A team of scientists from the Yale School of Medicine and the Department of Biology at the University of Pisa has identified a specific stem cell population, known as neuroepithelial stem cells, which have proved to be particularly effective in the repair in animal models of spinal cord injury. The experiment demonstrated that these cells are able to integrate within the damaged tissue, extend processes by a few centimeters after the transplant and offer motor and functional recovery in the animals subjected to the treatment. Furthermore, as the laboratory tests show, recovery is proportionate to the extent of the injury: if, for example, the spinal cord damage is not higher than 25%, there is a significant improvement in the use of the lower limbs within two months.
“Thanks to this study, it has been demonstrated for the first time that the anatomical origin of stem cells is of vital importance to the success of transplants,” explains Marco Onorati, a researcher from the University of Pisa and one of the first authors of the study published in the “Nature Communications” journal.
In fact, while similar in vitro, the neural stem cells which have the same origin as the recipient tissue (in this case the spinal cord) turned out to be much more efficient than those with a diverse origin (for example derived from the brain) at re-establishing connections with the damaged area and guaranteeing the formation of new neuronal circuits.
“Not all stem cells have the same potential,” concludes Marco Onorati, “and the knowledge we now have, thanks to this study on neuroepithelial stem cells and how they react in the case of spinal cord injury, could prove to be useful for future research.”
Neuroepithelial stem cells (in green) transplanted into the animal model of spinal cord injury (in red)
Within the field of the study, Marco Onorati, a researcher from the Unit of Cell and Developmental Biology from the Department of Biology, directed the part dealing with the derivation and characterization of the human neuroepithelial stem cells and their differentiation into mature neurons in order to study their function in vitro. The study was coordinated by Professor Steve Strittmatter from the Yale School of Medicine. The other first co-authors of the research are Maria Teresa Dell’Anno (who is at present continuing her research on stem cells in the neurological field at the Fondazione Pisana per la Scienza) and Xingxing Wang.
Un team di scienziati della Yale School of Medicine e del Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa ha individuato una particolare popolazione di cellule staminali, dette neuroepiteliali, che si sono rivelate particolarmente efficaci nel riparare le lesioni al midollo spinale. La sperimentazione condotta su modelli animali ha mostrato che queste particolari cellule sono in grado di integrarsi nel tessuto danneggiato, estendere prolungamenti per alcuni centimetri dopo il trapianto e fornire un recupero motorio e funzionale. Inoltre, come hanno evidenziato i test di laboratorio, il recupero è proporzionale all’entità alla lesione: se ad esempio il danno al midollo spinale non supera il 25%, c’è un miglioramento significativo nell’uso degli arti inferiori entro due mesi.
“Per la prima volta, grazie a questo studio è stato quindi dimostrato che l’origine anatomica delle cellule staminali ha una importanza cruciale per il successo del trapianto”, spiega Marco Onorati, ricercatore dell’Unità di Biologia Cellulare e dello Sviluppo del Dipartimento di Biologia dell’Ateneo pisano, e fra i primi autori dello studio pubblicato sulla rivista “Nature Communications”.
Infatti, per quanto simili in vitro, le cellule staminali neuronali che hanno un’origine analoga a quella del tessuto ricevente (in questo caso il midollo spinale) si sono rivelate molto più efficienti di quelle con una diversa derivazione (ad esempio provenienti dal cervello) nel ripristinare le connessioni del midollo lesionato e garantire la formazione di nuovi circuiti neuronali.
Cellule staminali neuroepiteliali (in verde) trapiantate nel modello animale di midollo spinale lesionato (in rosso)
“Non tutte le cellule staminali hanno quindi le stesse potenzialità – conclude Marco Onorati – e quello che ora sappiamo grazie a questo studio sulle cellule staminali neuroepiteliali e su come agiscono nel caso di lesione al midollo spinale può rivelarsi utile per indirizzare il futuro della ricerca”.
Lo ricerca pubblicata su “Nature Communications” è stata coordinata dal professore Steve Strittmatter della Yale School of Medicine. In particolare, Marco Onorati ha guidato la parte sulla derivazione e la caratterizzazione delle cellule staminali neuroepiteliali umane e il loro differenziamento verso neuroni maturi per studiarne la funzione in vitro. Oltre a lui, gli altri primi coautori dell’articolo sono due ricercatori della Yale School of Medicine, Maria Teresa Dell’Anno (che adesso continua i suoi studi sulle cellule staminali in ambito neurologico presso la Fondazione Pisana per la Scienza) e Xingxing Wang.
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Riferimenti all’articolo scientifico:
Dell'Anno MT, Wang X, Onorati M (e altri), “Human neuroepithelial stem cell regional specificity enables spinal cord repair through a relay circuit”, Nature Communications
È stato assegnato ad Antonio Brogi, Andrea Canciani e Jacopo Soldani il “Best Paper Award” per il miglior contributo presentato alla settima edizione del congresso “European Conference on Service-Oriented and Cloud Computing”, che si è svolto a Como dal 12 al 14 settembre. Antonio Brogi è professore ordinario al dipartimento di Informatica e coordinatore del gruppo di ricerca in Service-Oriented, Cloud e Fog Computing (SOCC); Andrea Canciani e Jacopo Soldani sono ricercatori post-doc dello stesso dipartimento e membri del gruppo di ricerca SOCC.
