazioni e per promuovere iniziative congiunte per la protezione dell’ambiente, con particolare riferimento ai settori della ricerca, della formazione e della elaborazione e diffusione della conoscenza. La convenzione è stata presentata martedì 21 dicembre, nell'Aula Magna Storica del Palazzo della Sapienza, dal prorettore per la Ricerca applicata e il Trasferimento tecnologico, Marco Raugi, dal direttore generale di ARPAT, Pietro Rubellini, e dal direttore del Dipartimento di Scienze della Terra, Luca Pandolfi.

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Nella foto, da sinistra: Rubellini, Raugi e Pandolfi.

Migliorare la comunicazione e lo scambio di informazioni fra imprese e strutture di ricerca, stimolare singoli progetti di ricerca applicata e più in generale puntare alla promozione dell’innovazione e del trasferimento tecnologico sono gli obiettivi dell’accordo per quanto riguarda la ricerca. Nel campo della formazione è previsto lo svolgimento di tirocini e stage, tesi di laurea e di dottorato presso ARPAT, oltre all’istituzione di specifiche borse di studio da svolgersi in strutture aziendali. Si mira, infine, a favorire la nascita di collaborazioni nel campo dell’elaborazione e diffusione della conoscenza.

Nell’ambito della convenzione, che avrà durata quadriennale, saranno designati i rispettivi referenti, che avranno il compito di definire il programma annuale delle attività congiunte.

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“L’accordo quadro con ARPAT - ha detto il professor Marco Raugi – conferma l’impegno dell’Ateneo pisano in una delle funzioni fondamentali dell’Università: la terza missione, ovvero l’attività di trasferimento di conoscenze verso la società e il territorio. In particolare, le iniziative che potranno essere avviate con ARPAT si inquadrano nel contesto della difesa dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile che deve essere perseguito con azioni concrete e attraverso una sempre più continua attività di comunicazione”.

Pietro Rubellini, direttore generale di ARPAT ha precisato: “La stipula dell’accordo con l’Ateneo pisano sancisce una collaborazione già attiva da tempo e dà il segno tangibile di una nuova politica di potenziamento del ruolo tecnico-scientifico dell’Agenzia. Fare rete con gli Istituti di ricerca significa creare le condizioni future per lo studio di nuovi indicatori ambientali, la ricerca applicata nell’ambito delle attività istituzionali ed un’accresciuta attività di divulgazione scientifica sia all’interno dell’Agenzia sia verso la cittadinanza”.

Dall’intesa potranno derivare, infatti, convenzioni attuative al fine di avviare collaborazioni nell’attività di ricerca in grado di apportare miglioramenti ai processi di tutela ambientale.

“Questo accordo - ha concluso il professor Luca Pandolfi - rappresenta una grande occasione per l’Ateneo pisano che avrà l’occasione di affrontare insieme a un ente territoriale importante come ARPAT la sfida del monitoraggio e della gestione dell’ambiente in un quadro difficile come quello attuale, caratterizzato da importanti cambiamenti climatici. Grazie a esso potranno essere sviluppate iniziative congiunte su tematiche rilevanti quali l’innovazione, lo sviluppo tecnologico e la divulgazione scientifica nel campo delle tematiche ambientali, con ricadute significative anche nella ricerca e nella didattica”.

Sono stati più di 70mila i visitatori in presenza, con 300 eventi culturali e 100mila visitatori virtuali, che hanno affollato il "Job&Orienta" di Verona, una delle principali manifestazioni italiane dedicate all’orientamento, alla scuola, alla formazione e al lavoro. All'appuntamento, che si è tenuto alla Fiera della città veneta tra 25 e 27 novembre, ha partecipato anche l'Unità orientamento e sostegno studenti dell'Ateneo, insieme al prorettore con delega per l'Orientamento, Rossano Massai, in collaborazione sinergica con le rappresentanze della Scuola Normale Superiore e della Scuola Superiore Sant'Anna.

"Le tre giornate del salone di Verona - ha commentato il professor Massai - hanno rappresentato un momento di grande interesse per poter percepire quanto e come si muove attualmente il mondo dei giovani in procinto di affacciarsi al percorso universitario. La sensazione che ne è derivata è assolutamente positiva, sia per il grado di interesse dimostrato dalle centinaia di studentesse e studenti che ci hanno contattato, sia per il grado di maturità che gli stessi ci hanno trasmesso".

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Il gruppo dell'Università di Pisa, con al centro il professor Rossano Massai, della Scuola Normale e della Scuola Sant'Anna.

Molto significativa, da questo punto di vista, è stata anche la forte propensione rilevata nei confronti delle lauree dell'area STEM e delle discipline pure in particolare. Su tutto, la percezione maggiore è stata sicuramente quella di una grande volontà di recuperare presto uno stile di vita normale e la voglia di affrontare le sfide del percorso universitario come progetto di vita e di realizzazione personale.

