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Oltre 650 partecipanti all'incontro con Claudio Naranjo

Lo psichiatra, psicoterapeuta e antropologo cileno ha tenuto una lezione sulla "Terapia Gestalt"

Martedì 29 novembre al Palazzo dei Congressi di Pisa si è svolto un incontro, organizzato dall’Università e dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria in collaborazione con la Fondazione IRIS e la Scuola di Specializzazione in Psicoterapia della Gestalt Viva, con un grande maestro del pensiero contemporaneo: Claudio Naranjo, un “cercatore di Verità” che, nell’arco di tutta la sua vita, ha esplorato moltissimi campi del sapere, fondendo l’amore per la conoscenza con il lavoro per la trasformazione della persona, al fine di favorire il cambiamento della società.

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Moderatore dell’incontro è stato il professor Angelo Gemignani, presidente del corso di laurea triennale in Scienze e tecniche di psicologia clinica e della salute e del corso di laurea magistrale in Psicologia clinica e della salute, e direttore della SOD di Psicologia clinica dell’AOUP. Nel suo intervento di apertura, ha sottolineando come l’evento fosse rivolto principalmente agli studenti di psicologia dell’Università di Pisa, facendo parte infatti del percorso formativo dei “Leading Themes in Psychology”.
L’intervento di Naranjo è stato preceduto dai saluti di autorevoli esponenti del mondo accademico e ospedaliero: il professor Marco Abate, prorettore per la Didattica, ha sottolineato il ruolo cruciale della cultura nella formazione professionale; il professor Pietro Pietrini, direttore della Scuola IMT Alti Studi Lucca, ha evidenziato l’importanza dell’interazione tra neuroscienze e pensiero psicologico; il dottor Fabrizio Gemmi, direttore sanitario dell’AOUP, e il professor Ubaldo Bonuccelli, direttore del DAI Specialità mediche dell’Azienda, hanno ribadito l’importanza dell’intervento psicologico in ambito clinico; il professor Riccardo Zucchi, direttore del dipartimento di Patologia, ha messo al centro la soggettività nella relazione medico-paziente; e infine il dottor Lauro Mengheri, presidente dell’Ordine degli Psicologi toscani, ha auspicato un maggior numero di psicologi di ruolo all’interno degli ospedali.

Claudio Naranjo, allievo ed erede di Fritz Perls, ha iniziato la sua lezione con testimonianze dirette e coinvolgenti del suo rapporto con il fondatore della "Terapia Gestalt", uno degli approcci più significativi tra le psicoterapie cosiddette “umanistiche”, che Naranjo, in tutta la sua vita di ricercatore, ha successivamente trasformato e profondamente arricchito. Naranjo ha affrontato poi il tema della sofferenza e della trasformazione: il male e la sofferenza non sarebbero insite nell’essere umano, ma sarebbero piuttosto il prodotto della repressione che la civiltà ha operato sugli istinti naturali e sulla spontaneità. Naranjo pone la liberazione dell’uomo al centro di ogni percorso terapeutico o spirituale. La sua opera terapeutica si è principalmente sviluppata nel programma SAT, un programma di formazione olistica per lo sviluppo personale e professionale e un percorso di crescita e di autoconoscenza che ha raggiunto oggi, dopo oltre quaranta anni di sperimentazione in America Latina e in Europa, una capacità trasformativa senza precedenti. La spiritualità, la psicoterapia e l’educazione costituiscono per Naranjo tre aspetti di un medesimo tema, quello dello sviluppo umano. Riferendosi all’educazione Naranjo ha precisato che prima di tutto deve essere un’educazione del cuore: una vera e propria rivoluzione radicale del pensiero educativo che deve partire prima di tutto da un cambiamento degli educatori.

Molto applaudito, soprattutto dai giovani studenti universitari che sono intervenuti numerosi all’incontro, Claudio Naranjo ha risposto, nella successiva tavola rotonda (cui hanno partecipato, oltre al professor Angelo Gemignani, la professoressa Liliana Dell’Osso, il professor Alfonso Maurizio Iacono e il dottor Pier Giorgio Curti) a numerosi e vivaci quesiti suscitati dal suo intervento. La giornata si è conclusa nel pomeriggio con workshop esperienziali, dedicati all’approfondimento della Gestalt Viva, nella prospettiva di colui che l’ha cambiata profondamente rispetto all’originaria eredità di Fritz Perls, restituendole, molto al di là della clinica, anche nella formazione dei giovani terapeuti il valore di una pratica di ampliamento della coscienza istintuale e amorosa al servizio della trasformazione della società.

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