Il contributo premiato, intitolato “True Concurrent Management of Multi-Component Applications”, fornisce un primo approccio in grado di automatizzare l’installazione e la gestione di applicazioni multi-component su più piattaforme cloud, considerando che i vari componenti che formano tali applicazioni possano evolvere in modo autonomo e asincrono. Il premio, sponsorizzato dalla “International Federation for Information Processing”, è stato assegnato dai comitati di organizzazione e di programma, che hanno riconosciuto l’originalità e l’importanza delle soluzioni proposte dai ricercatori dell'Ateneo pisano.
C’è tempo sino al 7 ottobre per votare e far vincere SaveMyBike, unico progetto italiano in lizza per RegioStars 2018, un premio assegnato alle migliori iniziative realizzate dalle regioni europee.
Selezionato tra 102 candidature, SaveMyBike punta a incentivare l’uso delle biciclette in città e a prevenire i furti. Per votarlo basta andare a questo link, il progetto vincitore verrà premiato l’8 ottobre durante “La settimana delle regioni e delle città”.
SaveMyBike è coordinato da Tages, società cooperativa pisana che opera nel campo della pianificazione e progettazione dei sistemi di mobilità e trasporto delle persone e delle merci, e vi parteciapno il Dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa, il Polo Universitario Sistemi Logistici di Livorno e le aziende Geosolutions sas e NewGOO srl.
Il team del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione che ha sviluppato il sistema, da sinistra a destra Ing. Andrea Michel, Prof. Paolo Nepa, Ing. Vittorio Franchina.
"Il sistema per rintracciare le biciclette – spiega Paolo Nepa, del dipartimento di Ingegneria dell'Informazione dell'Università di Pisa – si compone di sensori che vengono installati sul veicolo e operano più o meno come il Telepass, e di una app, che si chiama GOOD_GO, tramite la quale i cittadini possono caricare la foto della propria bici e denunciarne il furto. Quando un ausiliare del traffico o un vigile, mediante un lettore portatile dei tag, ritrova una bici rubata, il suo cellulare manda l'avviso di ritrovamento al legittimo proprietario mediante la app”.
“La app GOOD_GO – aggiunge Massimiliano Petri, di Tages, che coordina il progetto (nella foto a destra, a Strasburgo dopo la cerimonia per i progetti finalisti)– serve anche a incentivare buone pratiche sulla mobilità: installandola sul proprio telefono i cittadini possono avere informazioni sulla mobilità sostenibile, come la percentuale di riduzione del rischio vascolare, l’abbattimento di Pm10, di traffico veicolare, e perfino il risparmio in termini di costi ogni volta che usano la bici. Inoltre possono partecipare a un gioco sociale che premia con diversi incentivi i comportamenti ecologicamente più sostenibili, in modo da sostituire sempre di più l’uso dell'auto con quello delle due ruote”.
Giacomo Puccini con le sue arie immortali e una straordinaria sorpresa resa possibile dalla tecnologia, la voce di Andrea Bocelli che da Pisa continuerà a incantare il mondo, la chitarra appartenuta a Giuseppe Mazzini, l’opera-robotica Dr. Streben, con robot in scena, ma anche un’altra novità come il concerto sinfonico interattivo e in tempo reale “LoLa”, con le orchestre divise fra Pisa e Trieste che, grazie a un collegamento internet superveloce, riescono a suonare insieme amalgamando gli strumenti, annullando ogni distanza. Il Festival internazionale della robotica non propone soltanto eventi scientifici, ma anche un cartellone artistico di elevatissimo livello culturale, in cui arte (nel senso più ampio del termine) robotica e nuove tecnologie si fondono e si integrano, dando vita a proposte inedite e dal grande valore spettacolare.
Quindi, amplia ancora i suoi confini, grazie a una proposta artistica a 360 gradi, il Festival internazionale della robotica, in programma da giovedì 27 settembre a mercoledì 3 ottobre, organizzato da Fondazione Arpa, con il sostegno di Regione Toscana, Comune di Pisa, Provincia di Pisa, Università di Pisa, Scuola Normale Superiore di Pisa, Scuola Superiore Sant'Anna, Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa, Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna, Centro di Ricerca “E.Piaggio” dell’Università di Pisa, Centro di Eccellenza Endocas dell’Università di Pisa, Irccs Fondazione Stella Maris, Camera di Commercio, e Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana.
