Progetto Meteoriti antartiche

XXVIII Campagna Antartica del Programma Nazionale delle Ricerche in Antartide (PNRA)

Progetto: Meteoriti Antartiche

Partecipanti: Luigi Folco (coordinatore nazionale del Progetto Meteoriti Antartiche del PNRA e docente di Geologia planetaria), Maurizio Gemelli (assegnista di ricerca) e Agnese Fazio (dottoranda) - dipartimento di Scienze della terra dell'Università di Pisa

Date: 27 novembre 2012 - 6 gennaio 2013

La spedizione per la ricerca di meteoriti è stata svolta nel corso del II Periodo della XXVIII Campagna Antartica del PNRA, dal 27 novembre 2012 al 6 gennaio 2013, con supporto fornito dalla base italiana estiva Mario Zucchelli (MZS) nella Baia Terra Nova. Vi hanno partecipato Luigi Folco, Maurizio Gemelli e Agnese Fazio.

Sono state svolte 13 escursioni giornaliere con elicottero e una con Twin Otter (un piccolo bimotore canadese) in varie aree di ghiaccio blu dell'altopiano polare, comprese tra il Rennick Glacier e il Darwin Glacier (distanze fino a 500 km dalla base italiana). Le ricerche di meteoriti sono state svolte a piedi cercando queste rocce scure sulla superficie del ghiaccio, percorrendo sistematicamente in lungo e largo aree di ghiaccio blu di molte decine di km2. Mediamente ci sono state escursioni di 6 ore ininterrotte, percorrendo 15-25 km ogni giorno. Le condizioni meteorologiche tipiche sono state temperature di -15°-20°C, con venti fino a 35 nodi (65 km/h). Originariamente era previsto un campo remoto nella regione di Escalade Peak a circa 450 km dalla base MZS, di 20 giorni, ma l'operazione è stata cancellata a causa di un guasto al bimotore che doveva fare da supporto.

Malgrado non sia stato effettuato il campo remoto come da programma, il "piano B" delle escursioni giornaliere ha prodotto dei risultati molto soddisfacenti, che metteranno in grado il gruppo di ricerca di studiare un buon numero di nuove meteoriti. In sintesi i risultati principali sono stati i seguenti:

  1. Sono state raccolte 111 meteoriti con masse comprese tra 1 g e ca. 2 kg, per un peso complessivo di oltre 10 kg. Tra queste alcune meteoriti con caratteristiche non ordinarie, di notevole interesse scientifico, che saranno oggetto di immediati studi cosmochimici in Italia. È verosimile che questi campioni contengano informazioni nuove sui materiali più primitivi del sistema solare. Conseguentemente potrebbero darci nuove informazioni sull'origine del sistema solare avvenuta 4.6 miliardi di anni fa. Questi ritrovamenti straordinari sono la conferma dell'importanza del proseguire le ricerche di terreno in futuro.
  2. Sono state raccolte sabbie contenenti migliaia di micrometeoriti sulle cime delle Montagne Transantartiche a ridosso delle aree di ghiaccio blu dove si cercavano meteoriti. Questi campioni daranno informazioni sulla variabilità composizionale di questo materiale extraterrestre che costituisce la massima parte del flusso di materia extraterrestre che arriva costantemente sulla Terra, nonché serviranno da traccianti della storia di deglaciazione delle Montagne Transantartiche.
  3. È stata individuata una vasta area di ghiaccio blu nello Skelton Névé dove effettuare campi remoti futuri per ricerche di meteoriti.

Una volta arrivate in Italia, sono state avviate le procedure per la classificazione delle meteoriti, in collaborazione col Museo Nazionale dell'Antartide di Siena che si occuperà della loro conservazione nel tempo (come del resto, di tutti i reperti geologici recuperati nelle spedizioni del PNRA). A Pisa si procederà con il lavoro scientifico in senso stretto, ovvero con analisi petrografiche e cosmochimiche per ricerche su origine ed evoluzione del Sistema Solare. Molte analisi saranno svolte in Italia. Per quelle più sofisticate saremo costretti a rivolgerci a laboratori stranieri, con l'ovvio dispendio di risorse umane e finanziarie, condivisione/dispersione dei risultati scientifici e limitazione delle nostre capacità formative. Tali laboratori di fatto non esistono in Italia o sono obsoleti. Stiamo attivamente lavorando alla ricerca di finanziamenti pubblici per l'acquisizione di strumentazione che ci permetta di invertire il trend di dipendenza dai laboratori stranieri. Cozziamo tuttavia con il fatto che in Italia, a differenza del resto della EU, non esistono o non sono attive agenzie di finanziamento pubblico per l'acquisizione di grande strumentazione per le Scienze della Terra, come ad esempio microsonde elettroniche, microscopi elettronici a trasmissione, nanoSIMS, spettrometri di massa multicollettori (costi compresi tra 800 k€ e 2M€ circa). Tale strumentazione, unitamente alle competenze esistenti e ai materiali di grande valore scientifico disponibili, costituisce un'opportunità per essere competitivi in Europa e permetterebbe di creare nel nostro paese nuclei di ricerca di eccellenza in grado di attrarre risorse umane e finanziarie dal resto del mondo.

Ultima modifica: Gio 28 Feb 2013 - 15:38

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