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Le tracce della colonizzazione della Libia in mezzo a noi: le memorie private (anche di famiglie pisane) e pubbliche diventano video ricerche

I lavori realizzati nell’ambito dei progetti speciali per la didattica

Portare alla luce le tracce della colonizzazione italiana in Libia che sono in mezzo a noi: dai bar pasticceria Tripoli sparsi qua e là in tutta Italia, e anche a Pisa, dai toponimi cittadini, come via Derna derivati da città libiche, passando dai formati di pasta come le tripoline, sino alle memorie famigliari, con valige e bauli piene di foto, lettere e manoscritti. E’ questo il tema dell’incontro di giovedì 25 maggio dalle 17 alle 20 al cinema Arsenale (vicolo Scaramucci, 2) in cui saranno presentati sei video frutto del progetto speciale per la didattica "Archivi de/coloniali tra Italia e Libia. Lavorare le memorie private e pubbliche della colonizzazione, ri-posizionare lo sguardo tra storia, cinema e arte". Gli studenti e le studentesse coordinati dalla professoressa Renata Pepicelli, docente di storia del mondo arabo contemporaneo, insieme ai colleghi Chiara Tognolotti, di storia del cinema, e Michele Di Donato, di storia contemporanea, hanno scavato nelle memorie cittadine, pubbliche e private. Da queste ricerche sono emerse storie famigliari, anche pisane, come il caso delle sorelle Daniela e Alba Cappelletto, la cui famiglia può testimoniare la presenza in Libia dalla fine dell’Ottocento sino al ritorno in Italia e a Pisa poco prima del colpo di stato militare di Gheddafi del 1969.

 

immagine di molte fotografie d'epoca una sopra l'altra

 

“Negli ultimi mesi siamo andati alla ricerca di tracce della colonizzazione della Libia in mezzo a noi - racconta Renata Pepicelli - Abbiamo studiato la toponomastica delle nostre città, ascoltato canzoni, visto filmati, aperto archivi privati rinchiusi in bauli e cassetti, ricostruito memorie familiari passando di generazione in generazione, tracciato mobilità di persone, idee, oggetti che tra '800 e '900 si muovevano da una sponda all'altra del Mediterraneo”.

La presentazione di giovedì 25 all’Arsenale sarà arricchita da due produzioni audio-visuali delle artiste/ricercatrici Alessandra Cianelli, co-curatrice del progetto, e Alessandra Ferrini. Barbara Spadaro dell'Università di Liverpool farà poi un intervento su "Arte, memoria e decolonizzazione della ricerca storica". Alla fine Chiara Tognolotti, Michele Di Donato e Renata Pepicelli proveranno a tirare le somme di questo percorso didattico tra ricerca storica e cinematografica da una prospettiva decoloniale.

Gli studenti e le studentesse che hanno partecipato al progetto coordinati da Davide Bianchi in veste di tutor sono: Angela Di Salvo, Letizia Moretti, Nello Benassi, Leonardo Tagliabue, Benedetta Tiraforti, Elisabetta Bratu, Francesco Soprana, Diletta Domenici, Marta Mura, Gianluca Panzera, Francesco Di Fraia, Leonardo Loffreda e Lorenzo Schiattarella.

“I progetti speciali per la didattica sono iniziative promosse e finanziate dall’Ateneo con cui si propongono nuovi modi di fare lezione, che vanno oltre la tradizionale “aula” – spiega Giovanni Paoletti, prorettore alla didattica dell’Ateneo pisano – e permettono agli studenti, come in questo caso, di creare e realizzare progetti innovativi che aprono l’Università al territorio”.

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