Il restauro delle navi romane emerse a Pisa, affiancato da musica “romana” ricostruita su fonti iconografiche a cura di Ludi Scænici, il Trionfo della morte accompagnato dall’esecuzione del Totentanz, la restaurata chitarra di Giuseppe Mazzini che risuonerà con altri strumenti antichi tenderanno la mano, venerdì 29 settembre, alla “Robot Opera” Dr.Streben (scritta dal maestro compositore Girolamo Deraco), all’opera lirica dedicata ai burattini martedì 2 ottobre con “El retablillo di Don Cristobal” e, sabato 30 settembre, a “LoLa”, esecuzione sinfonica e in tempo reale tra Pisa e Trieste, distanti oltre 450 chilometri. A suggellare poi il ricco cartellone artistico del Festival internazionale della robotica la serata di beneficenza promossa dalla Fondazione Arpa in programma mercoledì 3 ottobre, che farà incontrare “Giacomo Puccini e Andrea Bocelli, Virtuosi e virtuali”, sul palco del Teatro Verdi di Pisa sotto la direzione artistica di Renato Raimo.
Sale intanto l’attesa per la “Robot Opera” di venerdì 29 settembre quando, nell’auditorium Enrico Caruso del “Gran Teatro Giacomo Puccini” di Torre del Lago, lirica e robotica si fonderanno in “Dr. Streben”, l’opera con l’umanoide “Face” sviluppato dal Centro di ricerca “Enrico Piaggio” dell’Università di Pisa. Tradizione e innovazione si incontreranno in un debutto artistico e tecnologico - che vedrà sul palco musicisti, cantanti lirici e il robot Face - nella prima “Robot opera da camera, per soprano, tenore, baritono, robot ed ensemble”. Alla ricerca di nuovi linguaggi e di espressioni innovative – senza mai dimenticare il ruolo fondamentale delle persone – il Festival attraverso il suo direttore, il professor Franco Mosca, ha stretto un’alleanza con la Fondazione Festival Pucciniano e “Cluster”, l’ associazione di compositori e musicisti contemporanei lucchesi, diretta da Girolamo Deraco, autore delle musiche, insieme a Vincenzo Reale, che ha curato il libretto. Il risultato è un’ “opera robotica”, dove tutto è perfettamente in linea con la migliore tradizione lirica e con l’innovazione che deriva dai risultati della ricerca scientifica condotta ai massimi livelli, come quella garantita dal Centro “Enrico Piaggio”. In questa “Opera robotica”, che riceve il sostegno di Fondazione Banca del Monte di Lucca, Banca Versilia Lunigiana e Garfagnana (BVLG), Teatro del Giglio, Club Unesco Lucca, Ambasciata Messicana, Città di Viareggio, Kedrion, Fondazione Italia – Giappone, Antica Norcineria, Congreso de la Naciòn – Centro Cultural de la Republica CABILDO, il Dr. Streben è uno scienziato che, nel suo laboratorio, punta a trasformare il suo robot Umy in un “ginoide”, robot dalle sembianze femminili. Lentamente, lo scienziato finisce per innamorarsi della sua creatura che ricorda la sua amata e scomparsa Galatea e, conscio del fatto che Umy non potrà diventare una donna, decide di trasformarsi in un Cyborg, grazie a Mexos, una sorta di esoscheletro collegato al computer. La “fusione” avrà effetto e il drone, immobile sul palco dall’inizio, inquadrerà la mano di Umy e quella dello scienziato che si uniscono, proprio come avviene nel “Giudizio universale” di Michelangelo. Questa “Robot Opera” vedrà il contributo dei soci musicisti di “Cluster”, Lorenzo Cominelli, Roberto Garofalo, Paolo Mirabelli, dei cantanti Marco Mustaro, Maria Elena Romanazzi, Lorenzo Martinuzzi, dell’ Etymos Ensemble: Francesco Carmignani, Emanuele Gaggini, David Whitwell, Fabio Fabellini, Diego Desole, Alberto Gatti, Lorenzo Ballerini, Eduardo Caballero e del pianista preparatore Massimo Salotti. A dirigere l’ensemble ci penserà Diego Sánchez Haase, video scenografie di Lorenzo Vignando per la regia di Cataldo Russo.
Sabato 30 settembre sarà la volta della tecnologia “LoLa”, sviluppata dal Conservatorio di Musica Giuseppe Tartini di Trieste in collaborazione con GARR (la rete nazionale a banda ultralarga dedicata alla comunità dell’istruzione della ricerca e della cultura) che porterà in scena un concerto sinfonico interattivo per fisarmonica e orchestra con le musiche di Astor Piazzolla. Il palcoscenico, come di consueto, sarà distribuito tra due città: Trieste, con la fisarmonica di Ivano Battiston e Pisa, con l’Orchestra dell’Università di Pisa diretta da Giampietro Manfred. Il concerto sarà preceduto da una introduzione artistica e scientifica a cura di Massimo Parovel, professore di Teoria dell'armonia e analisi musicale al Conservatorio Tartini di Trieste e Claudio Allocchio, responsabile servizi avanzati GARR.
