Che cosa è la Ricerca Responsabile

Secondo una delle definizioni più note di uno dei suoi promotori René von Schomberg, per ricerca e innovazione responsabile si intende:

 

definizione RRI

 

L’idea di fondo è che le acquisizioni tecnologiche e in genere tutti i risultati della ricerca scientifica non possano ricevere la loro validazione esclusivamente dal mercato. Secondo le raccomandazioni dell’UNESCO, “La scienza è parte degli sforzi degli Stati di sviluppare società più umane, giuste e inclusive e contribuisce al rafforzamento degli ideali di pace e benessere delle Nazioni Unite”.  In particolare, la ricerca finanziata da soggetti pubblici è da considerare un investimento il cui ritorno è di lungo periodo e contribuisce all’interesse pubblico.

 

Perché parlare di Ricerca Responsabile?

Scienza, innovazione sociale e tecnologia sono forze che naturalmente generano cambiamenti che hanno garantito agli esseri umani la capacità di alterare gli ecosistemi, il clima del pianeta Terra, e molto probabilmente continueranno a fare così. In parallelo con l’impatto positivo a livello del welfare e del benessere, esistono delle circostanze nelle quali la scienza e l’innovazione possono essere considerate fonti di nuovi rischi e dilemmi etici, o risultino inadeguate a risolvere i problemi che erano destinate a risolvere e magari finiscano per generare controversie.

Il tema della responsabilità è proprio del mondo della ricerca e non è nuovo nel dibattito e nelle politiche. Durante la scorsa decade sono stati fatti diversi tentativi per cercare di ridurre la distanza tra scienza e società. Questi hanno portato alla definizione di un nuovo approccio che è stato chiamato Ricerca e Innovazione Responsabile. La Ricerca e Innovazione Responsabile (RRI) cerca di far emergere apertamente questioni associate alla ricerca e innovazione, in modo da anticiparne le conseguenze e coinvolgere la società nella discussione di come scienza e tecnologia possono aiutare a creare il tipo di società e pianeta che vogliamo per le generazioni future.

 

Breve storia del concetto di Ricerca Responsabile

La RRI può essere considerata esito di un lungo processo evolutivo delle procedure di valutazione della tecnologia (technology assessment), iniziato nel dopoguerra in campo biomedico (Codice di Norimberga, 1947) ed estesosi alla ricerca scientifica e tecnologica nel suo complesso a partire dagli anni ’70 (si veda per esempio l’Office of Technology Assessment degli Stati Uniti, fondato nel 1972), e soprattutto dagli anni ’90 (per esempio i programmi ELSI/ELSA varati in Europa, America e Estremo Oriente, volti ad anticipare le implicazioni etiche, legali e sociali delle scienze e tecnologie emergenti, o l’approccio della midstream modulation sviluppato negli USA nei primi anni 2000, che prevede la collaborazione a livello di laboratorio tra scienziati sociali e naturali). Rispetto a tutto ciò, la novita della RRI consiste principalmente in: a) un focus non solo su ricerca e sviluppo ma anche su produzione e distribuzione; b) un orientamento proattivo, interessato alla gestione dell’innovazione in tutti i suoi aspetti, piuttosto che limitarsi a una tradizionale valutazione del rischio; c) un interesse a discutere il “perché” e non solo il “come” dell’innovazione: obiettivi, effetti distributivi, alternative possibili.

Già nel 2009 la Dichiarazione di Lund introduceva l’enfasi sui cambiamenti sociali e, successivamente, la Dichiarazione di Vilnius del 2013, sottolineava che se la ricerca deve essere di supporto alla società questo può avvenire solo grazie alla creazione di connessioni con gli attori sociali. In questo solco, nel 2014, la Dichiarazione di Roma sulla ricerca e l’innovazione responsabile in Europa ha richiamato l’esigenza di un processo di progressivo allineamento della ricerca e dell’innovazione ai valori, ai bisogni e alle aspettative della società. In Unione Europea, l’adozione da parte della Commissione Europea (CE) nel 2008 del codice di condotta per la ricerca sulle nanotecnologie (CE 2008) ha di fatto aperto la strada a una formalizzazione della Ricerca Responsabile, che è poi emersa nel 2011 grazie alla Direzione Generale Ricerca della CE, e ha trovato spazio in un apposito canale di ricerca e finanziamento (Science with and for society) nell’ottavo programma quadro della ricerca (2014-20) Horizon2020. Con il prossimo programma quadro Horizon Europe (2021-27), la RRI non avrà un canale di finanziamento dedicato ma sarà integrata trasversalmente, le proposte progettuali dovranno esplicitare in che misura la ricerca contribuirà alla realizzazione di determinati obiettivi in relazione alle sfide globali, puntando a rafforzare gli approcci di Open science e Citizen science.

 

Principi e dimensioni della Ricerca Responsabile

In ambito europeo, la Ricerca Responsabile si ispira a sei principi attraverso cui le istituzioni di ricerca dovrebbero indirizzare le proprie politiche:

principi e dimensioni RRI

Questi principi generali si traducono nella promozione di pratiche e metodi di ricerca basati su:

  1. diversità e inclusione: prendere in considerazione e coinvolgere i beneficiari della ricerca e i loro bisogni;
  2. anticipazione e riflessione: analizzare i possibili impatti della ricerca sull’ambiente e sulla società e conseguente riflessione sugli obiettivi e strategie della ricerca;
  3. apertura e trasparenza: condividere nel modo più ampio possibile obiettivi, metodi e risultati della ricerca;
  4. capacità di risposta e adattamento: essere disponibili ad adattare gli obiettivi e le strategie di ricerca a cambiamenti di scenario.

Attivando un percorso di riflessione interdisciplinare ed un dialogo con la società intorno alle finalità della ricerca e dell’innovazione, queste pratiche consentono di contribuire in modo significativo agli Obiettivi dello Sviluppo Sostenibile su cui anche l’Università di Pisa è fortemente impegnata.

 

Riferimenti bibliografici

 

Ultima modifica: Ven 07 Feb 2020 - 11:06

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