"Un elemento vincente - ha concluso il prorettore Rossano Massai - è stato l'aver presentato la nostra offerta didattica e il modo 'pisano' di vivere l'Università in maniera congiunta con le nostre Scuole di eccellenza, a significare la completezza e l'elevatissima qualità dei nostri percorsi universitari. Una forma di collaborazione e di interazione reciproca che nei tre giorni di incontri ha portato a un afflusso ininterrotto di ragazzi e ragazze, ma anche di genitori, provenienti da tutto il centro-nord Italia. Un'esperienza molto positiva che mi auguro possa essere ripetuta sotto l'insegna del Sistema Universitario Pisano e che, sono certo, porterà buoni frutti in termini di aumento e miglioramento qualitativo delle nostre matricole".

Dopo due anni il Coro e dell'Orchestra dell’Università di Pisa tornano ad esibirsi con i tradizionali concerti di Natale: "Con la forza della musica". Il titolo degli spettacoli vuole ricordare che la forza della musica, a dispetto della pandemia, ha tenuto uniti i musicisti e coristi che torneranno a condividere con il pubblico emozioni, pensieri, stati d’animo.

Gli appuntamenti sono per mercoledì 15 dicembre, alle ore 21.00 presso il Teatro Verdi di Pisa con il Coro che, diretto dal maestro Stefano Barandoni, presenterà una serie di canti di Gioacchino Rossini tratti dai Péchés de viellesse e di lieder di Robert Schumann insieme alla pianista Silvia Mannari. Seguirà un florilegio di canti tradizionali natalizi. Parteciperà al concerto il soprano Maria Billeri.

Venerdì 17 sarà invece l'Orchestra ad esibirsi, sempre al Teatro Verdi di Pisa alle ore 21.00, con due brani sinfonici, composti dal Direttore dell’orchestra, Manfred Giampietro, intitolati significativamente Distanti… ma vicini, e Tragicovid - Compianto delle solitudini. Il concerto proseguirà con l'esecuzione della Sinfonia n. 7 in La maggiore op. 92 di Ludwig van Beethoven. 

Per il concerto del Coro i biglietti possono essere prenotati dalle ore 12,00 del 9 dicembre fino alle ore 23,59 del 12 dicembre. Leggi il dettaglio dell'evento
Per il concerto dell'Orchestra i biglietti possono essere prenotati dalle ore 12,00 del 13 dicembre fino alle ore 23,59 del 15 dicembre. Leggi il dettaglio dell'evento

I biglietti (max 2 posti) possono essere esclusivamente prenotati online su ➡️ http://su.unipi.it/BookingCoroOrchestra 

Per accedere al teatro sarà necessario indossare la mascherina ed esibire il #greenpass

L'ingresso sarà gratuito fino a esaurimento dei posti. I biglietti (max due posti) possono essere prenotati esclusivamente on line sul sito http://su.unipi.it/BookingCoroOrchestra 
Secondo la normativa vigente, per entrare in teatro sarà necessario indossare la mascherina ed esibire il super greenpass.

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La comunità dell’Università di Pisa si unisce al cordoglio per la prematura e inaspettata scomparsa di Poorya Sarhadi studente del corso in Discipline dello spettacolo e della comunicazione, nonché brillante fotografo e tra i fondatori di streetphotographersfoundation.com.
Alla sua famiglia, agli amici e a alla comunità iraniana va la vicinanza e l'affetto dell'Ateneo.

In memoria di Poorya pubblichiamo uno dei suoi migliori scatti e una foto con gli amici.

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La Quantum Jungle è una un’installazione artistica interattiva di circa 6 metri quadri, che visualizza macroscopicamente come si muove una particella quantistica, incluse tutte le sue affascinanti stranezze, dato che non ne abbiamo esperienza diretta. La descrive in luminosi dettagli, è il caso di dire, Robin Baumgarten, l'artista che con un master in informatica all'Imperial College di Londra si è inventato un mestiere che può essere di ispirazione per tante e tanti giovani: "La Quantum Jungle è un'installazione artistica interattiva nuova di zecca, che combina la fisica quantistica con l'interattività tattile e giocosa. L'ho concepita, costruita e programmata a Berlino nel corso dell'ultimo anno, in stretta collaborazione con le scienziate e gli scienziati di Helsinki e Pisa. L'installazione è composta di più di 1000 molle sensibili al tatto, 12000 LEDs indirizzabili individualmente, circuiti stampati, e legno. È progettata in modo modulare per poter essere ri-usata e montata in forme e dimensioni differenti, a seconda del contesto espositivo. Per la sua premiere a Palazzo Blu, è nella sua configurazione più grande mai realizzata, consegnandoci di fatto uno stupefacente, luminosissimo schermo di fisica quantistica. Sono entusiasta di esporla a Pisa e non vedo l'ora di catturare la reazione del pubblico nell'interagire con questa nuova installazione!".
Infatti, il pubblico può interagire con la Quantum Jungle, creando la propria particella quantistica dove e come desidera, per poi osservare come si muove diretta dall'equazione di Schrödinger, che esprime le regole matematiche della fisica quantistica: a fare i complessi calcoli e la simulazione quantistica necessaria è un computer.