Grandissima l’attesa e fortissima l’emozione per l’evento conclusivo del Festival, la serata di beneficenza della Fondazione Arpa che, mercoledì 3 ottobre sotto la guida del direttore artistico del Festival internazionale della robotica Renato Raimo vedrà, grazie ad una tecnologia innovativa, sul palcoscenico del Teatro Verdi Giacomo Puccini e Andrea Bocelli. “La carica del Festival esploderà – interviene Renato Raimo - nella magia di questa serata. Al centro dell’evento due ‘toscanacci’ e la loro arte: un omaggio alla grande musica di Giacomo Puccini espressa da uno dei più grandi interpreti delle sue eterne note: il tenore e presidente onorario della Fondazione Arpa, Andrea Bocelli. Oltre alla bacchetta del maestro Carlo Bernini, si esibiranno eccellenze pisane e giovani talenti”. Alla base della serata, condotta da Raimo e da Ilaria Della Bidia, la grande scommessa: arte e tecnologia si incontreranno per giocare insieme regalando futuribili emozioni agli occhi sorpresi dello spettatore. “E di nuovo le telecamere del mondo – conclude Renato Raimo - saranno concentrate su un evento che presenterà cose mai viste prima”. Ad esibirsi sul palco del Teatro Verdi di Pisa anche le soprano Ágnes MolnÁr e Ivana Canovic, l’Orchestra dell’Università di Pisa diretta da Carlo Bernini e Manfred Giampietro, il Coro dell’Università di Pisa diretto dal Maestro Stefano Barandoni e ancora la Celtic Harp Fabius Constable, l’arpa Pisana – Palm Driver con Leonello Tarabella e le esibizioni al sassofono di Enrico Borelli.
Da ricordare i tantissimi interpreti di livello internazionale, che arriveranno a Pisa in occasione del Festival internazionale della robotica: il chitarrista Marco Battaglia, il pianista Vincenzo Maltempo, il fisarmonicista Ivano Battiston, il gambista Paolo Biordi, il tiorbista Francesco Romano e il percussionista Alessandro Baris. Fra le presenze illustri agli eventi artistici si annoverano martedì 2 ottobre Luigi Dei, Rettore dell’Università di Firenze; mercoledì 3 ottobre Claudio Strinati, storico e critico d’arte, musicologo, giornalista e divulgatore culturale; Anna Gastel, Presidente di MITOSettembremusica; Massimo Bergamasco, direttore dell’Istituto TeCIP (Tecnologie della Comunicazione, Informazione, Percezione) della Scuola Superiore Sant'Anna; Claudio Proietti, pianista, didatta, divulgatore musicale.
“L’offerta musicale del Festival internazionale della robotica sposa tradizione e innovazione in un modo virtuoso e accattivante –sottolinea la referente, professoressa e musicista Flora Gagliardi - ma soprattutto lega temi scientifici quali quelli del restauro dei beni culturali all’espressione che gli stessi hanno avuto e hanno attraverso la musica. Saranno valorizzate anche le nuove frontiere e sperimentazioni in musica che, pur lasciando aperto l’interrogativo della competizione uomo/macchina, stimolano creatività, producono “nuovo pensiero” e creano opportunità lavorative per le giovani generazioni”.
Di seguito l’elenco completo degli eventi che saranno presentati a Pisa durante il Festival internazionale della robotica.
Venerdì 28 settembre ore 18.00: Auditorium, Officine Garibaldi: concerto per strumenti solisti e pianoforte; l’Accademia di Musica “Stefano Strata” presenta i Giovani talenti Lucilla Rose Mariotti, violino, Elia Portarena, chitarra; musiche di Bach, Paganini, Giuliani.
Venerdì 28 settembre ore 21.00: Museo delle Navi Romane – Arsenali Medicei; Panorami sonori di musica antica: interventi musicali con strumenti romani antichi ricostruiti, a cura dei Ludi Scænici –Cristina Majnero e Roberto Stanco.
Sabato 29 settembre ore 21.00: Auditorium “Enrico Caruso” Gran Teatro Giacomo Puccini, Torre del Lago: DR.Streben: Robot opera da camera per soprano, tenore, baritono ed ensemble di Girolamo Deraco, su libretto di Vincenzo Reale con Marco Mustaro, Lorenzo Martinuzzi, Maria Elena Romanazzi, i robot Lorenzo Cominelli e Roberto Garofalo, il drone Paolo Mirabelli; esegue Etymos Ensemble.
Domenica 30 settembre ore 18.00: Aula Magna del Polo Carmignani; LoLa: Concerto Sinfonico interattivo a distanza “Aconcagua” per fisarmonica, orchestra e percussioni; in tempo reale con collegamenti su rete GARR a Trieste la fisarmonica Ivano Battiston, a Pisa l’Orchestra dell’Università diretta da Manfred Giampietro; nei due luoghi musica di Astor Piazzolla.
Domenica 30 settembre ore 21.00: Auditorium Domus Mazziniana; “Quando Mazzini suonava la chitarra”; concerto con la chitarra di Giuseppe Mazzini; solista Marco Battaglia; musiche di Moretti, Giuliani, Mertz, Legnani.
Lunedì 1 ottobre ore 18.00: Auditorium Domus Mazziniana; Musica francese dell’inizio del XIII sec. per strumenti antichi; viola da gamba Paolo Biordi, tiorba Francesco Romano; musiche di Marais, Kapsberger, Le Sieur de Machy.
Lunedì 1 ottobre ore 21.00: Auditorium Camposanto Monumentale; L’idea della morte da Buffalmacco a Liszt; Vincenzo Maltempo, pianista, esegue Totentanz di Franz Liszt con la presentazione critica di Riccardo Risaliti
Martedì 2 ottobre ore 11.00 e ore 21.00: Gipsoteca di arte antica, Chiesa di San Paolo all’Orto: piccola opera “El Retablillo di Don Cristòbal”, musica di Alessandro Masi su testo di Federico Garcia Lorca; esegue l’Orchestra della Compagnia della Piuma diretta da Concetta Anastasi; cantano Dielli Hoxha, Floriano D’Auria, Tommaso Corvaja, Francesca Caligaris, Francesca Lazzeroni; recitano Matteo Masi e Luigi Dei, Rettore dell’Università di Firenze. Messinscena Flora Gagliardi, installazione video Giovanna Bartolomei, costumi Laura Filippi su bozzetti di Anna Martini.
Martedì 2 ottobre ore 19.00: Auditorium Officine Garibaldi, via Gioberti; Collision, concerto per computer e percussioni a cura di Leonello Tarabella, computer, e Alessandro Baris, percussioni.
Mercoledì 3 ottobre ore 9.00- 19.00: Auditorium Officine Garibaldi, via Gioberti; Giornata di studi e Tavola Rotonda: “Tecnologia e robotica nella musica contemporanea” con la partecipazione di Massimo Bergamasco, Michele Biasutti, Maurilio Cacciatore, Girolamo Deraco, Tommaso Dini, Anna Gastel, Monica Murero, Enrico Pavin, Claudio Proietti; alle ore 15.30 lectio magistralis di Claudio Strinati.
Mercoledì 3 ottobre ore 21.00: Teatro Verdi, via Palestro, Serata di beneficenza Arpa con la straordinaria partecipazione di Giacomo Puccini e Andrea Bocelli – Virtuosi e virtuali.
Per seguire il Festival: www.festivalinternazionaledellarobotica.it
(fonte: Press office del Festival Internazionale della Robotica)
Giovanni Benelli, assegnista di ricerca presso il dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell’Università di Pisa, ha ricevuto l’"Odile Bain Memorial Prize" 2018, un importante riconoscimento internazionale che viene assegnato annualmente da Parasites & Vectors, in associazione con Boehringer Ingelheim Animal Health, in memoria di Odile Bain.
Il premio ricorda l'eccezionale contributo di Odile Bain alla parassitologia medico-veterinaria e il suo continuo incoraggiamento delle collaborazioni produttive tra parassitologi, entomologi, medici e veterinari in tutto il mondo. L’Odile Bain Memorial Prize onora il suo sostegno ai giovani parassitologi e l'entusiasmo per la ricerca in parassitologia ed entomologia medico-veterinaria.
Dopo aver conseguito il dottorato internazionale in Scienze agrarie e veterinarie all'Università di Pisa e alla Scuola Superiore Sant’Anna, Giovanni Benelli ha concentrato le sue ricerche su entomologia, ecotossicologia e comportamento animale, con particolare attenzione a insetti e acari vettori di importanza medico-veterinaria.
La commissione giudicatrice ha deciso di premiare Benelli in virtù dei suoi meriti come giovane ricercatore, soprattutto in relazione ai significativi progressi in etologia e controllo dei vettori, con riferimento ai numerosi studi relativi allo sviluppo di nuovi metodi di manipolazione comportamentale, ma anche nanopesticidi e repellenti altamente efficaci contro zecche e zanzare.
Si è svolto venerdì 14 settembre, al Polo Fiere Lucca di Sorbano del Giudice, il concorso per accedere al corso di laurea magistrale a ciclo unico in Scienze della formazione primaria, novità di grande rilievo all’interno dell’offerta formativa 2018/2019 dell’Università di Pisa. I 425 candidati iscritti, che concorrevano per i 54 posti disponibili, hanno dovuto rispondere a 80 quesiti a scelta multipla, distinti in 40 di competenza linguistica e ragionamento logico, 20 di cultura letteraria, storico-sociale e geografia, 20 di cultura matematico-scientifica.
In mattinata la prorettrice vicaria, Nicoletta De Francesco, ha visitato la sede del concorso ed espresso soddisfazione per l'organizzazione impeccabile, che ha consentito agli aspiranti studenti di svolgere i test nella massima tranquillità e ordine. "Il numero così elevato di domande - ha commentato la professoressa De Francesco - testimonia l'interesse con cui in tutta la regione e anche oltre era atteso un corso di laurea di questo tipo, che è l'unico che abilita all'insegnamento nella scuola pre-primaria e primaria, permettendo di partecipare ai successivi concorsi per l'immissione in ruolo, e che finora era attivo solo all’Università di Firenze".