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L'installazione - collocata nel Salone delle Grottesche di Palazzo Blu e aperta al pubblico fino al 17 aprile 2022 con ingresso libero - è stata inaugurata venerdì 26 novembre alla presenza dell'autore e con gli interventi di Cosimo Bracci Torsi, presidente della Fondazione Palazzo Blu, Stefano Del Corso, presidente della Fondazione di Pisa, Giacomo Tizzanini, consigliere del Ministro all'Istruzione Patrizio Bianchi e dirigente tecnico USR Toscana, Dario Pisignano, direttore del Dipartimento di Fisica, Sabrina Maniscalco, dell’Università di Helsinki, e, Marilù Chiofalo, dell’ Università di Pisa, entrambe responsabili scientifiche del progetto. 

Artista Chiofalo e Maniscalco Quantum Jungle"La coreografia delle particelle quantistiche è libera dalle costrizioni classiche del nostro quotidiano e perciò decisamente meno intuitiva per noi - osserva Sabrina Maniscalco, professora di informazione e logica quantistica all'Università di Helsinki,  CEO di Algorithmiq Ltd., ideatrice della piattaforma QPlayLearn per l'educazione alla fisica quantistica - Per esempio, la particella quantistica può essere in più posti allo stesso tempo: in un nodo e in un secondo, persino in un nodo e in tutti gli altri. Interagendo con la Quantum Jungle, possiamo anche creare la particella in questo stato di sovrapposizione che ci appare così strano perché non corrisponde a nessuna nostra esperienza quotidiana. Nella Quantum Jungle intuiamo questa stranezza. In effetti, non osserviamo direttamente la particella ma, attraverso l'intensità del colore dei LED osserviamo la probabilità di trovare la particella lì, qualora ne venisse misurata la posizione: dove più luminose sono le luci, maggiore è la probabilità di trovarla."

"Oltre a essere un'esperienza emozionante e immersiva nell'arte - continua la professoressa Marilù Chiofalo - la bellezza della Quantum Jungle è che funziona come una sorta di traduttore, che usa il linguaggio dell'arte per integrare in modo rigoroso quella che è altrimenti la difficoltà di formare un'intuizione dei fenomeni quantistici, altrimenti inaccessibili alla nostra esperienza quotidiana: un tratto essenziale per rivolgersi a chiunque, indipendentemente dal livello di alfabetizzazione matematica e sperimentale. Vale anche per noi esperti/e, che infatti pensiamo questi fenomeni in modo matematico e avendo in mente i sofisticati esperimenti cui abbiamo accesso in laboratorio: la Quantum Jungle è un modo per vedere con altri occhi le nostre teorie, in un quadro sbrilluccicante".

Il professor Dario Pisignano sottolinea “la novità e l'importanza di una impresa di contaminazione culturale di questo tipo, che contribuisce a rendere accessibile al pubblico più ampio un mondo altamente complesso come quello quantistico. Arte e scienza vengono coniugate in modo originale, accendendo la fascinazione visiva senza rinunciare al rigore scientifico. Oggi, questa disseminazione assume un ancor maggiore valore in corrispondenza della nuova rivoluzione quantistica, che rende questo un settore dall'altissimo potenziale per la generazione di nuove applicazioni tecnologiche."

Robin Baumgarten Quantum JungleAllo sviluppo della Quantum Jungle con l'artista Robin Baumgarten ha lavorato un intero team finlandese-pisano di giovani ricercatori e ricercatrici, che nel giorno dell'inaugurazione hanno curato la visita guidata: Caterina Foti (anche coordinatrice di QPlayLearn), Guille Garcìa-Peres, Matteo Rossi, Boris Sokolov, Jorge Yago Malo. “È stato un percorso emozionante perché creare insieme con un team di persone così entusiaste, competenti e diverse tra loro è il nostro modo di fare scienza -  concludono le professoresse Maniscalco e Chiofalo - Siamo convinte che sia necessaria una profonda rivoluzione culturale nel modo di raccontare la fisica, e trovare modi per narrare in modo coinvolgente e rigoroso la fisica quantistica, è una straordinaria opportunità per cambiare il modo di educare al pensiero scientifico valorizzando il suo potere creativo nel rigore della matematica e nella prova dell'esperienza. Un'operazione non più rimandabile, mentre le tecnologie quantistiche invadono la nostra vita quotidiana senza una contemporanea consapevolezza dell'impatto che avranno nelle nostre vite e degli aspetti etici potenzialmente coinvolti. Siamo felici che la Fondazione Palazzo Blu e la Fondazione di Pisa abbiano creduto in questa idea."

Quantum Jungle è finanziata dalla Fondazione di Pisa e cofinanziata dalle Università di Pisa, Helsinki, e Aalto, da InstituteQ e Algorithmiq Ltd. con la preziosa collaborazione e supporto della Fondazione Palazzo Blu. Sarà possibile visitarla gratuitamente fino ad aprile, in contemporanea e non per caso con la mostra di Keith Haring, mentre verranno organizzati periodicamente workshop e attività educative sia per pubblico generico che per le scuole di ogni ordine e grado, in collaborazione con le scuole stesse e con Reggio Children. (Immagini a cura di Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.).

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