Il corso di laurea pisano in Scienze della formazione primaria (http://formazioneprimaria.cfs.unipi.it) risponde alle esigenze e alle richieste del territorio, sviluppando un progetto formativo variegato e particolarmente innovativo, che prevede lezioni interattive e multidisciplinari, laboratori e, dal secondo anno, tirocini negli istituti scolastici. Accanto all'acquisizione di solide conoscenze nei diversi ambiti disciplinari oggetti di insegnamento, il corso mira a sviluppare competenze pedagogiche, psicologiche, antropologiche e didattiche, con particolare attenzione alle didattiche disciplinari. il corso è di natura interdipartimentale - al dipartimento di Civiltà e forme del sapere, referente, si affiancano quelli di Matematica e di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell’area critica - e include docenti di diversi altri dipartimenti.
Stiamo scoprendo che i nostri crani ospitano cervelli che danno ancora risposte ancestrali, non adattative all'era in cui viviamo. In pratica abbiamo alcuni comportamenti, residui di risposte arcaiche, che ci porteranno a distruggere il pianeta e, di conseguenza, noi stessi, realizzando così una versione del tutto inedita dell'evoluzione: l'autoestinzione di una specie. E’ questa, in estrema sintesi, la provocatoria teoria avanzata da Paolo Rognini del dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Pisa, che nel merito ha appena pubblicato un articolo sulla rivista scientifica “Biological Theory”. Il nuovo modello - denominato Vestigial Drifting Drives (VDD), letteralmente “pulsioni arcaiche alla deriva” - fa riferimento all’idea che i comportamenti, al pari degli altri caratteri di una specie, subiscono trasformazioni che talvolta sfuggono alla logica della sopravvivenza del più adatto, possono cioè “andare alla deriva” non appena vengono rimosse le “funi” che li tenevano fissati al “molo” delle necessità.
“Già Konrad Lorenz negli anni ’70 del secolo scorso – spiega Paolo Rognini - ipotizzò che alcuni comportamenti umani, apparentemente non funzionali, fossero residui di moduli che erano stati adattativi in un passato più o meno remoto, fra cui, ad esempio, le paure irrazionali dell'infanzia o la fobia dei serpenti e dei ragni”.
E così, in modo analogo, secondo Rognini, sarebbero esempi di comportamenti residuali e non adattivi per la specie umana l’eccessiva rapacità nei confronti delle risorse e l’impulso all’espansione. Queste tendenze che nel Paleolitico ci hanno garantito la sopravvivenza oggi invece, complice il progresso tecnico, porterebbero al sovrasfruttamento delle risorse e alla sovrappopolazione, minacciando così di portare il pianeta Terra verso il definitivo collasso.
Nello specifico, la tesi di Paolo Rognini di declina secondo queste argomentazioni.
Rapacità. La storia mostra che talvolta i gruppi umani - a causa del sovrasfruttamento delle risorse - possono implodere, autoestinguendosi: ciò è accaduto, per esempio, agli Anasazi del Nord America, agli abitanti dell'Isola di Pasqua, ai norvegesi della Groenlandia. Oggi, ciò potrebbe accadere su larga scala viste le dimensioni globali che la crisi ecologica ha assunto. Ma perché gli esseri umani prelevano più del necessario fino ad esaurire una determinata risorsa? Tra i 2 milioni ed i 50.000 anni fa abbiamo fatto parte integrante dell'ecosistema e, anche se super-predatori, siamo rimasti soggetti al controllo dell'ambiente come tutti gli altri animali. Poi, le regole del gioco sono cambiate: da trasformato, Homo è divenuto trasformatore dell'ambiente e della materia divenendo un super-estrattore. La qualità e la quantità di questa super-estrazione, ha quindi portato ad uno sfrenato sfruttamento delle risorse, da cui il "consumare e fuggire" tipico delle "società tecnologicamente avanzate" e responsabile della cosiddetta "vampirizzazione del pianeta".
Aumento demografico. Oggi stiamo assistendo ad un scontro tra la tendenza all'espansione comune ad ogni forma di vita, specie umana compresa, come atteggiamento residuo e una situazione demografica globale totalmente cambiata che potrebbe portare a un definitivo collasso ecologico entro pochi decenni. Negli ultimi 10.000 anni, l’umanità è infatti passata da pochi milioni di individui a oltre sette miliardi e mezzo. Dal punto di vista del nostro rapporto con l’ambiente questo si traduce in una serie di criticità quali la scomparsa di migliaia di specie viventi ogni anno, la deforestazione, il riscaldamento globale, la perdita di biodiversità, la desertificazione e l'inquinamento.
“Gli esseri umani sono depositari di alcuni elementi organici e comportamentali che non sembrano essere cambiati dall'era del Pleistocene – aggiunge Rognini – in questo senso le Vestigial Drifting Drives potrebbero essere una sorta di "software bioculturale" inadatto all'ambiente attuale”.
“Se non aggiorneremo il software delle nostre false convinzioni come "l'inesauribilità delle risorse", “l'espansione illimitata della specie" o il "vorace accaparramento di risorse" - conclude Rognini - la specie umana potrebbe rischiare l'auto-estinzione: un fenomeno che si rivelerebbe unico nella storia delle specie viventi, riducendoci a un semplice esperimento evolutivo”.
Si avvicina e si arricchisce di convegni e settori la seconda edizione del Festival Internazionale della Robotica in programma a Pisa dal 27 settembre al 3 ottobre 2018. La “sette giorni” della Torre Pendente il 28 settembre fa tappa, con due appuntamenti, nel Parco Regionale di Migliarino San Rossore Massaciuccoli.
“I Robot Agricoli per l’agricoltura sostenibile del domani” è il titolo del work-shop che si svolgerà nella Sala Gronchi sotto la guida di Manuela Giovannetti, Professore Ordinario di Microbiologia Agraria dell’Università di Pisa e Direttore del Centro Interdipartimentale di Ricerca Nutrafood Nutraceutica e Alimentazione per la Salute e del comitato scientifico composto da Enrico Giunta, Giacomo Lorenzini, Giovanni Maffei Cardellini, Federico Martinelli, Giovanni Benelli e Alberto Pardossi.
I robot agricoli stanno aumentando i raccolti di produzione per gli agricoltori in vari modi. Dai droni ai trattori autonomi passando per i robot colturali, la tecnologia viene impiegata in applicazioni creative e innovative. I robot agricoli non
sostituiscono l’impiego della manodopera ma automatizzano compiti lenti, ripetitivi e noiosi per gli agricoltori, consentendo loro di concentrarsi maggiormente sul miglioramento dei rendimenti di produzione. Progressi della robotica, della infotronica e delle tecnologie di telerilevamento per la diagnosi rapida e precoce delle malattie nelle colture ma anche moderni approcci di integrazione tra genomica funzionale e conoscenze pratiche della tradizione agricola africana sono alcuni dei temi che saranno trattati da docenti, ricercatori ed esperti internazionali la mattina del 28 settembre.
Infine, dal 28 al 30 settembre dalle 10 alle 19, sarà possibile toccare con mano l’affascinante campo della robotica agricola a servizio dell’uomo e dell’ambiente alla Stazione Leopolda grazie a mostre, video rappresentativi e prototipi esposti. Una parte dello stand sarà dedicata all’impiego dei robot in campo entomologico, con particolare riferimento allo studio di predazione, parassitismo, corteggiamento e asimmetrie comportamentali.
Manuela Giovannetti, Professore Ordinario di Microbiologia Agraria dell’Università di Pisa e Direttore del Centro Interdipartimentale di Ricerca Nutrafood Nutraceutica e Alimentazione per la Salute
Sempre il 28 settembre, dalle 16 alle 19.30, nella Sala Gronchi (e nello spazio all’aperto antisante) del Parco Regionale Migliarino San Rossore Massaciuccoli, veterinari, ingegneri, ricercatori e medici parleranno, sotto la guida del responsabile scientifico, già professore ordinario di Medicina Veterinaria, Mario Arispici, di interventi assisti con gli animali.
“Dall’incontro dei diversi saperi, nati e cresciuti nelle Università di Pisa, si sviluppano nuove tecniche e soluzioni innovative a problemi sanitari e sociali che, solo pochi anni fa, non erano neppure immaginabili – interviene il professor Mario Arispici -. Largo spazio a coloro che non hanno paura di pensare e di confrontarsi in sfide che ormai hanno gli stessi confini del mondo”.
Il workshop verterà sulla complessità mostrata dalla relazione fra essere umano e cane o
cavallo ed esplorerà le possibilità offerte dalla bioingegneria per monitorare e misurare il comportamento e le attività durante lo scambio emotivo, attraverso le risposte del Sistema Nervoso Autonomo.
Fiore all’occhiello del convegno sarà la presentazione di FEELS, il progetto sviluppato e coordinato dal Professore Enzo Pasquale Scilingo e dall’ingegner Antonio Lanatà del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione del Centro Piaggio dell’Università di Pisa con la collaborazione del medico veterinario e ricercatore, Paolo Baragli, dell’Ingegner Alberto Greco dell’azienda spin-off dell'Università di Pisa Feel-ING, del professor Biagio D’Aniello dell’Università di Napoli e del professor Angelo Gemignani dell’Università di Pisa.
Mario Arispici, responsabile scientifico di interventi assisti con gli animali, già professore ordinario di Medicina Veterinaria all'Università di Pisa
“L’interazione emotiva fra essere umano e cavallo/cane può essere misurata attraverso bio-tecnologie non invasive, supportate da complesse analisi dei segnali biomedici – spiega il comitato scientifico - attraverso la misura delle variazioni dei parametri cardio polmonari del cavallo possiamo produrre bio-feedback (attraverso stimoli acustici, vibratili o luminosi) che forniscono alla persona, che sta interagendo con l’animale, informazioni sullo stato emotivo di quest’ultimo”. "Troppe volte la mancata integrazione tra discipline diverse ha impedito di raggiungere obiettivi scientifici ambiziosi con rilevanti ricadute nella società – spiegano Antonio Lanatà ed Enzo Pasquale Scilingo del Centro Piaggio - In questo workshop vogliamo mostrare come metodi matematici e ingegneristici sviluppati prevalentemente in ambito umano vengono messi a disposizione della scienza medica e veterinaria per creare una base comune in grado di affrontare problematiche complesse e non sempre facilmente misurabili come quella dell'interazione psico-fisica uomo-animale e del contagio emotivo tra specie diverse".
“Migliorare le conoscenze psico-fisiologiche dell’interazione e verificare la presenza di forme di contagio emotivo su base empatica, tra l’essere umano da una parte, il cavallo e il cane dall’altra, è la nostra proposta di workshop – conclude Paolo Baragli, medico veterinario, ricercatore del dipartimento di Scienze Veterinarie, Università di Pisa -. Ponendo, infatti, la nostra attenzione sul lavoro svolto da cane e cavallo nell’interazione con l’essere umano, si percepisce come la relazione che si crea coinvolga in profondità aspetti psichici ed emotivi. Oggi questo obiettivo è possibile grazie a un approccio scientifico multidisciplinare in cui entrano in gioco specifiche competenze tecniche che consentiranno d’integrare l’analisi del comportamento di soggetti animali e umani, con i segnali provenienti dal sistema nervoso autonomo e quelli delle variabili legate al coinvolgimento emotivo”.
Paolo Baragli, medico veterinario, ricercatore del dipartimento di Scienze Veterinarie, Università di Pisa.
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Sono parte le iscrizioni alla Soccer data challenge, una competizione aperta a tutti gli appassionati di dati e calcio, che si svolgerà a Pisa il 12 e 13 ottobre 2018, all'interno dell'Internet Festival, realizzata grazie al contributo del Master in Big Data dell'Università di Pisa, WyScout e ISTI-CNR.
Per 30 ore consecutive, le squadre lavoreranno allo sviluppo di una soluzione per l’analisi di partite di calcio. A loro disposizione avranno i dati di una intera stagione di serie A: oltre 500mila record, un dataset che contiene tutti gli eventi di gioco di ogni partita, definiti in ogni possibile aspetto. I partecipanti si sfideranno fino all'ultima riga di codice, per aggiudicarsi il premio di 5.000 euro, che sarà assegnato da una giuria composta da esperti provenienti dal mondo della ricerca pisana e da calciatori, allenatori e giornalisti sportivi, tra i quali lo scrittore Marco Malvaldi e l'ex commissario tecnico della nazionale Cesare Prandelli. La gara è aperta a tutti, possono partecipare studenti, programmatori, designer, data scientist, ricercatori, o semplici appassionati di calcio. Sono richieste capacità di programmazione, curiosità, entusiasmo e resistenza. Per essere ammessi alla challenge, i team dovranno superare una fase di qualificazione.
Il primo passo per partecipare alla data challenge è registrare il team a questo link. La registrazione è gratuita e sarà aperta fino al 14 settembre 2018. Un team può essere formato da un minimo di 3 a un massimo di 5 persone. Una volta registrato il team, i partecipanti riceveranno una mail con le istruzioni per la qualificazione, che si svolgerà online dalle ore 9.00 del 15 settembre 2018 alle ore 15.00 del 16 settembre 2018. La qualificazione consiste nella risoluzione via coding di tre problemi legati all’analisi dei dati sul calcio, che dovranno essere inviati entro le ore 15:00 del 16 settembre 2018.
La fase finale della data challenge si terrà il 12 e il 13 ottobre 2018 presso l’auditorium della Sala Polivalente (ex Borsa Merci) della Camera di Commercio di Pisa. All’inizio della data challenge verrà illustrato il problema da risolvere, i dati che saranno messi a disposizione dei team e le modalità di invio delle soluzioni. I team partecipanti avranno a disposizione 30 ore per l’invio della soluzione del problema nella forma di un programma Python, un breve articolo che racconta in uno stile divulgativo la soluzione realizzata e una presentazione power point. Ai team verranno affiancati dei tutori, esperti nel campo della data science, che li aiuteranno nello sviluppo e implementazione delle soluzione.
Al termine del tempo a disposizione per la data challenge, l’auditorium verrà aperto alla giuria per uno showreel, durante il quale ogni team potrà esporre la propria soluzione attraverso la presentazione power point. Maggiori informazioni, regolamento, giuria, contatti e form di iscrizione sul sito ufficiale della challenge https://sobigdata-soccerchallenge.it/.